Sunday, December 05, 2004

sacrifici umani

Salve,
i monoteisti hanno sempre la pretesa di attribuire le
loro pratiche alle altre religioni.
I sacrifici umani: un ritornello utilizzato per
descrivere, in modo negativo, i popoli antichi.
Sempre maggiori studiosi confermano che i popoli
pre-cristiani non utilizzavano simili riti.
In ambito accademico, per il momento, si hanno alcune
difficoltaÂ’ nellÂ’esporre questa scoperta.
In ogni caso le cose proseguono e si fanno strada.
Faccio un piccolo esempio. Una delle ultime
trasmissioni di Gaia, parlando degli antichi popoli
maya, ha riportato la notizia che un numero sempre
maggiore di studiosi sostiene che gli antichi maya non
praticavano sacrifici umani. Studiando attentamente i
“pozzi” in cui si sono rinvenuti scheletri, hanno
affermato che questi luoghi erano siti di sepoltura.
Max Muller eÂ’ stato un grandissimo linguista. Ha
profondamente studiato tutte le lingue indo-europee.
Max Muller affermata che in tutte queste lingue non vi
eÂ’ traccia alcuna di un retaggio di sacrifici umani.
Ben sappiamo quante notizie ci fornisca, anche in
epoca contemporanea, la linguistica.
Sotto vi riporto un testo recente, che come sempre non
ha avuto diffusione. Il motivo: mette in discussioneÂ…
Saluti
Francesco scanagatta

Fonte: http://www.abc.net.au/children/
Data : 22.07.04
IL SACRIFICIO UMANO ERA PIÙ RARO DI QUANTO CREDUTO

La pratica rituale dei sacrifici umani nell’età del
Bronzo era probabilmente più rara di quanto creduto,
secondo uno studio sullÂ’antico DNA delle ossa,
condotto recentemente in Europa centrale.
LÂ’antropologo tedesco Dr Susanne Hummel
dell’Università di Gottingen, ha presentato la ricerca
del suo team alla recente conferenza sullÂ’antico DNA
tenutasi a Brisbane, Australia.
Hummel ha dichiarato che la ricerca è stata la prima
ad usare lÂ’antico DNA per completare un albero
genealogico dai resti preistorici umani. I ricercatori
hanno esaminato le ossa umane di 3000 anni or sono
appartenute a circa 40 persone trovate in una grotta
del Lichtenstein, nella Bassa Sassonia, Germania
nord-occidentale.
La grotta fu scoperta negli anni ’80 ed è uno dei
pochi siti nellÂ’Europa centrale dove siano state
trovate ossa umane dell’età del Bronzo.
E’ ritenuto comunemente che gli uomini dell’Età del
Bronzo cremassero i loro morti, e che quindi
generalmente rimanesse poco delle loro spoglie
mortali. La presenza di ossa in questa ed altre grotte
aveva quindi portato gli archeologi a concludere che
fossero siti di sacrifici umani. A sostegno di questa
conclusione, vi sarebbero i segni di incisioni sui
crani e sulle ossa degli arti superiori ed inferiori.
“All’inizio si credeva che la grotta del Lichtenstein
fosse un altro sito di sacrifici umani” ha dichiarato
la Hummel. “Si pensava che alcune persone della zona
fossero state portate nella grotta ed uccise in
qualche modo”.
Ma la Hummel ed il suo team hanno analizzato le ossa e
non hanno trovato tracce di violenza. Hanno anche
determinato l’età della morte, indicata dalle ossa, ed
inferito che non corrispondesse ai canoni previsti per
il sacrificio umano.
“Solitamente oggetto di sacrificio rituale era un solo
genere ed una sola classe di età, diciamo tutte
giovani donne, che sono le persone più preziose della
società” ha dichiarato.
“[Ma] qui abbiamo invece individuato tutte le classi
d’età. Abbiamo bambini, giovani, giovani adulti,
adulti più grandi, e persone anziane, attorno ai 70
anni di età.”
LÂ’ANALISI DEL DNA RIVELA UNA SORPRESA

Per determinare se il sito fosse funerario piuttosto
il luogo prescelto per un sacrificio rituale, i
ricercatori hanno analizzato il DNA dalle ossa, per
verificare se le persone a cui appartenne in vita
fossero in qualche modo imparentate.
“Se avessero formato un clan familiare, sarebbe
apparso assolutamente improbabile che si trattasse di
un sito sacrificale” ha spiegato la Hummel.
Insieme al suo team, ha estratto il DNA ed analizzato
le impronte genetiche, i tracciati del cromosoma Y e
del DNA mitocondriale per stabilire chi fosse
imparentato.
Con grande sorpresa, i ricercatori hanno trovato un
albero familiare completo di padri, madri, figli e
nonni.
“E’ affascinante pensare che si hanno solo dei piccoli
frammenti dÂ’osso, e che, di qui, si possa determinare
chi fosse la mamma, chi il papà e quali i figli, 3000
anni or sono” ha dichiarato Hummel, aggiungendo che si
tratta del primo albero familiare preistorico ad
essere stato identificato.
Hummel ed il suo gruppo hanno trovato quattro
generazioni fino ad ora, e si aspettano di trovarne
una quinta per il tempo del completamento delle
analisi.
“Ciò ci dice che la grotta, con certezza quasi
assoluta, non era un luogo di sacrificio, ma un sito
funerario” ha dichiarato.
La Hummel ha aggiunto che altri siti ritenuti essere
sacrificali potrebbero in realtà essere funerari,
specialmente dal momento che la maggior parte di essi
contiene ossa senza segni di taglio.
“Fino ad ora, non si era mai pensato che potessero
esistere pratiche funerarie alternative. Si è sempre
creduto che vi fosse esclusivamente la cremazione e
che qualsiasi altra cosa fossero sacrifici rituali” ha
aggiunto. “Ma ora questa idea deve essere confutata”.
Se la Hummel riuscirà a riprodurre le sue scoperte in
una o due altre grotte, ciò costituirebbe prova
definitiva che i corpi seppelliti senza cremazione
erano semplicemente un alternativo, seppure meno
comune, metodo di disposizione dei morti. E che il
sacrificio umano non fosse frequente nellÂ’Europa
centrale dell’Età del Bronzo, come ritenuto in
precedenza.
LE GROTTE PROTEGGONO I RESTI PREISTORICI
Le analisi molecolari sono state possibili poiché il
DNA delle ossa era ben preservato. Una ragione per
questo sono le basse temperature allÂ’interno delle
grotte ed il fatto che siano rimaste indisturbate dal
tempo del seppellimento.
La grotta è lunga 140 metri, ma è molto stretta ed ha
un soffitto molto basso, che richiede spesso che le
persona si muovano accucciate allÂ’interno.
“Quel che è certo è che nessuno vi è più entrato negli
ultimi 3,000 anni” ha spiegato.
Hummel ha dichiarato a sostegno di ciò che i reperti
di ceramica e bronzo e tutte le ossa trovate, erano
coperte da un leggero strato di scorie di gesso
idrato, uno speciale tipo di fosfato di calcio
dallÂ’acqua saturata che gocciolava dalla grotta.
Qualsiasi intrusione esterna sarebbe stata registrata
in questo sedimento, che appare invece intatto.
Le analisi dellÂ’antico DNA hanno aperto una nuova
finestra sulle società preistoriche, gettando luce su
ogni dettaglio, dal colore dei capelli a quello della
pelle, alle cause della morte, ai rapporti
matrimoniali e filiali.
“Ora noi abbiamo uno strumento molto valido che ci
dice in che modo le persone fossero imparentate, che è
la cosa più importante che caratterizza una società”
ha dichiarato.





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La Wicca di Reitia

La Wicca di Reitia

salve,
vi inoltro un messaggio dell'amico pier sulla wicca di
reitia.
Pier ha anche scritto un romanzo wicca intitolato:
<>, il testo puoÂ’ essere letto
sul seguente sito:
http://www.freewebs.com/oro_streghe
un altro testo di pier e’ “politeismo veneto”,
disponibile sul sito:
http://digilander.libero.it/Europagani/index.html

ciao
francesco scanagatta
------------------------
http://it.groups.yahoo.com/group/sacreradici/message/2124

Da: "Pier Favero"
Data: Dom Dic 5, 2004 2:36 pm

Oggetto: La Wicca di Reitia

Oggi ci sono una decina di correnti Wicca; alcune
mantengono orgogliosamente uno stretto rapporto con la
tradizione locale, come la Faerie Wicca (Celtica), la
Teutonica Nordica e la Stregoneria Tradizionale
Inglese.
Perchè non mantenere viva la tradizione magica veneta
attraverso una Wicca di Reitia?
Vorrei conoscere la vostra opinione.
Allego il sito relativo non per intenti di roselitismo
ma semplicemente per cercare di spiegare in breve
cos'è la Wicca veneta:
http://www.freewebs.com/wicca_veneta/






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Friday, December 03, 2004

Edward Gibbon sulla persecuzione

Edward Gibbon eÂ’ uno scrittore volutamente poco
ricordato. Fondamentale dal punto di vista storico eÂ’
la sua opera <Impero romano>>. Lo scrittore ha sempre manifestato
una grande attenzione e sensibilitaÂ’ verso lÂ’antica
roma. ventisettenne Gibbon descrive cosiÂ’ lÂ’origine
della decisione di scrivere questÂ’opera:
<pensoso tra le rovine del Campidoglio, mentre i frati
scalzi cantavano il vespro nel tempio di Giove, che l'
idea di scrivere del declino e della caduta della
citta' sorse nella mia mente.>>.
Tra le moltissime notizie che lÂ’opera ci fornisce
voglio riportarvi quanto scrive sulle presente
persecuzione dei cristiani.
Saluti.
Francesco scanagatta
Sulle persecuzioni

<< Le vaghe descrizioni di esili e carcerazioni, di
pene e torture sono cosi' facilmente esagerate o
abbellite dal pennello di un artificioso oratore, che
siamo naturalmente indotti a indagare un fatto di
specie piu' distinta e refrattaria, vale a dire il
numero delle persone morte in conseguenza degli editti
pubblicati da Diocleziano e dai suoi colleghi e
successori. I leggendari moderni parlano di armate e
citta' intere, spazzate via a un tratto dalla rabbia
indiscriminata della persecuzione. I piu' antichi
scrittori si appagano di rovesciare un torrente di
sconnesse e tragiche invettive, senza abbassarsi a
stabilire il numero preciso di coloro cui fu concesso
di suggellare col sangue la fede del vangelo. Dalla
storia di Eusebio si puo' tuttavia ricavare che
soltanto nove vescovi furono puniti con la pena
capitale, mentre dalla enumerazione particolareggiata,
che egli fa dei martiri della Palestina, siamo
assicurati che non piu' di novantadue cristiani ebbero
diritto a questo titolo onorevole.
Non sapendo quanto fossero allora lo zelo e il
coraggio episcopale, dal primo di questi dati non
possiamo trarre alcuna utile deduzione ma il secondo
puo' servire a giustificare una importantissima e
assai probabile conclusione. Secondo la distribuzione
delle province romane, la Palestina puo' essere
considerata come la sedicesima parte dell' impero
orientale. E poiche' vi furono dei governatori, che
per una reale o affettata clemenza avevano conservato
le loro mani pure dal sangue dei fedeli, e'
ragionevole credere che il paese, dov' era nato il
cristianesimo, producesse almeno la sedicesima parte
dei martiri che subirono la morte negli stati di
Galerio e di Massimino per conseguenza, il totale dei
martiri potrebbe ascendere a circa millecinquecento,
numero che, se diviso ugualmente per i dieci anni
della persecuzione, dara' un quoziente annuo di
centocinquanta martiri.
Applicando la stessa proporzione alle province
d'Italia, dell'Africa e forse della Spagna, dove al
termine di due o tre anni fu sospeso o abolito il
rigore delle leggi penali, il numero dei cristiani ai
quali fu inflitta la pena capitale nell' impero romano
si ridurra' a qualcosa meno di duemila persone. E
poiche' non si puo' dubitare che i cristiani erano
piu' numerosi e i loro nemici piu' accaniti al tempo
di Diocleziano di quanto fossero mai stati in
qualsiasi precedente persecuzione, questo probabile e
moderato calcolo puo' insegnarci a valutare il numero
dei primi santi e martiri, che sacrificarono la vita
per l' importante fine di introdurre la religione
cristiana nel mondo.
Concluderemo questo capitolo con una triste verita' ,
che nostro malgrado si insinua nella mente e cioe' che
anche ammettendo senza esitazione ed esame quanto ha
narrato la storia, o inventato la devozione intorno ai
martiri, si deve riconoscere che i cristiani, nel
corso delle loro discordie intestine, hanno inflitto
gli uni agli altri pene molto maggiori di quelle che
avevano subito dallo zelo degli infedeli. Nei secoli
d'ignoranza, che vennero dopo la caduta dell' impero
d' Occidente, i vescovi della citta' imperiale
estesero il loro dominio sul laicato, come sul clero
della chiesa latina. L'edificio della superstizione da
essi eretto, e che avrebbe potuto per lungo tempo
sfidare i deboli sforzi della ragione, fu infine
assalito da una folla di ardimentosi fanatici, che dal
secolo XII al XVI assunsero il carattere popolare di
riformatori.
La chiesa romana difese con la violenza il dominio che
aveva acquistato con la frode, e un sistema di amore e
di pace fu ben presto disonorato da proscrizioni,
guerre e stragi, e dall'istituzione del Sant'Uffizio.
E poiche' i riformatori erano animati dall'amore della
liberta' civile non meno che religiosa, i sovrani
cattolici unirono il loro interesse a quello del
clero, sostenendo con la spada e col fuoco i terrori
delle persecuzioni religiose.
Si dice che soltanto nei Paesi Bassi soffrissero per
mano del carnefice piu' di centomila sudditi di Carlo
V e questo numero straordinario e' attestato da
Grozio, uomo d' ingegno e di dottrina, che mantenne la
sua moderazione in mezzo alla furia delle sette in
contesa e compose gli annali dell' eta' sua e del suo
paese, in un tempo nel quale l' invenzione della
stampa aveva facilitato i mezzi d'informazione e
accresciuto i pericoli della scoperta. Se dobbiamo
credere all'autorita' di Grozio, si deve ammettere che
il numero dei protestanti giustiziati in una sola
provincia, e durante il corso di un solo regno,
supero' di gran lunga quello degli antichi martiri
nello spazio di tre secoli e in tutto l' impero
romano. >>
Edward Gibbon - "Storia della decadenza e caduta
dell'Impero romano", Einaudi, vol. I, pagg. 516-518).







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