Sunday, June 05, 2005

referendum: 4 si'

12-13 giugno, referendum fecondazione assistita:
4 SI'

nietzsche scriveva: <<"...Oggi occorre sapere che un
teologo, un prete, un papa, non appena aprono bocca a
pronunciare una frase, non solo sbagliano ma
mentono...
Le nozioni di aldilà, quella stesssa di anima, sono
arnesi di tortura, sistemi di crudeltà, usando i quali
il prete diventò padrone e padrone rimase...".>>.
noi pagani da sempre abbiamo avuto questo certezza.
ora in occasione dei referendum sulla fecondazione
assistita anche i laici scoprono questo.
chi non si sente parte del gregge comincia a capire
che
per i monoteisti esiste sempre una doppia verita'.
una verita' per convincere e la verita' che il
<<buon pastore>> ha un diritto assoluto sulla vita
del suo gregge.
il 12 e 13 giugno 2005 ci saranno i referendum
abrogativi della legge sulla fecondazione assistita.
la legge che si vuole abrogare e' ispirata ai principi

di violenza e imposizione insiti in ogni monoteismo.
i pagani e i politeisti non possono svolgere lo
sguardo
altrove, non possono dimenticarsi del mondo.
i principi ispiratori dell'inqusizione sono presenti
in tutti i monoteismi. l'integralismo monoteista e'
sempre piu' dominante, non esiste differenza
sostanziale
tra le varie varianti del monoteismo.
ha scritto recentemente un grande filosofo italiano:
<<la legge sulla fecondazione assistita deve essere
abrogata. Forse si
intravede la tragedia che, a valle, aspetta il
torrente, ma si evita di guardarla in faccia e di
assumersi la responsabilità del tempo
presente. Che porta lontano dalle sicurezze del
passato, ma di cui non
si sa comprendere il senso, le possibilità,
l'esito(...)>>,
tutte queste cose che il mondo laico dimentica, per i
pagani e i per i
politeisti sono ben presenti, per questo motivo
al referendum sulla fecondazione assistita votiamo 4
SI'.
sotto vi riporto un articolo che offre ulteriori
spunti di riflessione.

francesco scanagatta
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da
http://www.opinione.it/pages.php?naz=naz&key=art&edi=126&id=2527
Edizione n. 126 del 04/06/2005
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Vaticano doppio potere e doppia verità conciliano
doppi diritti e doppio gioco
Il disegno di potere che inizia con la predica
astensionista sui referendum e continuerà con
l’assalto alla 194

di M. Turco E M. De Lucia

Fanno i puri e i casti dall'alto del loro potere,
quello divino e quello mondano. Il primo dicono di
averlo ricevuto, il secondo se lo sono conquistato,
sul come lasciamo perdere, ma gli diamo atto di
onorarlo con un cinismo senza pari. Predicano, ma non
v'è predica che non abbia, nei comportamenti, non già
del singolo, ma della gerarchia nel suo insieme, il
suo contrario. Per loro vi sono sempre due verità,
delle encicliche e degli archivi segreti, della carità
(predicata) e del profitto (praticato). In Italia, in
nome di Dio, reclamano libertà! libertà! libertà! In
America, in nome di Cesare, nelle aule dei tribunali,
esigono impunità. Per reati d'opinione? Per aver
organizzato sin dal 1962, la sistematica sottrazione
alla giustizia, dei membri del clero, ma non solo,
responsabili di violenze sessuali (sopratutto su
minori). Perché loro si assolvono (sempre e comunque)
dai loro reati, ma ci condannano per i nostri (secondo
loro) peccati. E se uno queste cose le dice? Loro
partono con il refrain libertà! libertà! libertà! con
il quale ci accompagnano a mettere nelle loro mani la
nostra vita. Così come accompagnavano con il Te Deum i
Giordano Bruno a farsi una grigliata a Campo dei
Fiori. Salvemini e Rossi - non a caso messi in carcere
dal regime fascista, e poi ignorati e bistrattati dal
conformismo "democratico" - l'avevano detto: reclamano
la loro libertà in nome dei nostri principi e la
negano agli altri in nome dei principi loro. Con la
pretesa (libertà! libertà! libertà!) che li si lasci
fare, nel nome del diritto divino e pure di quello
liberale. Non possono parlare? Occupano la televisione
pubblica almeno quanto il governo italiano! Non
possono incassare? A parte le incalcolabili bende e
prebende nazionali, regionali, provinciali, comunali e
circoscrizionali incalcolabili, solo di 8 per mille
incassano all'incirca 1 miliardo di euro l'anno (2mila
miliardi di lire)! Quanti ne hanno investiti in questo
referendum? Questi referendum, aldilà del risultato,
ci mostrano una gerarchia assediata. Assediata
innanzitutto dai propri "fedeli" : la stragrande
maggioranza dei cattolici si astiene dalla pratica
religiosa, quasi la totalità non la segue nella
pratica quotidiana. Una gerarchia che per farsi vedere
e non solo come interlocutore politico ma in senso
lato, cioé per affermare che c'è, ha scelto di
estremizzare, di uscire fuori dal proprio ambito di
attività, di alzare i toni, di esporsi, di entrare a
gamba tesa nell'agone politico. E' questo un loro
diritto? Noi crediamo di no. E' una loro scelta e non
si può certo dire che storicamente abbiano fatto
scelte controvoglia, d'altronde quale potere ha mai
fatto scelte che non voleva fare, se non per
opportunità? E se stanno facendo una scelta senza
convinzioni è per becero opportunismo. Loro vogliono
vincere e quindi non perdono tempo a convincere.
Provano anche a dare un forte valore di coscienza e
politico all'astensionismo, quando è solo calcolo allo
stato puro. C'è uno zoccolo duro fisiologico di
astensionisti molto consistente, ci aggiungi una data
favorevole, un po di violazioni alle regole della
comunicazione, un piccolo sforzo e "rappresenti" la
maggioranza degli italiani. D'altronde è un gioco che
conoscono bene. Battezzano a go go, un piccolo aiutino
da Cesare e quelle pecorelle daranno lana a vita. Ma
se vinceranno qual'è la posta in palio? La legge 40, e
poi la 194, e poi, e poi? Isolare la Repubblica
Italiana da un mondo che vive e va in senso opposto?
Noi crediamo che il loro obiettivo sia quello di
riemergere, di rilegittimarsi come forza morale per
conquistare nuove posizioni di potere.
Le Chiese sono vuote, ma non si danno pace al pensiero
che le hanno svuotate loro con il loro esempio
quotidiano, buono o cattivo non sta a noi giudicare e
fosse pure che sul chi deve giudicare avessero ragione
loro e torto noi, non vorremo certo essere al posto
loro. Sappiamo che dalla loro hanno il tempo e la
continuità dell'istituzione. Il tempo che passa per
cancellare; quello che viene per riscrivere la storia,
quello che c'è per consumare. Vestono da formiche ma
sono cicale. Sappiamo quindi che il tempo d'agire è
l'oggi. Agire nelle aule dei tribunali, nei consessi
istituzionali internazionali, nelle piazze, anche
quelle sante. E' un'ambizione che non è legittimata
dalle nostre forze? Per richiamarci alla loro storia
dovrebbero sapere che alla fine hanno vinto Chiara e
Francesco, non certo quella miriade di Papi e delle
loro concubine. Ci proveremo comunque. Senza guerre
alla religione, che non è il nostro fine; né di
religione, che quello è il loro mestiere. PS C'è stato
già detto che questo è anticlericalismo ottocentesco,
se ci si riferisce al 20 settembre 1870 siamo
d'accordo. Ma siamo anche anticlericali d'inizio
novecento, se ci riferisce al 1905 e alle leggi di
spoliazione dei beni della Chiesa francese. Ed anche
d'inizio millennio, dove loro chiedevano l'inserimento
delle radici cristiane nella Costituzione europea, ma
puntavano all'articolo 52, contro il quale ci siamo
battuti, che mette nella cassaforte europea gli averi
acquisiti con i Concordati nazionali. Continuiamo
dunque ad essere quel che eravamo, e loro anche. Con
orgoglio, noi.

M. Turco e M. De Lucia
Segretario e Tesoriere
di anticlericale.net

(04 giugno 2005)



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