Monday, November 27, 2006

film: il labirinto del Fauno - nota

salve,
ho visto il film "il labirinto del Fauno" e lo trovo
veramente ben riuscito.
direi che possiamo inserirlo nei film pagani.
per meglio far conoscere gli elementi positivi del
film ho scelto di scrivere la voce sul film su
wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Il_labirinto_del_fauno
con l'occasione ho riscritto completamente anche la
voce sul Dio Pan.
saluti
francesco scanagatta

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Thursday, November 23, 2006

Un vescovo con i blindati pur di visitare una scuola.

salve,
ogni tanto qualcuno ci dice che siamo degli esagerati,
quando sosteniamo che i cattolici ben volentieri
sarebbero disposti a riaccendere i roghi.
Recentemente, durante una manifestazione, abbiamo
avuto un piccolo incontro con un esponente di un
gruppo integralista cattolico. esponente che spesso
viene invitato nelle televisioni locali venete.
durante la discussione gli ho chiesto: "ma allora ci
bruceresti sul rogo?". immediata e senza alcuna
esitazione la sua risposta: "io non avrei problemi!".
il dialogo non è avvenuto nel medioevo, ma nel
settembre 2006, non in un paese islamico, ma a
Cittadella in provincia di Padova.
Proprio in questi giorni il Vescovo di Padova ha
preteso di visitare una scuola. il direttore della
scuola ha detto di no. Il vescovo di Padova ha
immediatamente trovato un "umile lavoratore della
vigna" che ha obbligato il direttore scolastico a
cambiare idea.
Il vescovo ha visitato la scuola protetto dai
blindati.
vi riporto cosa scrivono gli evangelici sul fatto.
piccolo inciso, il portavoce degli evangelici è venuto
oggi a trasmettere su radio gamma 5, e ha incentrato
il suo intervento sull'argomento della
discriminazione, ha anche detto che la libertà
religiosa è fondamentale.
il suo intervento è avvenuto nell'orario precedente la
trasmissione: "magia, stregoneria, paganesimo".
solo in una radio come Gamma 5 queste cose sono
possibili. Radio Gamma 5 è da 30 anni uno spazio
libero, forse per questo si tenta in tutti i modi di
chiuderla.
saluti
francesco scanagatta

http://www.evangelici.net/notizie/1164287432.html
Padova, evangelici contro il vescovo
Inserita il 23/11/2006 alle 14:10 nella categoria:
Dall'Italia

PADOVA - La notizia delle visite del vescovo cattolico
di Padova Mattiazzo a scuole pubbliche del
comprensorio ha provocato la reazione di un gruppo di
chiese evangeliche del Padovano, che denunciano la
violazione delle leggi sulla laicità dello Stato.

È di ieri l'intervista rilasciata a Radio radicale da
Pietro Bolognesi, direttore dell'IFED di Padova,
riguardante le visite del vescovo Mattiazzo nelle
scuole del circondario di Padova: Bolognesi ha tenuto
a sottolineare, nel corso dell'intervista, come il
testo unico n. 297/94 impedisca attività di culto
nelle scuole durante le ore di lezione, poichè -
secondo Bolognesi - palesemente discriminanti nei
confronti di confessioni di fede diverse; e come la
dirigente scolastica Palumbo abbia invece autorizzato
tali visite, agendo in contrasto con una precedente
disposizione del dirigente D'Amato, in accordo con il
ministro della pubblica istruzione Fioroni ed in
ispregio al testo unico che regola la materia.

Il diniego della questura alla richiesta delle chiese
evangeliche di poter effettuare una manifestazione sul
tema ha provocato una clamorosa reazione di un gruppo
di credenti del Padovano, che per protesta si sono
auto-imbavagliati davanti alle scuole. L'iniziativa è
stata riportata oggi in prima pagina sul Mattino di
Padova, che titola "Il vescovo a scuola protetto dai
blindati" e parla di "Polizia schierata davanti agli
istituti di Vigodarzere visitati da Antonio Mattiazzo,
per paura di incidenti", segnalando come è stata
"Proibita la manifestazione dei protestanti, che si
imbavagliano".

Dalla reazione delle chiese padovane, coordinata con
l'AEI e la FCEI, è scaturita una petizione al ministro
Fioroni, dove si chiede al ministro di effettuare le
verifiche del caso e garantire il rispetto della legge
vigente. [ai]

L'intervista completa è scaricabile da
www-1.radioradicale.it/store-5/MP423428.mp3


Monday, November 20, 2006

film: il labirinto del fauno

salve,
queste sono proprio delle buone notizie. esce il 24
novembre un film che parla del Dio Pan.
il suo titolo è il "Il Labirinto del Fauno".
dal sito del film:
http://www.videa-cde.it/illabirintodelfauno/
vi riporto la trama:
<<
Spagna, 1944. La fine della Guerra Civile.
Carmen (Aridna Gil) , che si é risposata da poco, si
trasferisce insieme alla figlia Ofélia (Ivana Baquero)
a casa del nuovo marito, il freddo e autoritario Vidal
(Sergi López), capitano dell'esercito di Franco.

Trovando insopportabile la nuova vita, la giovane
Ofélia trova rifugio in un misterioso labirinto che ha
scovato vicino alla grande casa di famiglia e dove il
Fauno, la magica creatura che fa a guardiano al
labirinto, le rivela che è proprio lei la principessa
smarrita di un regno magico.

Ma per scoprire la verità, Ofélia dovrà portare a
termine tre compiti pericolosi, per i quali non è
affatto preparata….
>>
il fauno in questione è il gran Dio Pan.
normalmente nel periodo prossimo al solstizio
d'inverno si trovano troppo spesso film su certe
anomale natività.
un plauso e un complimento alla casa produttrice del
film per avere inserito nel sito anche una scheda
mitologia sul Dio Pan, vi allego anche questa scheda.
il mito di Pan viene descritto come un buona
precisione, l'unico appunto che posso muovere a quanto
vi è scritto è la frase: <<Pan è l’unico Dio ad aver
sperimentato la morte>>. esistono nella mitologia
altre divinità che sono morte e resuscitate l'elenco
protrebbe essere lungo, tra le divinità meno
conosciute, per essere morte e risorte, c'è il Dio
Baal.
tutto sommato la scheda è precisa, non ci rimane che
attendere l'uscita del film.
anche in campo cinematografico le cose stanno
cambiando, penso che questo cambiamento d'orientamento
abbia contribuito un buon film come "Il codice da
Vinci".
saluti
francesco scanagatta

dal sito del film:
http://www.videa-cde.it/illabirintodelfauno/

BREVE INTRODUZIONE ALLA MITOLOGIA
sul Grande Dio Pan

L’antico dio Greco Pan (il cui equivalente romano è il
Dio Fauno) era originariamente il dio dei pastori e
delle loro greggi, prima di essere associato alla
fertilità e alla natura in genere. Pan rappresenta la
Natura “nella sua interezza” e quindi nel bene e nel
male, senza alcun equilibrio morale. Diciamo che è in
pratica un personaggio neutrale che può essere
all’origine della creazione ma anche della
distruzione. Figlio di Hermes e della Ninfa Dryops (o,
stando ad altre leggende, di Hermes e Penelope, la
moglie di Ulisse), è nato con le gambe e le corna di
una capra. Abbandonato dalla madre proprio per il suo
aspetto mostruoso, il padre Hermes se lo è portato
nell’Olimpo, conferendogli quindi il rango di
divinità.
Tuttavia, Pan non amava Olympia, dove gli altri Dei si
prendevano gioco di lui per il suo strano aspetto e
preferiva vivere con i satiri, le ninfe e le altre
divinità della Natura, nel profondo della foresta di
Arcadia.
Il caratteristico flauto di Pan (o siringa di Pan)
prende il nome dalla Ninfa Siringa, del quale Pan era
follemente innamorato. Si narra che per sfuggire alle
sue attenzioni, la ninfa si trasformò in un cespuglio
di rose. Folle di rabbia, Pan tagliò i rami di quel
cespuglio in diverse lunghezze e li usò per fabbricare
il suo mitico flauto.
Pan deve la sua brutta reputazione al suo
caratteraccio. Detestava essere svegliato dal sonno,
si alzava in preda ad una furia disumana e emetteva un
orribile grido, incutendo paura o addirittura “panico”
nei cuori di coloro che lo sentivano. Inoltre,
appariva senza alcun preavviso agli ignari mortali
provocando spesso un terrore che ne causava la morte.
L’appetito sessuale di Pan è leggendario: ninfe, dee e
anche satiri erano tutti oggetto della sua lussuria.
Questa sua terribile reputazione, associata anche al
suo aspetto decisamente mostruoso, hanno senza dubbio
spinto i Cristiani nel Medio Evo a demonizzare Pan,
attribuendo a Satana le sue sembianze nella loro
continua lotta tra il Paganesimo e le altre
tradizioni.
Pan è l’unico Dio ad aver sperimentato la morte. La
sua fine può essere interpretata simbolicamente come
il ciclo delle stagioni e il passaggio dall’estate
all’inverno passando per l’autunno.

Sunday, November 12, 2006

meglio il paganesimo

salve,
vi invio un articolo che tratta di paganesimo.
l'impostazione dello scrittore non è pagana. l'autore
è un laico che davanti alle mostrusità del monoteismo
ha compreso che esite una visione religiosa ben
diversa. l'estensore dell'articolo parla anche di
alcune dottrine misteriche antiche che sembrano avere
qualche assonanza con in cristianesimo. queste
assonanze esistono solo perchè il monoteismo ha
cancellato il significato di alcune parole, e le ha
ridefinite all'interno della sua visione del mondo.
l'articolista parla anche della necessità di nuove
divinità. per noi pagani non c'è alcun problema.
noi abbiamo sempre cara l'espressione di Walter Otto
che diceva che antiche divinità attendono il
risveglio, ed altre attendono di nascere.
saluti
francesco scanagatta
----

http://www.avanti.it/article.php?art_id=15394

LA PROVOCAZIONE/ RITORNO AL FUTURO:
PER UN NEO-PAGANESIMO IN ONORE DELLA DEA RAGIONE E DI
TUTTI I SUOI PROFETI: DA VOLTAIRE A MAZZINI
Contro le alienazioni delle religioni
11/11/2006

Il Paganesimo è vecchio come l’umanità. Mettiamo però
un punto e iniziamo dai culti misterici greci. Già in
era pre-ellenica aveva acquistato importanza in Grecia
una comunità misterica che prendeva nome dalla città
attica di Elèusi, dove si trovava il luogo del culto.
I misteri elèusini ebbero molti seguaci fino ad epoca
romana inoltrata. La legenda che sta alla base del
culto indica che in origine si trattava di riti legati
alla vegetazione. Mades (Ade) ha rapito Kore (Core),
la fanciulla divina patrona delle messi. Core viene
cercata dalla madre Demeter (Demetra) e ritrovata. Il
ritorno e il permanere di Core sulla terra
simboleggiano la stagione fertile dell’anno. Nei
misteri elèusini, la rappresentazione drammatica di
questa legenda ad opera degli iniziati, i “misti”,
aveva perduto il carattere originario di un rito della
vegetazione. Ora la rappresentazione serviva per
conferire ai “misti” un senso di profonda letizia e
garantiva un destino felice nell’oltretomba. Il culto
del dio Dionysos (Dioniso) era giunto in Grecia dalla
Asia Minore e in epoca ellenistica si diffuse
nell’Impero Romano, trovando accoglienza anche a Roma.
Anche l’orfismo e i suoi misteri conobbero in epoca
ellenistica una grande fioritura. Erano giunti
nell’Impero Romano dalla Tracia attraverso la Grecia.
Resoconti sul poeta e cantore tracio Orpheus, al quale
si fa risalire l’orfismo, presentano aspetti che
appartengono al mondo della mitologia. Orfeo sarebbe
sceso agli inferi per strappare al regno delle ombre
la propria consorte Eurydike. L’impresa gli sarebbe
riuscita soprattutto con l’aiuto del suo canto, ma
quando si voltò verso Euridice, questa si vide
costretta a tornare fra le ombre ed egli fu dilaniato
dalle Mènadi. Pitagora (circa 580-510 a.C.) fu il
fondatore di una dottrina e di una comunità religiosa
che lo riconosceva come maestro e che era vicina
all’orfismo. Il pitagorismo sorto a Kroton, oggi
Crotone in Calabria, mirava alla liberazione
dell’anima dal carcere del corpo e al suo ritorno alla
propria origine celeste. L’anima raggiunge questa meta
anzitutto mediante la metempsicosi, o trasmigrazione
delle anime, che comprende corpi di persone umane e di
animali. I pitagorici sottostavano a severe norme di
vita ascetica, che prevedevano sia il celibato, sia
prescrizioni alimentari: vino, carne e fagioli, erano
vietati. I loro servizi divini erano caratterizzati
dall’importanza predominante della musica, che stava
in rapporto con una dottrina dei numeri come essenza
di tutte le cose. Ai tempi di Silla (138-78 a.C.)
giunse a Roma dall’Egitto il culto di Isis; culto che
venne osteggiato dal Senato. Tiberio osteggiò i suoi
seguaci e soltanto dopo Caligola il culto di Iside fu
tollerato ufficialmente. Nel sincretismo ellenistico,
Iside acquisì una importanza molto più grande rispetto
al suo consorte Osiris. Iside divenne senz’altro la
Kyria, la “signora” ed era considerata “madre delle
cose” e “inizio primordiale” dei tempi. Il culto di
Iside metteva però anche in evidenza l’aspetto umano
della divinità. Già in Egitto, essa era venerata come
madre di un giovane dio, che portava lo stesso nome di
Horus, l’antica divinità dell’Egitto faraonico
raffigurata sotto la forma di falco. L’epoca
ellenistica predilige rappresentazioni di Iside con
Horus bambino. La Persia era la patria del dio
Mithras. Nell’impero romano, Mitra era venerato fin
dal I secolo d.C. come un dio redentore che stava in
stretto rapporto con il Sole. Il suo culto, dal quale
erano escluse le donne, era diffuso soprattutto fra i
soldati. Di conseguenza, santuari di questa religione
di soldati, i cosiddetti mitrei, venivano costruiti in
primo luogo nelle località sede di guarnigioni. Erano
aule relativamente piccole a pianta piuttosto estesa
in senso longitudinale, affiancate a entrambi i lati
da sedili di pietra per gli iniziati. Un esempio
particolarmente suggestivo si trova sotto la chiesa di
San Clemente a Roma. In Grecia, Zeus, il dio del
cielo, il Signore dell’Olimpo, era al vertice degli
dei dell’antica Grecia, rappresentati in modo
antropomorfo. Zeus, figlio del titano Kronos e di
Rheia aveva raggiunto questa posizione somma dopo aver
spodestato suo padre che a sua volta era succeduto a
Urano e a Gaia nel dominio sugli altri dei. Come dio
del cielo, Zeus non è soltanto il Signore del cielo
luminoso e chiaro. L’aspetto celeste della sua figura
include anche il potere sul maltempo: tuono e folgore,
che in epoca remota gli avevano donato i Ciclopi,
figli titanici di Urano e di Gea, sono segni e mezzi
della sua potenza. Zeus che è dio della giustizia e
dell’ordine, punisce con essi l’ingiustizia umana.
L’alta considerazione che i Greci avevano della
saggezza si esprime nell’attribuzione a Zeus e anche a
sua figlia Athena della “metis”, “intuizione,
consiglio” e “saggezza”. Dal grande numero di divinità
che il pantheon greco conosceva, i Greci hanno
radunato le più importanti in una cerchia di dodici.
Anche numi non inclusi nella cerchia dei dodici hanno
acquisito notevole importanza, soprattutto nella
poesia greca. Helios, il Signore del sole, attraversa
il cielo sul suo splendido carro. Eos è la dea
dell’Aurora, Aiolos è il signore del Vento. La coppia
di gemelli, detti Dioscuri, porge aiuto agli uomini
specialmente quando si trovano in difficoltà durante
la navigazione. Pan era inizialmente solo il dio dei
pastori dell’Arcadia in figura di montone, protettore
delle greggi e delle mandrie. Grado inferiore a quello
divino avevano gruppi di esseri soprannaturali che,
secondo i Greci, animavano la natura. Nelle selve e
nelle fonti dimoravano i semidivini Silèni. E si
distinguevano tre gruppi di ninfe: le Orèadi, le
Driàdi e le Nàiadi, rispettivamente ninfe dei monti,
degli alberi e delle fonti. La Città-Stato, la greca
polis, era concepita non soltanto come una comunità di
cittadini, ma anche come unità religiosa. Il suo
“nomos”, cioè l’ordinamento della comunità,
comprendeva l’assetto politico-istituzionale e le
usanze del culto. Gli atti di culto si svolgevano
davanti al tempio - dove era custodita l’immagine del
dio - nel “témenos”, il sacro recinto che circondava
il tempio e che come dice il vocabolo nel suo
significato etimologico, costituiva la parte “tagliata
fuori” o “separata” dal resto dell’edificio. Oltre ai
templi della polis, la religione greca conosceva anche
santuari anfiziònici. Un’anfizionìa era
un’associazione di Stati, formata da anfiziòni, cioè
dagli abitanti che “abitano intorno” al centro
culturale, uniti a protezione del santuario. Delfi era
il più importante santuario anfiziònico della Grecia;
intorno ad esso si riunivano dodici città. Secondo un
mito, due aquile, che Zeus aveva lanciato a volo dalle
opposte estremità del mondo, si erano incontrate a
Delfi; il dio aveva così identificato in questa città
l’ombelico della terra. Poi venne il cristianesimo…
Una volta vinta la battaglia di Ponte Milvio,
l’imperatore Costantino emise l’editto di Sofìa che
assicurava la libertà di culto a tutti i cristiani.
Costantino sostenne di aver veduto una croce luminosa
sovrapposta al sole, dopo di che ordinò di dipingere
il monogramma di Cristo sugli scudi dei suoi soldati.
L’anno successivo a quello della vittoria, ripeté la
solenne dichiarazione di tolleranza nei riguardi dei
cristiani nota col nome di editto di Milano e arrivò a
definire il cristianesimo la religione più legittima e
più sacra. Fu così che Costantino, nel giro di pochi
anni, introdusse tutta una serie di provvedimenti in
favore dei cristiani, in base ai quali la Chiesa e lo
Stato avrebbero dovuto operare nella più stretta
collaborazione. Vittorioso per grazia divina nei
successivi concili del 314 e 325, aumentò la autorità
della Chiesa cattolica e a Nicea (325) formulò il
Credo. Con la decisione di Costantino di convertire
l’Impero al cristianesimo, i cristiani vennero a
possedere una forza tale da portare avanti la politica
dell’impero secondo i loro intendimenti. La religione
cattolica diventò tanto arrogante che annientò tutti
gli altri culti, assorbendone per opportunità, specie
dal paganesimo, riti e credenze e distruggendone i
templi. Nel 361 salì al trono Giuliano, generalmente
conosciuto come Giuliano l’apostata che pur
proclamando la tolleranza per ogni tipo di religione
tolse alla Chiesa cattolica i privilegi economici di
cui in precedenza essa aveva goduto e fra i disordini
che inevitabilmente fecero seguito al provvedimento,
escluse i cristiani dai posti di insegnamento. Questo
breve appunto per ricordare che i cattolici non
persero tempo a occupare le scuole e i luoghi di
insegnamento. Ma il cristianesimo si era così bene
inserito nel mondo di Roma che il paganesimo fu
annientato. Fu una feroce persecuzione verso gli dei
“falsi e bugiardi” per mano cristiana con delitti e
stragi. La civiltà latina, eclettica, serena, aperta,
in una parola gentile e l’impero romano con essa
furono soffocati dalla mentalità intollerante,
fanatica e dogmatica del cristianesimo. Non ci
mancherà occasione di esaminare i fasti della carità
cristiana e le benemerenze dell’amore del prossimo.
L’odio teologico, il fanatismo cieco, le persecuzioni,
le scomuniche, le guerre di religione ignote alla
umanità pagana, furono la naturale conseguenza di
questa pazza propaganda. I primi imperatori non si
resero conto probabilmente della natura inconsueta di
questo pericolo. Abituati alla più serena tolleranza
di tutti i culti e di tute le sette, che convivevano e
prosperavano pacificamente l’una accanto all’altra
senza proselitismo e pretese di monopolio, non
pensarono neppure che in qualche testa balzana potesse
germogliare l’assurda idea che la verità si potesse
conseguire e la felicità conquistare divenendo
semplicemente i fedeli di una religione. Nessun culto
pagano aveva mai avuto pretese di questo genere; e in
tutta l’antichità in Roma e altrove la sapienza non si
otteneva mediante le credenze e i culti, ma
partecipando ai Misteri. Lo Stato poi, essenzialmente
laico, astraeva dai vari culti, e fondava la sua
sapienza amministrativa sopra le necessità sociali e
il puro diritto. Il diritto, scevro da ogni idea di
carattere religioso, non poggiava sopra alcuna morale
che ritenesse la sua origine da teorie, da postulati e
da pregiudizi; ma soltanto si imperniava sopra una
sana conoscenza empirica delle necessità pratiche
della vita. Senza impalcature di morali religiose o
filosofiche, senza classificazioni di bene e di male.
Lo Stato sovrastava in tal modo tutti i culti e la sua
autorità non aveva limiti. Stabilitasi in Roma con la
doppia autorità spirituale e temporale la Chiesa
cattolica, doveva naturalmente opporsi con tutte le
sue forze al sorgere di una qualunque autorità
politica in Roma da essa indipendente. Due autorità
politiche indipendenti e sovrane non possono
sussistere nella stessa città e tanto meno quando una
di queste è anche autorità religiosa. Il cristianesimo
si era diffuso per gran parte dell’Europa e ogni resto
di comunità pagana era scomparso. Ma un’altra
religione minacciava dall’Asia. Il fanatismo musulmano
non faceva cattiva figura a petto di quello cristiano;
dall’estrema Arabia le orde asiatiche salivano su su
verso l’Europa e strada facendo convertivano e
conquistavano i popoli con l’argomento della
scimitarra. In Oriente l’Impero tratteneva e resisteva
per secoli alla furia islamica; in Occidente,
conquistata l’Africa, gli arabi minacciavano le isole
e le coste tutte della penisola, passarono in Spagna e
varcavano i Pirenei. Caduto l’Impero, il cristianesimo
cattolico, luterano e greco-ortodossa tornava alla
Santa Alleanza e a pesare sopra tutta l’Europa. Poi,
finalmente l’illuminismo, la rivoluzione francese,
Voltaire e dopo ancora un grande pensatore italiano,
Giuseppe Mazzini, a portare in alto una nuova
fiaccola. In questa rapida rassegna la necessità di
sintesi mi ha spesso obbligato a semplici enunciazioni
o a dimostrazioni incomplete. Ma mi premeva esporre in
una visione sintetica l’immutabile paganesimo, che
significa ritornare a una tradizione trenta volte
secolare, al di sopra e al di fuori delle religioni,
che stanno portando l’Umanità nella preistoria.
Nietsche in “La gaia scienza” avvisò i popoli: “O
cancellate le vostre venerazioni, oppure voi stessi”.
In una parola ritorniamo al paganesimo. Naturalmente a
un nuovo paganesimo, un paganesimo decisamente
moderno, attuale in cui la storia e la scienza giocano
il ruolo di nuove divinità con eroi nuovi, come
Darwin, Pasteur, Einstein. Con nuove scoperte, nuove
invenzioni e nuove conquiste, vincere il dolore, le
malattie, gli odii e le violenze di ogni genere. In
una sola parola verso la pace, verso la giustizia,
verso la libertà contro tutti i fanatismi religiosi,
uguali e contrari. In una parola la Dea Ragione del
nuovo Paganesimo contro le alienazioni di tutte le
religioni che stanno svilendo il grande, nobile
concetto di Dio, come inteso da Aristotele, da
Voltaire, da Mazzini e dai grandi iniziati di tutti i
tempi.

Aldo Chiarle


Saturday, November 11, 2006

OT: radio Gamma 5

salve,
il quotidiano "liberazione" ha dedicato un ampio e
preciso articolo a Radio Gamma 5.
molti di voi sono a conoscenza del fatto che da 10
anni da questa emittente viene irradiata un
trasmissione denominata "magia, stregoneria,
paganesimo". di questa trasmissione io sono uno dei
conduttori.
non mi dilungherò sull'attuale situazione della radio,
l'articolo descrive e fotografa con precisione il
momento che la radio vive in questo momento.
vi invio l'articolo del quotidiano "liberazione".
nell'articolo viene citata anche la nostra
trasmissione.
ciao
francesco scanagatta

http://www.liberazione.it/giornale/061111/default.asp

Una controversa multa per inquinamento magnetico e
lo sfratto esecutivo minano la sopravvivenza
dell’emittente
La resistenza di Radio Gamma 5,
trent’anni a microfono aperto


Laura Eduati
Per chi non si è mai sintonizzato, è difficile
descrivere Radio Gamma 5. Una radio che da trent’anni
accoglie gli ascoltatori a microfono aperto e li fa
parlare commentando temi come l’omosessualità, i
diritti delle donne, la religione, la medicina
alternativa. Senza censure né intellettualismi.
Una colossale chiacchierata quotidiana, e notturna,
dove mille voci si intersecano - spesso in dialetto
veneto, il network è di Padova -, moderati da speaker
che non prendono una lira, in un susseguirsi di
dibattiti. O insulti. «Le telefonate non subiscono
alcun tipo di filtro», ci spiega il conduttore
Francesco Scanagatta, che di lavoro fa il ragioniere e
per andare in onda chiede le ferie. «Spesso la gente
chiama solo per urlarci: comunisti! E poi riattacca».
Radio Gamma 5, fondata nel 1976 delle antenne libere a
Cadoneghe (Pd), non fa mistero delle proprie simpatie
politiche, negli anni ’70 contigue al Pci e oggi
fortemente anti-leghista e anti-berlusconiana.
Controinformazione gestita da una cooperativa di 60
persone, occupate nei ritagli di tempo a far vivere
una delle poche radio comunitarie d’Italia: sono
operai, artigiani, panettieri, pensionati, giovani
precari, o veterinari come il presidente Paolo
Girotto. Con un palinsesto settimanale che prevede
programmi di musica (ballo liscio incluso, «per
accontentare i più anziani»), “Bar Sport”, rassegne
stampa, “Paganesimo, magia e stregoneria”. Il
programma “Ci penserò”, ad esempio, è tenuto da un
operaio-scrittore che legge in diretta i propri
racconti e li commenta con gli ascoltatori.

Ma la radio, si legge nel sito www. radiogamma5. it, è
anche “un’osteria” dove gli aficionados chiamano
semplicemente per sapere come sta il padre di Tizio,
ricoverato in ospedale, o per salutare velocemente il
marito o la moglie al lavoro - e la sensazione è
quella di stare in una piazza del Veneto che non c’è
più, dove tutti si conoscono e si fermano a parlare
prima di tornare a casa per cena. «Se dovessimo
applicare la legge sulla privacy chiuderemmo
all’istante». Lo spazio della radio, insomma, è aperto
a chiunque. Poco tempo fa un migrante nigeriano
ottenne lo spazio per una trasmissione sui nigeriani
in Italia; lo stesso è accaduto per un gruppo di ex
alcolisti e ad un dissidente iraniano. L’importante è
che se ne parli. «Siamo stati tra i primi in Italia a
dare spazio alle tematiche sugli omosessuali e alla
pedofilia all’interno della chiesa», rivendicano con
orgoglio. I conduttori fanno da speaker, registi e
centralinisti. Senza mai un rimborso spese, senza mai
uno stipendio. Un pezzo di tradizione veneta che
rischia di chiudere a breve, soffocata dal solito
vecchio problema: i “schei”. E forse anche dalla
semplice persecuzione politica.

Le spade di Damocle sono due. La prima è la multa che
l’Arpav (l’agenzia regionale per la protezione
ambientale del Veneto) ha comminato alla radio,
ritenuta responsabile del 60% dell’inquinamento
elettromagnetico nei dintorni del ripetitore situato
sul Monte Grappa, nel Comune di Romano d’Ezzelino
(Vicenza). L’importo della multa è da fissarsi, ma può
variare dai 25mila ai 150mila euro. I tecnici di parte
nominati da Gamma 5 sostengono invece che il dato è
del 7%, e la cooperativa si dice disponibile a
spostare il ripetitore («molto debole», assicurano).
La sindaca di Romano Rossella Olivo (Lega Nord), oggi
dimissionaria, ha sempre rifiutato ogni tipo di
compromessi con la radio padovana. Il ripetitore si
trova in cima ad una casa utilizzata per poche
settimane l’anno, in una zona poco abitata ma colma di
ripetitori di network ben più grossi. Eppure l’Arpav
ha multato solamente Gamma 5, Radio Capital e la voce
dei disobbedienti Radio Sherwood (che ha deciso di far
ricorso). Il sospetto, dicono in radio, è che si
voglia colpire uno dei capisaldi della
controinformazione di sinistra.

Spada di Damocle numero due: il 22 novembre la
cooperativa riceverà lo sfratto esecutivo. Dovranno
andarsene dall’appartamento che affittano da
trent’anni perché lo stabile, prima vuoto, è stato
acquistato da un imprenditore edile propenso ad
affittarlo ai migranti. Gamma 5 ha chiesto di
comperare i locali, ma la somma richiesta è troppo
alta per le loro tasche. Da lunedì il palinsesto è
saltato per lasciare il posto agli appelli per la
raccolta fondi. Per la prima volta, dicono, parliamo
di noi e della nostra storia. «Contiamo migliaia di
ascoltatori, ma per la maggior parte si tratta di
gente con stipendi molto bassi, precari e pensionati.
Il loro contributo è fondamentale, ma non
sufficiente», ci spiega Scanagatta. I fondi dovrebbero
coprire il doppio abisso: la multa Arpav e l’acquisto
di un capannone abbandonato dove trasferire Gamma 5.
Tanti schei davvero.

Nel frattempo ad aiutare i padovani sono intervenuti i
valsusini di Venaus, che hanno spedito un camion di
miele per rivenderlo, e alcuni comuni dell’Irpinia,
grati a Gamma 5 perché al tempo del terremoto si
prodigò per dare loro una mano.

«E’ chiaro che diamo fastidio, da sempre c’è qualcuno
che cerca di farci chiudere o danneggiarci perché in
Veneto siamo una voce scomoda». Se quella voce dovesse
spegnersi, migliaia e migliaia di ascoltatori
(concentrati principalmente nelle province di Padova,
Treviso e Vicenza), perderebbero la piazza radiofonica
che li ospita “indipendentemente dall’età, dal ceto
sociale, dal lavoro o dal conto in banca”.

Per contributi c/c postale 25386459 intestato a
Cooperativa Gamma 5, via Belzoni 9, Cadoneghe (Pd)