Wednesday, December 07, 2011

I soldati pagani hanno diritto a un luogo di culto. Per loro è nata una "piccola Stonehenge"

La Repubblica 2.12.11
Cercasi druido disperatamente per i militari Usa
I soldati pagani hanno diritto a un luogo di culto. Per loro è nata una "piccola Stonehenge"
Caccia anche ai "cappellani" di queste confessioni minoritarie
Alcuni cadetti sono di origine "nativ american", altri hanno abbracciato i riti celtici
Federico Rampini

Druidi, streghe e maghi, esperti in "religioni della Terra": mentre il mercato del lavoro è avaro di opportunità, ecco delle figure professionali che offrono uno sbocco sicuro. Posti di prestigio, con la divisa più rispettata degli Stati Uniti: quella della US Air Force. Vuole essere "politically correct" fino in fondo, l´accademia militare di Colorado Springs, quella che forma i Top Gun destinati a perlustrare i cieli dell´Afghanistan o (fino a ieri) della Libia. E così tutte le religioni hanno pari cittadinanza. Non importa che la stragrande maggioranza dei 4.300 cadetti sia protestante o cattolica, l´Air Force Academy ha già costruito cappelle e luoghi di culto appositi per gli 11 musulmani dichiarati, i 16 buddisti e i 10 induisti che annovera tra i suoi ranghi. L´ultima novità è la più singolare: tra i futuri superpiloti dell´aviazione militare più potente del mondo ci sono anche dei pagani, fieri di esserlo e ben decisi a non occultare la propria appartenenza.
Alcuni sono di origine "Native American", gli autoctoni che un tempo chiamavamo indiani d´America, fedeli ai culti dei loro antenati. Altri si sono convertiti più di recente a varie forme di paganesimo, come i riti celtici celebrati dai druidi o la moderna versione wiccan, una forma di paganesimo che si è sviluppata nel XX secolo in Inghilterra. Altri ancora si rifanno a credenze antichissime legate a Stonehenge, le monumentali pietre che si visitano nella contea inglese del Wiltshire, risalenti a 5.000 anni fa. Tutti hanno diritto ad avere dei "leader spirituali", e dei cappellani adeguatamente addestrati. Per loro, l´Air Force Academy ha già speso 80.000 dollari: tanto è costato allestire un "tempio all´aperto", adatto e ospitale per tutte quelle che vengono definite "religioni della Terra".
Questo Natale, a fianco ai tanti cadetti che andranno alla messa di mezzanotte, i loro commilitoni pagani accenderanno i ceppi "yule", legni la cui fiamma è un simbolo rituale della fede nel risorgere eterno del sole. «E´ molto bello avere uno spazio tutto per noi», ha dichiarato Nicole Johnson, aspirante donna pilota, 21 anni, cadetta di prima classe a Colorado Springs. La Johnson, originaria della Florida, è una convertita recente che ha abbracciato il paganesimo dopo essersi arruolata all´Accademia. La notte di Natale lei sarà tra quelli che useranno la "piccola Stonehenge", un insieme di pietre assemblate in un cerchio sulla collina che domina la base militare. I pagani sono un piccolo numero, però hanno due leader spirituali, tra cui la cadetta Johnson che viene considerata una "strega". Senza offesa. Lei stessa ha ammesso che i compagni di addestramento la trattano con rispetto, non ricorda manifestazioni di ostilità. La domanda più indiscreta che le è stata posta, è se danza nuda davanti ai falò (no). Qualcuno le ha chiesto sommessamente se sia possibile lanciare il malocchio contro un ufficiale (no). Quel che accade a Colorado Springs non si chiama "tolleranza", un termine pericoloso perché implica che la religione "superiore" (il cristianesimo praticato dalla maggioranza) concede benevolmente un po´ di spazio anche agli altri. Invece la dottrina ufficiale, spiega il capo cappellano maggiore Darren Duncan, è che nella U. S. Air Force Academy si applica rigorosamente il Primo emendamento. È l´articolo della Costituzione americana che garantisce la libertà di religione. E perfino la libertà di non-religione: a Colorado Springs sono censiti ben 43 atei, forse più coraggiosi dei pagani, in un paese dove i presidenti giurano fedeltà alla Costituzione sulla Bibbia.
In confronto i pagani sono meno "diversi", loro a Dio credono così tanto che ne adorano diversi, o s´inchinano a una sorta di divinità immanente che pervade tutte le cose della natura. Il cappellano Duncan ha dovuto seguire dei corsi speciali per essere in grado di comprendere le esigenze di tutte le minoranze religiose presenti tra i cadetti. Perciò druidi e streghe sono ricercati anche in veste di docenti, per illuminare i profani sul paganesimo. L´esemplare correttezza della U.S. Air Force sembra confermare una tradizione americana: spesso in questo paese le forze armate sono state il primo laboratorio di esperimenti avanzati, per esempio per l´integrazione razziale. In realtà qualcuno ricorda che l´aviazione militare ha molto da farsi perdonare. Michael Weinstein, che dirige una fondazione per la libertà religiosa tra i militari, denunciò nel 2005 proprio i vertici dell´aeronautica per aver consentito nei loro ranghi un "proselitismo aggressivo" da parte di alcuni gruppi di fondamentalisti cristiani. Fino alla presidenza di George Bush, e in particolare dopo l´11 settembre, si segnalarono casi di alti ufficiali che motivavano le guerre in Afghanistan e in Iraq come delle "crociate contro gli infedeli". Tuttora vicino alla base di Colorado Springs c´è una potente organizzazione, Focus on the Family, che fa capo alle chiese evangeliche. Ma la sera di Natale dovranno rassegnarsi a vedere, a poca distanza dalla cappella per i cristiani, un gruppetto di cadetti impegnati a celebrare il dio-Sole, davanti alla loro Stonehenge.

Friday, October 28, 2011

Alpena


Alpena.
Dea del pantheon etrusco.

Divinità appartenente alle dee del gruppo Lasa
Divinità femminili, guardiane di tombe, spesso rappresentate.
I simboli a loro associae sono specchi e corone.

Compongono questo gruppo:
Vecu
Muntucha
Alpena
Losna
Mean
Zipna

Aiutano gli uomini.
Spesso vengono raffigurate nude, divinità legate alle ninfe.

Sunday, October 23, 2011

Friday, September 09, 2011

Poi venne il cristianesimo...


Poi venne il cristianesimo e con esso la maledizione della carne. Il cristianesimo ha spezzato il mandala, i quattro che compongono l'armonia. Tre si trovano raccolti e separati dal quarto, il diavolo, che l'iconografia prese a dipingere con i tratti di Pan, il dio greco del sesso che, nell'ora meridiana da lui preferita, rincorreva con i suoi zoccoli da capra e le sue corna mozze le ninfe del bosco. Il cristianesimo tenne le file della sessualità in Occidente, dove il cielo era separato dalla terra e lo spirito dalla carne. Se un bel giorno si smettesse di esecrare la pornografia, che poi altro non è se non la carne nella sua solitudine, e si incominciasse a esecrare chi ha ridotto la carne in solitudine, separandola dal cielo per farne l'anticamera dell'inferno, il primo girone della Commedia.

Umberto Galimberti

Monday, August 29, 2011

Polemica in Toscana per un «affresco evirato»

Polemica in Toscana per un «affresco evirato»
Marco Gasperetti
Corriere della Sera 20/8/2011

MASSA MARITTIMA (Grosseto) —Le dispute degli studiosi sull'Albero della Fecondità, enigmatico affresco del 1265 con immagini falliche, ritrovato casualmente nel 1999 sotto uno strato di rocce calcaree a Massa Marittima, fino ad oggi si sono concentrate su significato e attribuzione dell'opera. Adesso, dopo tre anni di restauri terminati una decina di giorni fa, sono gli «attributi» a far discutere e persino a spingere un consigliere comunale a presentare un esposto a Procura e ministero per una presunta «castrazione». In altre parole alcuni testicoli dei falli, che pendono dall'albero, sarebbero stati in parte ridimensionati o cancellati, una sorta di censura postuma e inspiegabile. «L'affresco appare compromesso nella sua autenticità per una campagna di restauro irrispettosa dei caratteri artistici, tipologici e formali dell'opera — ha scritto Gabriele Galeotti, consigliere per una lista civica di opposizione in municipio — molte porzioni dell'opera sono state ridipinte arbitrariamente». Accuse respinte dagli esperti. «Tutta l'operazione è stata condotta con ogni possibile accortezza — replica in una nota il soprintendente ai beni storici e artistici per le province di Siena e Grosseto, Mario Scalini — e la tecnica impiegata non può in alcun modo aver radicalmente modificato parti originali dell'opera». Scalini spiega che i testicoli non più visibili potrebbero essere quelli ritoccati nei precedenti restauri e che «comunque le infiltrazioni d'acqua hanno costretto al fissaggio delle parti pittoriche e all'asportazione dei sali e calcari: tra le parti più attaccate dai depositi potrebbero dunque esserci anche quelle che raffiguravano i testicoli dei frutti». Sul significato dell'Albero, gli studiosi si dividono. C'è chi ritiene l'opera un'allegoria della fecondità, chi invece, come George Ferzoco dell'Università di Leicester, la giudica uno straordinario manifesto politico databile tra i1 1267 e i1 1335 realizzato dai guelfi (al potere) contro i ghibellini. Le aquile nere sarebbero il simbolo del potere imperiale e le figure femminili streghe impegnate ad appendere i falli staccati ai nemici.

Wednesday, June 08, 2011

quelques dates et quelques etapes dans le retour de la coscience paienne en europe

quelques dates et quelques etapes dans le retour de la coscience paienne en europe

quelques dates et quelques etapes dans le retour de la coscience paienne en europ

Sunday, May 08, 2011

Vouloir revue culturelle pluridisciplinaire - 1988 - paganismes e neo-paganismes

Vouloir revue culturelle pluridisciplinaire - 1988 - paganismes e neo-paganismes

Vouloir revue culturelle pluridisciplinaire - 1988 - paganismes e neo-paganismes

Thursday, April 28, 2011

Come conciliare Dioniso e Apollo, ebbri e assennati

La Stampa Tuttolibri 23.4.11
Come conciliare Dioniso e Apollo, ebbri e assennati
Eros e Logos La lotta tra bellezza e verità che ha caratterizzato i Greci
Per Giorgio Colli, nel solco di Nietzsche, le due divinità non si contrappongono, ma coesistono
di Marco Vozza

Il debito di riconoscenza che la cultura internazionale, non soltanto quella italiana, intrattiene nei confronti di Giorgio Colli è inestimabile, innanzitutto per averci restituito un Nietzsche integro e credibile, sottratto alle reiterate manipolazioni precedenti, attraverso l’edizione critica delle sue opere condotta con Mazzino Montinari. Ma Colli era anche un grande editore e un filosofo autonomo, seppur sempre fedele alla traccia dei suoi autori prediletti, Schopenhauer e Nietzsche fra tutti, ma in particolare i primi pensatori greci, quei sapienti delle origini che si avvalevano delle forme espressive del mito, della religione e della poesia prima che si affermasse il pensiero astratto dei filosofi classici.
Ora abbiamo la possibilità di tornare su quei temi, tra antico e moderno, in virtù di una consistente, affascinante quanto rigorosa, raccolta di scritti inediti, la cui tesi assai ambiziosa considera «apollineo» e «dionisiaco» non soltanto criteri elettivi per la comprensione del mondo greco ma «principi universali e supremi della realtà», capaci di spiegare i dualismi del pensiero filosofico ma anche la musica di Beethoven. La chiave teoretica, non soltanto estetica, che introduce Colli, dell’antitesi tra dionisiaco e apollineo come connessione indissolubile, più che contrapposizione, tra interiorità ed espressione appare già prefigurata nella filologia nietzscheana dell’avvenire che indaga il fenomeno della vita secondo istanze metafisiche.
Apollo e Dioniso rappresentano il sogno e l’ebbrezza, la forma e la forza, la visione e l’impulso orgiastico, differenti espressioni del sentimento estatico dell’esistenza, quello in cui l’uomo viene trasfigurato nell’opera d’arte. Nietzsche insiste sulla coesistenza delle due divinità che si spartiscono il dominio nell’ordinamento delfico del culto, generando un equilibrio che vede alternarsi assennatezza e dismisura, moderazione e violenza. Nell’ebbrezza dionisiaca, la natura ritrova la propria potenza unitaria, dapprima dissipata nel processo di individuazione, opera altresì la redenzione di una volontà altrimenti intristita, ora rivitalizzata da una mescolanza panico-orgiastica di affetti.
Tra Dioniso e Apollo si instaurò la lotta tra verità e bellezza, che caratterizzò la grecità fino a raggiungere, depauperata e isterilita dopo Socrate, la modernità; i Greci intesero che il fine della cultura è quello di «velare la verità», di opporre la misura all’eccesso. Si trattò per la grecità apollinea di trasformare il carattere lacerante del pensiero tragico in «rappresentazioni con cui si potesse vivere», creando un mondo intermedio tra verità e bellezza, in cui il dolore, l’assurdità e l’atrocità dell’esistenza giungessero a manifestarsi in una bella parvenza, trasferendo cioè sul piano illusorio e salutare dell’apparenza la visione annichilente di quell’abisso terrificante.
L’arte rendeva possibile la creazione di «una possibilità più alta di esistenza», che consisteva nel mantenere aperta e vibrante l’espressione degli affetti, la comunicazione dei sentimenti, la condivisione del dolore, seppur trasferita «in rappresentazioni coscienti»; in tal modo, nell’esaltazione dell’essere che si avvale della danza e dell’intero simbolismo del corpo, la bellezza veniva ad accrescere «il piacere di esistere», cioè la vita ascendente.
Colli non ne fa menzione ma la più rilevante conferma della propria tesi giunge indirettamente dalla letteratura psicanalitica: Jung pone al centro dei Tipi psicologici la dicotomia tra apollineo e dionisiaco, come modello di spiegazione dei fenomeni di introversione ed estroversione. Il dionisiaco costituisce «l’espansione diastolica», pulsionale e multiforme, dell’esistenza, mentre l’apollineo rappresenta il tentativo razionale di ripristinare nella psiche un ordine unitario. Eros e Logos convivono permanentemente nella nostra vita.

Tuesday, April 12, 2011

Gesu il Superuomo

Bonifacio ordina l'abbattimento di quercia sacra dei Sassoni



Bonifacio ordina l'abbattimento di quercia sacra dei Sassoni
Illustrazione del 19 ° secolo ", abbattendo una quercia sacra dei Sassoni", disegnata da H. Leutemann. Durante l'8 ° secolo dC, missionari come Bonifacio tentarono di convertire i pagani sassoni al cristianesimo.

Friday, March 25, 2011

Le paradis perdu des Kalash 1 sur 3

Le paradis perdu des Kalash 1 sur 3


Dans une vallée reculée de la frontière pakistano-afghane, les 3000 derniers païens Kalashs vivent encerclés par la communauté musulmane et les réfugiés afghans. À l’annonce du solstice d’hiver, ils prient, chantent et dansent pour la renaissance des saisons et de leur culture. Parmi eux, la jeune Najiba se découvre femme et prend conscience des périls croissants qui menacent sa communauté. Ce printemps, les talibans ont passé les portes de son village.
En quittant l’insouciance de l’enfance, Najiba est au tournant de l’histoire Kalash. Elle doit choisir entre se convertir à l’Islam, rejoindre la modernité ou permettre à sa tradition de perdurer. C’est avec le choix de sa génération que l’éternel retour des saisons sanctifiées par les Kalash peut s’arrêter.

Wednesday, February 23, 2011

Giornata pagana della memoria, intervista a Manuela Simeoni: "Ma non siamo neopagani"

Era il 27 febbraio del 380 dopo Cristo, quando l’imperatore Teodosio promulgò l’editto di Tessalonica che sanciva il Cristianesimo come religione di stato romana, soppiantando così il paganesimo. Undici anni dopo arrivarono anche quelli che oggi chiameremmo “decreti attuativi”, che impedivano di fatto ai pagani di professare la loro religione. Il più noto fu quello del 24 febbraio 391 dopo Cristo, che sanciva il divieto di ingresso nei templi pagani, proibiva l’atto di avvicinarsi ai loro santuari e l’adorazione di statue o manufatti. Esattamente 1620 anni dopo quell’editto, domani si terranno delle celebrazioni per ricordare quei giorni drammatici per i pagani, che nei secoli successivi furono i primi “perseguitati” della neonata Chiesa dell’Amore. Sulla giornata, giunta ormai alla quinta edizione, ci parla Manuela Simeoni, della Federazione Pagana. (...)


Giornata pagana della memoria, intervista a Manuela Simeoni: "Ma non siamo neopagani"

Monday, January 24, 2011

La sopravvivenza degli antichi dei

La sopravvivenza degli antichi dei.
Jean Seznec, Jean
Bollati Boringhieri, 2008.

Alterati nel loro aspetto tradizionale e spesso costretti a servire da involucro di idee morali o speculative, gli antichi dei del politeismo greco hanno continuato la loro avventura fino al Rinascimento e anzi al XXII secolo, sia barocco sia classico. In quest'opera, pubblicata per la prima volta nel 1940 e divenuta in breve uno dei classici contemporanei della storia delle idee e della civiltà, Jean Seznec indaga le forme specifiche di questa sopravvivenza e gli ambiti particolari in cui essa si è compiuta: i sistemi interpretativi elaborati dagli antichi per spiegare l'origine e la natura delle loro divinità, e assimilati dal pensiero storico ed esegetico medievale; la tradizione iconografica, dalle miniature dei manoscritti astronomici e astrologici illustrati fino ai monumentali cicli pittorici che decorano le volte dei palazzi e le cupole delle cappelle; la tradizione mitografica, dalle enciclopedie medievali fino ai grandi trattati italiani tardocinquecenteschi sugli dei.

Tuesday, January 04, 2011

Dalla Pizia a Trasillo, quelle divinazioni sono parte di noi

Corriere della Sera 4.1.11
Dalla Pizia a Trasillo, quelle divinazioni sono parte di noi
di Eva Cantarella

Tra i tanti possibili modi di conoscere il futuro, l’astrologia è, a quanto è dato saperne, il più antico, o quantomeno uno tra i più antichi. Sviluppatasi probabilmente in modo indipendente nelle diverse civiltà, nel 3.000 a. C. era già praticata in Mesopotamia e da qui si diffuse sino a raggiungere l’Asia Minore, l’Egitto, e quindi la Grecia e Roma, dove andò ad affiancarsi ai molti sistemi ivi in uso. In Grecia, ad esempio, era praticata l’arte della «capnomanzia» , che leggeva il futuro nella forma delle spire di fumo; la «igroscopia» , che esaminava, interpretando, il corpo delle vittime dei sacrifici; la «catoptromanzia» , che leggeva i segnali per mezzo dello specchio... La varietà non mancava, insomma, anche se la pratica divinatoria più diffusa era quella oracolare, che aveva luogo in un tempio, dove il dio rispondeva alle interrogazioni che gli venivano poste. A volte, per farlo, si serviva di segni naturali, come a Olimpia la fiamma del fuoco in cui si consumavano le vittime, o, nel tempio di Dodona, lo stormire delle fronde della quercia sacra. Altre volte il messaggio giungeva attraverso la voce di una profetessa, che fungeva per così dire da megafono al dio. Il più importante fra tutti gli oracoli di questo tipo era quello di Apollo a Delfi, che continuò a essere frequentato fino al VI secolo d. C, quando tutti i culti pagani vennero vietati da Teodosio. I vaticini A consultare l’oracolo si recavano, oltre ai privati cittadini, molti uomini di stato, che chiedevano un responso sulla opportunità di istituire nuovi culti, di promulgare le leggi, di concludere alleanze politiche, e via dicendo. E a tutti il dio rispondeva con la voce della celebre Pizia, profetessa invasata di furore mistico, che pronunziava parole spesso incomprensibili, successivamente interpretate da un sacerdote (cresmologo), che le traduceva per lo più in versi, in forma così ambigua da far sì che l’oracolo risultasse comunque veritiero. Non diversamente, va detto, di quel che accadeva quando a profetare era la Sibilla cumana, di cui parla Virgilio, che secondo la tradizione avrebbe così risposto a un soldato che la interrogava sull’esito di una spedizione bellica: ibis redibis non morieris in bello, frase che, se si pone una virgola prima di «non» , significa: andrai ritornerai, non morirai in guerra; se invece si mette la virgola dopo «non» , significa: andrai, non ritornerai, morirai in guerra. Infine, in età ellenistica, alle forme più tradizionali della mantica locale si affiancò l’astrologia, che divenne particolarmente popolare a Roma, dove vissero astrologi (teorici e pratici) molto noti, molto ricchi e molto potenti. Alcuni di essi, come ad esempio il grammatico alessandrino Tiberio Claudio Trasillo, avendo pronosticato a Tiberio la futura carica imperiale come successore di Augusto, quando l’evento si verificò andò a vivere ed esercitare la sua arte a corte, ricevendo la cittadinanza romana come ricompensa dei suoi servizi. Il «no» dell’imperatore Ma non tutti gli astrologi erano teorici raffinati come Trasillo: la maggior parte si essi era di livello sociale e culturale assai meno elevato ed era vista con notevole sospetto. Nell’ 11 d. C. Augusto vietò le consultazioni private (il racconto in Dione Cassio). Durante il regno di Tiberio il senatore Libone Druso, posto sotto accusa capitale in quanto mago e astrologo, si suicidò (la storia in Tacito). Ma questo non fu che l'inizio dei problemi. A partire da Diocleziano, l’astrologia venne punita con la pena capitale, e il Codice Teodosiano, nel 367, la incluse tra i reati esclusi da ogni possibilità di grazia. Nel diritto criminale gli astrologi, definiti mathematici, erano ormai equiparati ufficialmente ai maghi. Oggi la situazione è molto diversa. Ci sono astrologi consultati in televisione, che scrivono sui giornali, nelle cui previsioni molte persone credono ciecamente. La credulità popolare, giustamente tenuta dagli antichi, è ancora forte. Comunque la sia pensi in proposito, agli oroscopi dobbiamo riconoscere di essere una parte, pur piccola, della nostra lunga storia.