Monday, January 09, 2006

ratzinger e la << perversione della gioia>>

ratzinger e la perversione della gioia

il signor Ratzinger ha dichiarato l'otto di gennaio
2006:
"si rinuncia — così si diceva — alla «pompa
diabuli», cioè alla promessa di vita in abbondanza, di
quell'apparenza di vita che sembrava venire dal mondo
pagano, dalle sue libertà, dal suo modo di vivere solo
secondo ciò che piaceva. Era quindi un «no» ad una
cultura apparentemente di abbondanza di vita, ma che
in realtà era una «anticultura» della morte. Era il
«no» a quegli spettacoli dove la morte, la crudeltà,
la violenza erano diventati divertimento. Pensiamo a
quanto si realizzava nel Colosseo o qui, nei giardini
di Nerone, dove gli uomini erano accesi come torce
viventi. La crudeltà e la violenza erano divenuti un
motivo di divertimento, una vera perversione della
gioia, del vero senso della vita. Questa «pompa
diabuli», questa «anticultura» della morte era una
perversione della gioia, era amore della menzogna,
della truffa, era abuso del corpo come merce e come
commercio.>>
come sempre siamo nella menzogna e nella
falsificazione.
si presenta l'antica Roma come cattiva.
il signor ratzinger alla <<culla del diritto>>
preferisce il diritto all'inquisizione.
per un monoteista solo la sofferenza e la
sottomissione ad un falso dio rappresenta un forma di
felicita’.
i cristiani hanno utilizzato tutte le garanzie che
l’antica roma garantiva loro i modo mafioso. una volta
distrutto l’impero hanno provveduto a denigrarlo, e la
denigrazione continua anche oggi.
tutti conoscono le “garanzie” che l’inquisizione
offriva alla sue vittime. ben diverse erano i diritti
che l’antica Roma
offriva ai suo cittadini, a tutti i suoi cittadini.
possiamo leggere nell’orrendo libro chiamato “bibbia”
questi versetti:
<<25 Ma mentre veniva legato per essere frustato,
Paolo si rivolse al centurione lì presente e gli
domando: "Siete autorizzati a frustare un cittadino
romano, senza neppure un processo?"
26 L'ufficiale corse subito dal tribuno, per
avvertirlo: "Lo sai che cosa stai per fare? Quell'uomo
è cittadino romano!" esclamo.
27 Allora il tribuno si avvicino a Paolo e gli chiese;
"Dimmi, sei davvero cittadino romano?" "Sì!" rispose
Paolo.
28 "A me questa cittadinanza è costata una fortuna!"
replico il comandante. "Io, invece, sono cittadino
romano dalla nascita!" preciso Paolo.
29 A queste parole, i soldati, che poco prima erano
pronti a frustarlo dovettero subito ritirarsi. Anche
il comandante, sentendo che era un cittadino romano,
ebbe paura perché lo aveva fatto legare.>>( Atti 22).
la semplice lettura di un testo di diritto romano
dimostrerebbe la falsita’ di quanto riportato dalla
bibbia: << Nel processo penale l’humanitas esige che
l’accusato sia garantito contro lo strapotere dello
stato, attraverso la sicurezza della difesa e la
cooperazione di non funzionari alla decisione; e,
inoltre, vieta la tortura dell’accusato e dei
testimoni. Nell’osservanza di questi postulati il
diritto repubblicano ha raggiunti il grado più alto
nel processo delle giurie, (questiones), che è
puramente accusatorio. L’accusato è alla pari
dell’accusatore; l’escussione delle prove spetta alle
parti;>>(scritti utili per lo studio dell'Esegesi
delle fonti del Diritto Romano).
certo per il signor ratzinger questa e’: <<
perversione della gioia>>.
per denigrare l’antica roma ha bisogno di ripetere la
favoletta delle persecuzioni dei cristiani.
persecuzioni che non sono mai esistite.
il cristianesimo quando non puo’ perseguitare gli
altri si dice perseguitato e discriminato.
il monaco Giovanni d'Efeso <<faceva perseguitare i
pagani nella stessa Costantinopoli. Nel 546, durante
uno dei suoi soggiorni nel monastero di Sice, la
polizia imperiale, in seguito alle sue denunce,
arrestò parecchi notabili, grammatici, sofisti,
medici, che furono condannati allo staffile e
catechizzati a viva forza. Uno di essi, il patrizio
Foca, si avvelenò prima dell'esecuzione; altri come
Asclepiodoro e il pretore Tommaso, furono messi a
morte. Nonostante questi rigori, a Costantinopoli il
paganesimo continuò a vivere, sebbene di nascosto.
Nel 562, la polizia sequestrò vari libri di magia ed
arrestò cinque sacerdoti pagani, dei quali uno di
Atene, due di Antiochia, due di Baalbeck: furono
mutilati, condotti in giro nudi su cammelli, ed i
loro libri furono bruciati su di una pubblica piazza
.>>( Pierre Chauvin, CHRONIQUES DES DERNIERS PAIENS).
giustamente ha scritto Ginette Paris: <<Dinanzi al
corpo torturato, sofferente, sanguinante e morificato
che la chiesa ci ha additato amodello, si e’ tentati
di recitare mo’ di preghiera i versi di Rimbaud: O
Venere, o dea! / Ricordo i tempi dell’antica
giovinezza, / dei satiri lascivi, dei fauni selvaggi,
/ erreri divini che mordevano d’amore la corteccia /
dei rami / e tra le ninfee baciavano la bionda
Ninfa!>>.
la scelta della data in cui e’ stato pronunciato
questo discorso non e’ da poco. nel medesimo 8
Gennaio, nel 1642 moriva Galileo Galilei.
anche Galileo Galilei, per la chiesa, rappresentava
una << perversione della gioia>> e viveva per << amore
della menzogna, della truffa>>.
saluti
francesco scanagatta

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Saturday, January 07, 2006

val di susa: L�ultima strega uccisa 60 anni fa

da “il giornale” di Mercoledì 4 gennaio 2006
VAL DI SUSA: L’ultima strega uccisa 60 anni fa
<<il 6 dicembre del 1946 in Valle di Susa, di recente
teatro della rivolta contro l’alta velocità, vi fu l
’ultima uccisione in Italia di una strega. Lo sostiene
Roberto Gremmo, giornalista piemontese e studioso di
storia locale, che pubblicherà su questo episodio un
libro in uscita in questi giorni. Gremmo, che in Val
Susa fu eletto in passato consigliere provinciale, ha
anticipato in un articolo scritto per il periodico
locale la Tribuna novarese, il risultato delle sue
ricerche storiche(che riguardano anche un altro
omicidio per stregoneria accaduto nel 1926 in
Abruzzo).
Ad uccidere la strega della Val Susa, Teresa M., fu
una montanara, Silvia B., madre di tre figli, che
l’accusava di averle fatto dei malefici. Fu condannata
a 9 anni e 6 mesi di reclusione, e poi rinchiusa in un
manicomio criminale dove morì, con una sentenza in cui
i giudici scrissero che la vittima era conosciuta come
una «fattucchiera ».Gremmo ha deciso di rendere note
le sue ricerche dopo che il sindaco di Varallo Sesia
(Vercelli) nei giorni scorsi ha fatto collocare una
lapide all’ «ultima strega massacrata in Italia», in
riferimento a un episodio accaduto nel paese
valsesiano nel 1828.
>>
il “corriere della sera” del 6 novembre 2005 ha
riportato una cronaca dell’inagurazione della lapide:
<<
[...] Due uomini bussarono forte alla sua porta, lei
aprì e fu la fine: l’ammazzarono a forza di botte,
così tante da sfigurarla. Margherita aveva 64 anni,
era analfabeta, poverissima, vedova e madre di una
ragazza. Il suo fu l’ultimo omicidio di una strega che
l’Italia ricordi. Era il 22 gennaio del 1828, sullo
sfondo il profilo del Monte Rosa e della Valsesia.
Adesso, dopo 177 primavere, Varallo Sesia ha deciso di
riabilitare la sua strìa e di coltivarne il ricordo
con una lapide all’ingresso del paese. La strega
«Gatina», come la chiamavano i valligiani, vive la sua
rivincita nelle parole scolpite sulla pietra: «In
memoria della strìa Gatina, ultima strega massacrata
in Italia, trucidata a Cervarolo di Varallo, custode
dell’antica sapienza montanara». [...] «Abbiamo
vissuto 500 anni di totale ignoranza e restituire
memoria e dignità a persone come la strìa Gatina è una
questione di civiltà» valuta il sindaco di Varallo,
Gianluca Buonanno. «Ho ricevuto più ringraziamenti da
questa iniziativa che da qualsiasi altra abbia mai
fatto, e sono sindaco da 12 anni. Vorrà pur dire
qualcosa, no?». Ha visto la gente incuriosita e
partecipe davanti alla lapide e si è commosso, il
sindaco. Accanto a lui lo storico Corrado Mornese,
autore di molti libri sulla valle e su uno dei suoi
simboli: Fra Dolcino, il grande eretico del Trecento.
«Se c’è qualcuno che non è contento di rispolverare
questi ricordi mi dispiace» si rammarica Buonanno,
lasciando intuire una scia polemica sulla questione
della lapide. Qualcuno ha storto il naso? «Beh, nel
mondo ecclesiastico non sono certo rimasti
contenti...». Il parroco del paese, Gianfermo
Nicolini, conferma: «Per fortuna quel giorno non
c’ero...». Le credenze popolari, i danni
dell’inquisizione, i supplizi subìti dalle presunte
streghe: «Guardi che in Italia il fenomeno è stato
ridottissimo. Lo dicono storici affermati. Anche
questa storia della strìa Gatina: sono iniziative
coreografiche e carnevalesche. La cosa che conta sono
le fonti di queste notizie, quelle vere». Dice che la
storia della strega valsesiana è falsa? «No, il fatto
è successo. Si vede che volevano darle una lezione e
che hanno sbagliato il dosaggio. Ma da qui a parlare
di caccia alle streghe ne corre». Don Gianfermo
avrebbe da ridire anche su Fra Dolcino e sulle mille
iniziative per i 700 anni della sua resistenza contro
i «crociati» in Valsesia. «Dante lo cita in un canto
dell’Inferno? Va bene. Ma a parte quelle due cose
dette da Dante di lui sappiamo solo che ne ha
combinata una più di Bertoldo e che ce l’aveva con la
Chiesa». Vista dalla parrocchia di San Gaudenzio, la
popolarità di Fra Dolcino assomiglia a un
incantesimo.>>

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