Saturday, December 03, 2022

Gli dèi dell'Olimpo

Gli dèi dell'Olimpo

Storia di una sopravvivenza


Barbara Graziosi

Utet, Novara, 2015


Un giorno il tiranno di Siracusa convocò il poeta Simonide e gli domandò che cosa fosse un dio. Simonide richiese un giorno di tempo per pensarci. Trascorsi ormai diversi giorni, il tiranno pretese una risposta, ma il poeta ammise: "Più tempo passo a riflettere sulla questione, e più oscura mi sembra". Gli dèi di Simonide li conosciamo bene anche noi: il saggio Zeus e la gelosa Era, Ares il violento e la sensuale Afrodite, il dispettoso Ermes, la casta Artemide e tutte le altre divinità che dall'Olimpo incombevano sugli uomini. Eppure, la questione che era oscura per il poeta greco non è più semplice per noi: chi sono, davvero, gli dèi olimpici? Perché sono sopravvissuti a quel mondo che li venerava nei templi e cantava nei poemi? 

La giovane studiosa Barbara Graziosi parte da qui per una ricognizione storica, antropologica e culturale, che dall'antica Grecia, dove la religione e i suoi riti fecero da spina dorsale alla nascente democrazia, arriva fino a noi. 

Seguire le trasformazioni degli Olimpici nelle varie civiltà ed epoche che hanno attraversato significa leggere in trasparenza la storia del lascito culturale del mondo greco, che anche dopo la dissoluzione della potenza di Atene ha continuato a circolare e a ibridarsi con le culture di altri popoli sia verso Oriente (l'Egitto alessandrino ma anche i paesi arabi e l'Estremo Oriente) sia verso Occidente (L'impero romano ma anche, in seguito, il medioevo Cristiano e il Rinascimento, e persino il nuovo mondo).

Gli dei dovrebbero essere eterni per definizione, Eppure è difficile riconoscere nel giovane travestito da Monaco Cristiano, nascosto nell campanile fiorentino  di Giotto, i  tratti regali dello Zeus del Partenone. non solo: in questo viaggio nel tempo e nello spazio Graziosi ci mostra un’Artemide sotto forma di tronco di olivo, un Ermes stregone, una Apollo irochese... Dii fronte al mistero di questa persistenza, Lo studioso francese Bernard de Fontenelle, nel XVII secolo, aveva concluso che gli dei dell'Olimpo non sono divinità nè demoni, ma “semplici chimere, sogni a occhi aperti e assurdità”. In ogni caso, una cosa è certa:  di chimere, Sogni e assurdità gli esseri umani hanno bisogno da sempre, e sempre di più.


dalla quarta di copertina

È chiaro che gli dèi olimpici dovettero a fare sforzi immensi per sopravvivere al cristianesimo e all'islam. le loro state venivano distrutte, i loro tempi abbattuti e loro fedeli sedotti da altre, più virtuose visioni del Divino. lungi dal essere il fondamento della vita civile, erano diventati una rozza superstizione, buona ormai soltanto per solitari Pagani. Eppure, gli dei riuscirono incredibilmente a sopravvivere per filo a scomparsa dei propri fedeli. il fatto che abbiano continuato a suscitare interesse e congetture anche senza il sostegno di pratiche e credenze religiose è uno dei fenomeni più straordinari della storia della civiltà classica.


da pagina 192

La questione di come esattamente il dei babilonesi siano ricomparsi all'improvviso nel campo della Scienza araba e piuttosto di battuta, ma evidentemente certe arcaiche tradizioni locali erano sopravvissute, perché gli dei planetari arabi a volte assomigliano più ai loro antenati babilonesi che hai cugini greci. In alcune remote regioni mesopotamiche le popolazioni dovevano aver continuato a venerare e studiare le stelle, relativamente al riparo dalle influenze greche, romane, cristiane e islamiche.


 



Thursday, November 24, 2022

La menzogna del sacrificio dei bambini

 La menzogna del sacrificio dei bambini



Sappiamo che il monoteismo è sempre pronto ad ingannare, raccontare cose false, Ad attribuire ad altri comportamenti feroci, ad inventarsi le culture e i riti delle altre popolazioni. Il monoteismo  è sempre pronto a falsificare qualsiasi cosa pur di giustificare la sua ferocia e la sua criminalità. una delle tante fantasie malate del monoteismo è quella di imputare agli altri popoli il sacrificio umano. la cosa non ha mai trovato nessun riferimento archeologico, pure interpretazione, molto spesso condizionate da “ricercatori” il cui testo di riferimento è la bibbia.

un libretto  sull'argomento “il santuario di bambini (Tofet) di Sabatino Moscati riporta numerosissime scoperte archeologiche. il testo non ha goduto della diffusione  che meriterebbe. 

vediamo alcuni dati riportati nel libro

Mancano per ora gli antecedenti archeologici orientali del tofet.

… Secondo la stima degli archeologi americani, circa 20.000 urne furono deposte tra il IV e il III secolo. ne conseguirebbe una media 100 urne per anno.

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L'analisi delle ossa, e in particolare di quelle umane e ancora non ha avuto per lungo tempo parte nella ricerca scientifica, Anche perché occorrevano competenze non abituali nell'archeologia. Essa è Tuttavia cominciata scientificamente del 1950 ... Nel 1950 … esamina … 113 urne con resti umani  provenienti da Cartagine e Sousse … Si arriva alla conclusione che le ossa appartengono a individui la cui età Faria da 5 mesi di vita intra uterina a qualche settimana dopo la nascita punto la deduzione puntinipuntini si sforza di non evidenziarla, è inevitabile: i bambini sepolti nelle un e non possono essere stati uccisi, ma tebro almeno in parte essere nati morti, ovvero morti naturalmente poco dopo la nascita punto e, manca del resto, qualsiasi indizio sono stati uccisi prima di essere bruciati.

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un ulteriore indagine su 75 urne da Cartagine e da Sousse. Vi trovano i resti di 85 individui, segno che alcune un contenevano i resti di più di uno. Quanto all'età, ben 65 individui risultano giunti al limite della vita intrauterina, ma senza averlo superato, mentre 17 sono vissuti oltre alla nascita, ma meno di due mesi. Sembra evidente l’ampia diffusione della mortalità infantile e l'impossibilità, almeno nella maggior parte dei casi, di una uccisione prima della combustione.

Nel 1961... Esamina 180 urne, ancora da Cartagine e da Sousse. l'esito da l'ottanta per cento di feti o di neonati, il 20% di bambini di pochi mesi (solo 4 casi tra i 2 e 3 ann) … nel 5% dei casi si può dimostrare il mancato raggiungimento del nono mese di vita intrauterina.

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Nel 1980 … vengono esaminate 130 urne su 400 reperite; di esse 80 sono di età arcaica. le deposizioni uniche risultano il 78%; in esse il 30% è relativo a bambini nati prematuramente o neonati; l'età massima è di 3 anni.

Malgrado la non conforme evidenza, gli archeologi americani dichiarano di non avere dubbi sul uccisione di bambini sepolti nel tofet, Anzi ne danno la motivazione in una forma di controllo delle nascite.

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il tasso di mortalità infantile era assai alto... Un'indagine relativa alla necropoli africana di Setif, databile al primo e secondo secolo dopo Cristo E dunque a un’epoca  in cui le condizioni sanitarie erano sia già migliori, indica che il 16% dei concepiti non arriva alla nascita, il 30% non supera il primo anno di vita, solo il 20% e va l'età adulta.

in due successivi studi, nel 1988 e nel 1989, … Tuttavia attendibile che le ceneri appartengono nella grande maggioranza a bambini morti naturalmente.

Al di fuori dell'Africa settentrionale ... nel 1988 per il tofeti di Tharros ... i due autori sono convinti delle uccisioni dei bambini, tanto che parlano sempre di ‘vittime’; …i bambini bruciati nel tofet dovevano essere morti in precedenza per cause naturali, non uccisi. 

Quanto alle funzioni di Baal Hammon, il tempietto lo indica come esponente di un culto familiare, privato, come è appunto quello del tofet. nulla emerge, nella figura divina, che richiami a sacrifici cruenti. 

Il nome tofet sia entrato nell'uso scientifico a motivo della tradizione biblica … nel mondo punico non ricorre mai, il nome tofet.

I protagonisti degli Scavi americani di Cartagine, Dove  pure v’è stata un'analisi accurata e significativa delle ossa, non hanno dubitato del rito.

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che il racconto del sacrificio dei bambini manca presso i maggiori storici antichi, da Tucide a Erodoto, da Polibio a Livio. se essi avessero conosciuto tale racconto, e se gli avessero prestato fede, lo avrebbero Certo e ampiamente utilizzato nell'ampia trattazione che riservano ai cartaginesi, tanto più data l'impostazione polemica della trattazione stessa.

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Si può invece sostenere che l'opinione che venissero bruciati per un rito particolare i bambini che nascevano morti o morivano in tenera età, 

… resta però l'assurdità di un sistematico infanticidio.

essendo ii ritrovamenti delle ossa in posizione analoga, se ne può dedurre che l’incinerazione non è avvenuta in modo casuale... esclude in modo definitivo che essi fossero fatti cadere nelle braccia di una statua.

non esistono casi di roghi plurimi ... i bambini oggetto del rito erano morti naturalmente. 

Nell’ambito delle ipotesi, è naturale pensare che potessero venire uccisi i bambini che nascevano gravemente  infermi o deformi. Ma si tratta appunto di ipotesi,

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Ma non è un caso che alcuni autori di particolare importanza e antichità non menzionino il crudele rito attribuito alla rrivale di Roma: si tratta di un silenzio più significativo di molte parole. 

citazioni da 

Sabatino Moscati

Il santuario dei bambini (Tofet)


Friday, May 20, 2022

L’uomo antico

 L’uomo antico che va incontro alla divinità si trova di fronte a un mondo di dèi. Questo non è un altro mondo, bensì quello stesso in cui egli vive e che gli mostra, nelle figure divine, il proprio aspetto mitologico. Il senso di realtà potrebbe accompagnare anche le figure di un mondo divino frutto della proiezione dell’uomo e privo di un fondamento esterno all’uomo stesso; ma la certezza che determinate figure riappariranno in determinati momenti si nutre sempre della percezione dei movimenti cosmici. La religione antica non riposa sulla fede nella verità dei racconti mitologici con tutte le loro contraddittorie variazioni (la questione della verità non ha alcuna rilevanza), ma principalmente sulla certezza che il cosmo quale fondamento e sfondo coerente – completo e durevole – di quel che nella mitologia mostra il suo volto umano, esiste.

Karl Kerényi

Friday, May 13, 2022

La religione antica

 La religione antica in quanto fenomeno storico è spiritualmente così vicina a noi occidentali che possiamo comprenderne immediatamente la struttura: essa non è una religione che si volge all’aldilà; i suoi dèi sono gli dèi di questo mondo e dell’esistenza umana. Essi sono trascendenti solo in quanto la nostra esistenza non li contiene; sono essi, piuttosto, a contenerla.

Karl Kerényi

Friday, May 06, 2022

Non serve fede per gli Dei

Non serve fede per gli Dei

 Ma quando un dio particolare è in modo spe­ciale l’unico e solo Dio supremo, trascendente, Im­perscrutabile nella sua essenza, innominabile e tutta­via scritto a lettere maiuscole, il contatto con questo essere supremo onnipotente dipende dalla sua gra­zia generosa, dalle sue rivelazioni epifaniche in miracoli, dono delle lingue e visioni, cioè in ultima ana­lisi dipende dalla tua incrollabile fede assoluta. Ov­vero, secondariamente, dall’intercessione di una  isti­tuzione, di un libro, di un culto, di un profeta o di una incarnazione intesa come emanazione letterale dell’essere originale, trascendente e nascosto.

La trascendenza di questo unico Dio supremo si­gnifica che non ci sono dèi alle porte della città, co­me nell’antica Roma, non ci sono dèi nei giardini, nella dispensa delle case. Non ci sono presenze udi­bili degli dèi: il chiurlo della civetta non è più la vo­ce di Atena, le raffiche del vento del Nord non sono la voce di Borea, nelle tempeste marine e nei vortici non parla Poseidone, nel bruciore improvviso della passione erotica non si avverte la freccia di Eros che trafigge la carne. Poiché, dove la vita è vissuta nei miti, gli dèi sono così palesemente presenti nell’ani­mazione della vita, non hanno bisogno della nostra fede.

James Hillman, un terribile amore per la guerra