Saturday, May 06, 2006

paganesimo sul "corriere della sera"

salve,
il “corriere della sera” ha pubblicato due notevoli
articoli sul paganesimo e sul politeismo.
il quotidiano ha posto particolare attenzione al
continuo espandersi della religiosita’ pagana.
alcune notizie presenti nell’articolo potrebbero
essere meglio definite e precisate, ma in tempi in cui
il monoteismo cerca di occupare ogni spazio poter
leggere qualcosa di alternativo e’ sempre importante.

l’articolo di Canfora pone dei collegamenti
inesistenti tra paganesimo e nazismo.
Stefan George apparteneva al movimento che
comunemente viene definito “rivoluzione
conservatrice". in altre occasioni ho ampiamente
dimostrato l’inesistenza della presenza di elementi
pagani all’interno del nazismo. se si vuole risalire
alle radici cristiane del nazismo e’ sufficiente
leggere il recente libro “il santo Reich, le origini
cristiane del nazismo”.

gli interventi di introvigne e zocatelli rientrano
pienamente in una logica cattolica, ci basta rilevare
come zocatelli parli di neo-paganesimo.
il termine neo-paganesimo e’ un’invenzione cristiana
derivante da fattori teologici e storici. l’origine
teologica deriva dal fatto che per i cristiani la
presenza di cristo ha spezzato il tempo, ha diviso il
mondo in prima e dopo la sua venuta. i cristiani
sostengo che dopo la comparsa di cristo nessuno puo’
essere come prima. i cristiani affermano che cristo
e’ venuto per la salvezza di tutti, che ha redento
tutta l’umanita’, e di conseguenza anche i pagani non
possono piu’ essere quelli di prima.
certo come simili ragionamenti siamo alla follia.
i pagani e politeisti non hanno mai dubitato della
follia dei cristiani. sull’argomento vi rinvio al
libro di un autore cattolico: <<la follia dei
cristiani, su un aspetto della “reazione pagana” tra I
e V secolo.”
il motivo storico per cui la chiesa usa il termine
neo-paganesimo risiede nel fatto che il nazismo agi
sempre contro tutti i gruppi pagani. si poteva
definire il nazismo paganesimo quando in realta’ esso
combatteva il paganesimo ? il problema si risolse
definendo il nazismo come movimento neo-pagano.

che fine hanno fatto i gruppi pagani che esistevano in
germania all’avvento, nel gennaio 1933, nazismo?
a quanto mi risulta in italiano non vi sono notizie in
merito. solo una rivista francese, nel 1997, e mai
tradotta, riporta alcune interessanti notizie
sull’argomento.
sotto vi riporto la traduzione:
<<Il paganesimo era tollerato sotto il terzo Reich
solo quando rimaneva relegato nell’ambito privato e
non entrava in conflitto con la politica ufficiale. I
gruppi pagani furono infatti progressivamente messi
sotto controllo, come lo furono le chiese,
specialmente dopo la pubblicazione dell’enciclica
“Mit brennender Sorge”, nel 1937. Il Tannenbergbund
della coppia Erich e Mathilde Ludendorff fu interdetto
nel 1933, e il “bund fur deutsche Gotterkenntnis”, che
gli succederà nel 1937, fu saldamente messo in libertà
sorvegliata. L’indologo e studioso del sanscritto
Jakob Wihelm Hauer dovette abbandonare nel marzo 1936
la presidenza della “Deutsche Glaubensbewgung. “la
fede allemanna e gli ebrei sono sulla medesima corda!”
proclamerà nel 1938 il giornale antisemita “Der
Sturmer”! Friedrich Bernard Marby, fondatore nel 1931
del “Bund der Runenforscher” ed editore della
“Marby-Runen-Buchrei”, si vide interdire tutte le
attività editoriali a partire dal 1935. Arrestato nel
marzo del 1937, condannato alla detenzione a vita,
trascorse circa nove anni in campo di concentramento,
per la precisione a Dachau e Flossemburg, prima di
essere liberato nel aprile 1945 dalle truppe alleate.
H.A. Weis-haar (Kurt Paehlke), fondatore nel 1918 del
“Bund der Guotend”, fu lui stesso internato fino alla
fine della guerra nel campo di Bergen-Belsen. Lo
scrittore e drammaturgo volkisch Ernst Wachler,
fondatore nel 1903 “Harzer Bergtheater” presso Thale,
fu perseguito per ragioni “razziali” e morì nel
settembre 1944 nel campo di Theresiendstadt. Wihelm
Kusserow, fondatore nel 1935 della “Nordische
Glaubengemeinschaft”, fu denunziato come “agente
britannico”. Nel 1941, praticamente tutti i gruppi
pagani erano stati interdetti>>.
elements, nr. 89, Julliet 1997, pagg. 20,21

nell’articolo viene citato l’amico De Bono. io
vent’anni fa partecipati all’avventura de “il teurgo”,
anzi vi posso dire che facevo parte di colore che “(…)
annunciarono - per finta - che avrebbero tagliato la
testa a un ariete”. le nostre strade si separano per
altro. il motivo lo potete leggere anche su un libro
di Gian Antonio Stella.

per quanto riguarda la <<via romana>>. essa in realta’
non ha aspetti religiosi, ma esclusivamente culturali.
e’ qualcosa, ma poco per noi.

massimo introvigne dichiara: <<(…) nel ricordo della
romanità senza cristianesimo e del fascismo senza
Concordato», sarei curioso di sapere almeno il nome di
un gruppo che abbia questa posizione. ma forse il
nostro non e’ molto aggiornato. l’unico personaggio
storico che ebbe una simile posizione, negli anni 30,
fu il senatore vincenzo morello che pubblico il libro
<<il conflitto dopo la conciliazione>>.
e dopo la guerra?: <<(…) perche’ questo movimento
fini’? essenzialmente per un errore di impostazione
metodologica e per il motivo “classico” per cui nelle
file del tradizionalismo “neo-pagano” scoppiamo le
crisi: la conversione al cattolicesimo di una parte
della leadership.>> (“il cammino della tradizione”,
pagina 58).

nell’articolo leggiamo << il rito sull’Appia Antica
effettuato con un’ascia bipenne>>. a quanto mi risulta
niente di cosi’ esoterico. venne regalato a Mussolini
un fascio littorio ritrovato in una tomba. il regalo
non ebbe certo un buon effetto se mussolini nel 1929
dichiaro’: <<L’italia ha il privilegio unico di
ospitare il centro di una religione da oramai due
millenni. Non e’ per una mera coincidenza o per un
capriccio degli uomini che tale religione e’ sosta e
si irradia da Roma. L’impero romano e’ il presupposto
storico del cristianesimo prima, del cattolicesimo
poi.>>. questo mussolini lo dichiaro’ durante
l’assemblea quinquennale del regime, il 10 marzo 1929.

penso che per il momento gli elementi siamo
sufficienti a “rettificare” gli articoli del “corriere
della sera”.
sotto vi riporto i due articoli.
saluti
francesco scanagatta
recapito:
istituto mediterraneo dei studi politeisti
c. p. 53 – 36063 Marostica (vi-vicenza)
----

corriere della sera- sabato 6 maggio 2006 – pagina 25

E i giudici riabilitano gli dei dell’Olimpo Un
tribunale di Atene autorizza i fedeli alla
celebrazione degli antichi culti greci Politeismo in
crescita anche in Italia. «Affascinati dalla
spiritualità fai da te»
ROMA - La Fratellanza Solare, i Nativi d’Insubria, i
Fedeli degli Asi, i Pitagorici, l’Ordine dei Bardi,
Ovati e Druidi, la Tribù Winniler. Sono tra noi, ma
sparsi lungo la penisola, impermeabili tra loro e poco
inclini a farsi conoscere, casomai il proselitismo è
filtrato, cauto, graduale. Gruppi piccoli,
piccolissimi talvolta. Si incontrano in case, o in
Rete, oppure si parlano tramite riviste che possono
avere trecento pagine o essere poco più di un
foglietto. Il mondo difforme del paganesimo 2000.
Neopagani. «Vedremo moltiplicarsi questi fenomeni»,
dice Marino Niola, che insegna antropologia dei
simboli all’Università Suor Orsola Benincasa, Napoli.
Perché, professore? «Perché nel paganesimo, cioè nel
politeismo, ciascuno può costruirsi la sua via alla
spiritualità. Ogni dio ha una sua funzione e il suo
legame con un elemento naturale, monte, fiume,
mare...». Il ritorno degli dei è avvenuto negli ultimi
tempi, immancabilmente in Grecia. L’associazione
«Ellis» ha ottenuto da un tribunale civile
l’autorizzazione a venerare Zeus, Era, Poseidone,
Ares, Afrodite e gli altri dell’Olimpo e ora vuol
chiedere al ministro dell’Istruzione e degli Affari
religiosi di celebrare gli antichi riti nei templi
sull’Acropoli o su Capo Sunio. Con la rassicurazione:
niente sacrifici di esseri viventi, offriremo frutta,
dolci, vino, olio.
«Non sarebbe proprio una novità - dice Claudio
Simeoni, da Marghera, portavoce della Federazione
Pagana, animatore di Radio Pagana, autodefinitosi
"Meccanico, Apprendista Stregone, Guardiano
dell’Anticristo" -. L’anno scorso eravamo in tremila
sotto il monte Olimpo per un rito nel nome di
Prometeo». E da noi non si potrebbero usare i templi
di Agrigento, di Paestum? «Ma no! I monumenti vanno
tutelati e protetti. Noi per i riti abbiamo il nostro
"bosco sacro", piantato a Jesolo, da un pagano».
Punto di riferimento neoellenico in Italia è il
critico d’arte milanese Antonino De Bono che, a 82
anni, dice: «Sarebbe ridicolo oggi pregare Apollo o
Hermes. Interessante invece è notare la rivalutazione
degli dei come forze cosmiche dell’universo, che
sfuggono al controllo dell’uomo». De Bono accusa Gesù
«di essersi vantato di essere il Cristo, lo considera
piuttosto un mago o un operatore dell’occulto, ma ha
chiuso con la Grecia religiosa politeista vent’anni
fa, dopo che alcuni suoi seguaci annunciarono - per
finta - che avrebbero tagliato la testa a un ariete.
Così, per cercare un paganesimo mediterraneo in Italia
si deve guardare alla «via romana», gruppi che si
rifanno alla religiosità dell’antica Roma, ma più nel
solco egiziano di Iside e Osiride, che in quello greco
con Zeus che diventa Giove e Poseidone che si tramuta
in Nettuno. Dice Massimo Introvigne, fondatore del
Centro studi sulle nuove religioni: «Nel neopaganesimo
romano ci sono due filoni principali, uno
intellettuale formato da professori ed entusiasti
degli studi classici, e l’altro di estrema destra, nel
ricordo della romanità senza cristianesimo e del
fascismo senza Concordato». Aggiunge il vicepresidente
del Cesnur, Pierluigi Zoccatelli: «Il neopaganesimo
coincide quasi sempre con l’esoterismo, l’ermetismo.
Spesso per accedere agli strati più sottili
dell’essere queste scuole si basano su teorie e
pratiche che riguardano la manipolazione dell’energia
sessuale, nella scia di Cagliostro». Così, nel passato
dei movimenti neopagani romani ci sono riunioni nelle
catacombe, là dove si rifugiavano i nemici di oggi, i
primi cristiani. E c’è anche il rito sull’Appia Antica
effettuato con un’ascia bipenne, forse alla presenza
del filosofo Evola, rito che avrebbe "propriziato"
l’avvento del fascismo.
«Il politeismo è una minoranza - ripete il professor
Niola - Ma cresce soprattutto per la reazione al
Cristianesimo, che ha spezzato il rapporto fra uomo e
natura, ritenendo l’uomo superiore».
Andrea Garibaldi

FRA RELIGIONE E FILOSOFIA Zeus e gli altri? I «padri»
dei santi cristiani
di luciano canfora
Non è la prima volta che torna in auge il culto degli
dei greci, dopo la loro eclissi. All’inizio del
Novecento, in Germania, la «cerchia di Stefan George»,
restaurò culto e cerimoniali sia pure ad uso di un
gruppo piuttosto ristretto di letterati estetizzanti.
Essi volevano essere direttamente i greci antichi. Non
pochi ne sorrisero. Il loro contributo ad una
rinascita dell’Ellade antica fu nullo. Altri culti
«pagani», ma di origine paleogermanica, furono rimessi
in vigore non molti anni dopo dal massimo criminale
del secolo XX, Heinrich Himmler, il capo supremo delle
SS e fondatore del «Ahnenerbe» (il lascito degli
antenati). Qui la farsa diventò tragedia. Ma,
indagando in tema di restaurazioni, si potrebbe
riandare ancora più indietro nel tempo, fino al
tentativo di un grande e misconosciuto imperatore del
IV secolo, Giuliano, detto ingiustamente «l’apostata»,
il cui sforzo di restaurare l’antica religione greca
fu incrinato dal modo stesso, filosofico e dunque
metaforico, con cui egli intendeva tale restaurazione.
Restaurare la religione greca è arduo. Esistette
infatti una religiosità greca, ma, al tempo stesso,
esistettero tanti e tra loro assai diversi culti
riguardanti non di rado le stesse divinità. Quella
greca non fu una teologia chiusa, ma piuttosto una
teologia aperta, sorretta da una idea vaga e
complessiva del divino e sempre più fortemente
impregnata di filosofia. È dunque difficile ricavarne
e addirittura restaurarne un determinato culto. Ma, a
ben vedere, la religione dei greci, via via impregnata
di pensiero neoplatonico, vive ancora: nel
Cristianesimo e in particolare nel Cattolicesimo, che
è solo apparentemente monoteistico, ma che ha
ripristinato una molteplicità di entità divine
attraverso il culto di figure intermedie quali la
«Vergine» e i «santi». E inoltre esso è sorretto da
una teologia che è innervata di pensiero greco. Nulla
nella storia scompare, tutto si mescola e si
trasforma.