Wednesday, January 17, 2007

scheda: La Voce della Dea

scheda: La Voce della Dea
Lo spunto è offerto da una notizia di Tito Livio. Lo
storico patavino racconta nel libro X° della sua
Storia di un’incursione a scopo di razzia da parte di
mercenari Greci e Galli a danno dei Veneti. L’episodio
non è confermato, né da altre fonti, né da qualche
evidenza archeologica, tuttavia s’inserisce in quel
contesto culturale che, durante il principato di
Ottaviano Augusto, cercò di accreditare la teoria di
una derivazione di Roma dalla Troia distrutta dagli
Achei. In ambito veneto questo produsse la leggenda
dello sbarco alle foci del Brenta, allora Meduaco, del
fuggitivo Antenore e degli Enetoi di Paflagonia. Mito
tanto resistente da attraversare i secoli e trovare
nuovo impulso nella Padova umanistica di Marsilio
Ficino.
In La voce della Dea tale insieme di leggende viene
collegato al dato storico della presenza nella Pianura
di Euganei prima, Reti e Veneti poi, uniti dal culto
riservato a una misteriosa Dea Madre: la Pora degli
Euganei diventata Reitia presso i Veneti. Divinità il
cui Santuario principale si trovava ad Ateste sulle
rive del fiume Atesis, l’odierno Adige. Il romanzo
scandaglia questo lontano passato, ricostruendolo, fin
dove possibile, con scrupolo e fedeltà. Soprattutto,
cerca di farsi interprete del mito, divenendo esso
stesso parte dell’epos, per ricordare la fondamentale
importanza non solo della conoscenza, ma della sua
valorizzazione. L’assunto è che l’importanza della
Storia risieda proprio nella capacità di conservare e
trasmettere l’universale.
La voce della Dea si presenta pertanto come romanzo
sui valori intangibili, quelli non suscettibili cioè
di alcuna trattativa né concessione, quali libertà,
giustizia, necessità dell’azione, fondanti l’identità
di un individuo (io sono, valgo, voglio) e di una
comunità. La memoria qui non è mai nostalgia, ma
ricerca, conservazione e trasmissione di tali valori
sulla base di due assunti chiave: che maggiore di ogni
ostacolo e paura c’è il coraggio del singolo e che
essere forti non significa non cadere, ma rialzarsi.
Questa l’ambizione de La voce della Dea, che ha
cercato di coniugarla con le esigenze di scorrevolezza
e i ritmi propri di una vicenda incentrata
sull’azione.
Da sottolineare, infine, per quanto riguarda
l’ambientazione, l’aspetto del paesaggio, ricostruito
a partire dalle informazioni disponibili per l’epoca,
ma con l’intenzione di farne un vero e proprio
personaggio della storia narrata.

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scheda: La custode dei segreti
Un giorno come un altro a Lagole, cittadina veneta
nell’alta valle del fiume Plavis (Piave). O dovrebbe
esserlo… perché sulla strada che conduce ai passi
alpini viene compiuta una strage. Ventidue uomini sono
uccisi per rubare un carro di merci dirette al porto
adriatico di Altinum (Altino).

Cosa trasporta il carro? Per quale motivo il capo
religioso e politico di Lagole, il Gran Sacerdote
Pedeo, invoca subito provvedimenti straordinari? Quali
sono i segreti degli antichi Veneti?

Toccherà a un giovane romano, Lucio Decio Mure figlio
del console Publio, appena giunto a Lagole, svelare i
retroscena di una catena di delitti provocati dalla
lotta per la supremazia in Italia tra Etruschi,
Sanniti, Celti e Umbri da un lato, Romani e Veneti
dall’altra.

Ma non è più tempo di schermaglie diplomatiche, lo
scontro è ormai sul terreno militare e pur di ottenere
la vittoria si ricorre a qualunque mezzo. E il
tradimento fa parte di questa che è ormai guerra senza
limiti.

Un giallo a sfondo politico ambientato sul finire del
Terzo Secolo a.C. dove l’invenzione narrativa si sposa
a una rigorosa base storica… anche nelle parti, come
la ricostruzione della città-arcipelago di Altinum, la
progenitrice di Venezia, dove la fantasia dell’autore
cerca di integrare il dato archeologico disponibile.
Ma anche e soprattutto un romanzo di valori etici in
cui la ricerca di libertà e giustizia si mescola in
modo inestricabile a coraggio, viltà, amore e amicizia
nel contesto dell’agire dell’uomo. Sempre necessario,
inevitabilmente ambiguo, perché soggetto a
compromessi.

La custode dei segreti, infine, rappresenta l’ideale
continuazione del primo romanzo ambientato dall’autore
nello stesso periodo tra gli antichi Veneti, vale a
dire La voce della Dea di cui il lettore ritroverà
molti dei protagonisti.




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Wednesday, January 10, 2007

Legge sulla libert� religiosa

salve,
il tema della libertà religiosa è un problema antico.
La sua origine si può fare risalire al momento in cui
si è manifestato il monoteismo.
Si può discutere in molti modi del problema.
come cittadini, nel senso romano dei termine, ci
interessa che le regole dello stato consentano
diritti civili uguali per tutti i cittadini.

In questi giorni anche i mass-media scrivono molto
sull'argomento. Perchè questo interesse? La chiesa
cattolica e il vaticano sono intervenuti per cercare
di fermare la possibilità che venga non dico
approvata, ma discussa in maniera approfondita e
precisa una legge sull'argomento che a loro non piace.

In campo legislativo alcuni politici, pochi purtroppo,
si stanno impegnando in direzione di una legge che
garantisca tutte le religioni presenti in Italia.
Vi invio un articolo dell'onorevole Valdo Spini, il
primo firmatario di una legge sulla libertà religiosa.
Legge, da quanto ho letto, per noi pagani è veramente
interessante.

Di questa legge, per noi pagani, ci piace l'articolo
10, lo riporto integralmente:

<<ART. 10.
1. I ministri di culto di una confessione
religiosa sono liberi di svolgere il loro
ministero spirituale.
2. I ministri di culto di una confessione
religiosa avente personalita` giuridica, in
possesso della cittadinanza italiana, che
compiono atti rilevanti per l’ordinamento
giuridico italiano, dimostrano la propria
qualifica depositando presso l’ufficio competente
per l’atto apposita certificazione
rilasciata dalla confessione di appartenenza.
3. I ministri di culto di una confessione
religiosa priva di personalita` giuridica,
ovvero di una confessione il cui ente
esponenziale non abbia personalita` giuridica,
in possesso della cittadinanza italiana,
possono compiere gli atti di cui al
comma 2 se la loro nomina e` stata approvata
dal Ministro dell’interno.>>
Il comma 3 è quello che maggiormente ha risvolti
positivi per il paganesimo italiano.
Maggiori dettagli si potrebbero avere solo dopo
l'emanazione di un decreto attuativo.
Facciamo alcune considerazioni.
la "Federazione Pagana" non ha personalità giuridica,
ma è legalmente ed esclusivamente un'associazione
religiosa. La "Federazione Pagana non è
un'associazione culturale o peggio di volontariato.
cosa deriva da questo? Niente otto per mille, ma ha la
possibilità di far riconoscere i suoi "ministri di
culto".
Questa possibilità gli viene dal fatto di essere
legalmente solo un'associazione religiosa.
Facciamo un piccolo passo avanti.
Se un "ministro di culto", che brutta definizione,
pagano può celebrare un matrimonio con validità
legale... ed è riconosciuto dallo stato...
Provate ad immaginarvi le conseguenze, in tutti i
campi, per il paganesimo italiano.
saluti.
francesco scanagatta
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http://www.aprileonline.info/1245/la-liberta-religiosa-aspetta-la-legge-di-attuazione

La Libertà religiosa aspetta la legge di attuazione
Valdo Spini, 10 gennaio 2007

Stato e Chiese Da ben tre legislature il Parlamento si sta confrontando sul tema dell'attuazione degli articoli della Costituzione in tema di libertà religiosa per tutte le fedi e confessioni. Sarebbe necessario che le proposte di legge in tema di libertà religiosa vengano discusse per quello che sono: non uno strumento di indebolimento dello Stato italiano, bensì di rafforzamento

L'edificio costituzionale italiano in tema di rapporti Stato e Chiese è articolato su tre piani. Quelli con la Chiesa cattolica sono regolati in forma di Trattato
Internazionale a norma dell'art. 7 della Costituzione:
quelli con le Chiese, che hanno negoziato a norma
dell'art. 8, le Intese (che assumono la forma di legge
ordinaria). Di fatto sono varie Chiese Protestanti e
l'Unione delle comunità israelitiche; per tutte le
altre fedi e confessioni religiose valgono gli
articoli della Costituzione e, per quello che ne è
rimasto in vigore, la legge sui culti ammessi del
1929-30. Manca quindi un provvedimento organico e
aggiornato di attuazione della Costituzione.
Da ben tre legislature il parlamento si sta
confrontando sul tema dell'attuazione degli articoli
della Costituzione in tema di libertà religiosa per
tutte le fedi e confessioni che non hanno né il
Concordato né l'Intesa superando la legislazione
1929-30 sui culti ammessi.

In questa legislatura - la XV - abbiamo di nuovo
provveduto a ripresentare la nostra pdl (che si
richiama al precedente testo dell'allora relatore Domenico Maselli) con qualche precisazione.

Si è diretto contro il testo della legge ogni tipo di
attacco. Da quello che si agevolava la penetrazione
del terrorismo dimenticandosi che l'istruttoria per la
concessione della personalità giuridica ad una
associazione religiosa sarebbe di competenza del
Ministero dell'Interno, e che il suo statuto verrebbe
vagliato direttamente dal Consiglio di Stato per
verificarne l'uniformità all'ordinamento giuridico
italiano e il rispetto dei diritti dell'uomo.

Si è poi proceduto addirittura a parlare di possibile
poligamia, istituto del tutto proibito dal codice
civile italiano. La pdl in proposito è molto chiara: o
si leggono gli articoli del codice civile durante il
rito religioso o si devono leggere precedentemente in
sede di concessione di nulla osta al matrimonio da
parte dell'ufficiale civile, specificando per iscritto
che ciò è stato fatto. Nella sostanza gli articoli
vengono letti agli sposi ed è il codice civile
italiano che regolerà gli effetti civili del
matrimonio.

Un evidente progresso rispetto alla situazione attuale
che vede i matrimoni musulmani contratti spesso nei
luoghi di culto annessi alle ambasciate dei paesi in
cui questa religione è prevalente. Infatti in questo
caso non vi sono le garanzie per la moglie e per i
figli che vi sono invece per il codice civile italiano
e che è evidentemente positivo estendere il più
possibile.

Su tutto questo però si vorrebbe da talune parti
tacere preferendo evidentemente l'attuale situazione,
senza diritti ma anche senza doveri. Invece di
incentivare queste associazioni religiose a
manifestarsi davanti allo stato, nominare i loro
responsabili, ad assumere l'impegno di rispettare la
legge, si preferirebbe mantenere la situazione attuale
del tutto magmatica e priva di punti di riferimento
certi. Senza contare che in questo modo anche i
diritti delle confessioni religiose e fedi diverse
dalla musulmana, che aspettano la legge sulla libertà
religiosa, vedrebbero i loro diritti sequestrati dalla mancata capacità di risolvere il problema dell'integrazione dei musulmani nel nostro paese.

Si tratta evidentemente di una situazione assurda e controproducente. Occorre che le proposte di legge in tema di libertà religiosa vengano discusse per quello che sono e non per come le si vorrebbe dipingere. Non uno strumento di indebolimento dello Stato italiano ma al contrario un rafforzamento delle sue capacità di una regolazione e di ordinata integrazione.