Non serve fede per gli Dei
Ma quando un dio particolare è in modo speciale l’unico e solo Dio supremo, trascendente, Imperscrutabile nella sua essenza, innominabile e tuttavia scritto a lettere maiuscole, il contatto con questo essere supremo onnipotente dipende dalla sua grazia generosa, dalle sue rivelazioni epifaniche in miracoli, dono delle lingue e visioni, cioè in ultima analisi dipende dalla tua incrollabile fede assoluta. Ovvero, secondariamente, dall’intercessione di una istituzione, di un libro, di un culto, di un profeta o di una incarnazione intesa come emanazione letterale dell’essere originale, trascendente e nascosto.
La
trascendenza di questo unico Dio supremo significa che non ci sono dèi alle
porte della città, come nell’antica Roma, non ci sono dèi nei giardini, nella
dispensa delle case. Non ci sono presenze udibili degli dèi: il chiurlo della
civetta non è più la voce di Atena, le raffiche del vento del Nord non sono la
voce di Borea, nelle tempeste marine e nei vortici non parla Poseidone, nel
bruciore improvviso della passione erotica non si avverte la freccia di Eros
che trafigge la carne. Poiché, dove la vita è vissuta nei miti, gli dèi sono
così palesemente presenti nell’animazione della vita, non hanno bisogno della
nostra fede.
James
Hillman, un terribile amore per la guerra