Wednesday, November 02, 2005

"COLPEVOLI DI SCHIAVISMO, COMPLICI DI HITLER: LE CHIESE CRISTIANE AL TEMPO DEL NAZISMO"

<<COLPEVOLI DI SCHIAVISMO, COMPLICI DI HITLER:
LE CHIESE CRISTIANE AL TEMPO DEL NAZISMO>>
salve,
il ratzinger beatificando un vescovo tedesco ha
dichiarato: <<In nome di Dio, denunciò l’ideologia
neopagana del nazionalsocialismo, difendendo la
libertà della Chiesa e i diritti umani gravemente
violati(…)>>.
certo per il pubblico e per i creduloni basta far
credere che la chiesa sia stata perseguitata dal
nazismo. in realta’ questa persecuzione non e’ mai
esistita. esiste una notizia che dimostra esattamente
il contrario. il fatto storico e’ confermato anche da
fonti cattoliche. questa notizia e’ stata quasi
completamente ignorata dai mezzi di comunicazione.
la chiesa cattolica tedesca ha risarcito dei
deportati, deportati dal nazismo, che furono costretti
a lavorare per gli enti religiosi cristiani.
il Cardinale Lehmann ha fornito questa motivazione
<<per adempiere più celermente alla responsabilità
specificatamente religiosa per aver impiegato
lavoratori nelle istituzioni cattoliche di allora.>>
strana forma di persecuzione!
tutti i monoteismi sono impegnati nella lotta contro
il paganesimo. per attaccare i pagani ogni argomento
e’ buono.
d’altronde la menzogna e’ connatura al monoteismo,
basti pensare all’invenzione di un dio creatore.
sono certo che qualcuno sara’ piu’ realista del re.
sicuramente <<i soliti>> metteranno in discussione
anche le stesse fonti cattoliche.
se non bastasse, una piccola documentazione
fotografica,
dei buoni rapporti tra la chiesa cattolica e il
nazismo, la trovate in:
http://emperors-clothes.com/vatican/cpix.htm
saluti.
francesco scanagatta
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Fonte Adista.
http://www.adista.it/numeri/adista00/adista57.htm#t1

<<
30474. BERLINO-ADISTA. La Chiesa cattolica tedesca e
quella protestante, durante il regime nazista,
utilizzarono il lavoro dei cosiddetti "schiavi del
Terzo Reich", i prigionieri deportati dalle SS e
detenuti in condizioni disumane. Lo hanno rivelato in
questi giorni i quotidiani tedeschi "Tagesspiegel" e
"Suddeutsche Zeitung", affermando che durante la
seconda guerra mondiale, nel monastero di Ettal, in
alta Baviera, la Chiesa cattolica utilizzò 39
deportati sovietici, polacchi e francesi per
sostituire, nei lavori manuali, i preti partiti per il
fronte ed i molti dipendenti laici del monastero che
lavoravano nella Wehrmacht. (…)
Resta l'attesa per un impegno finanziario da parte
della Chiesa cattolica. Secondo quanto riporta la
"Suddeutsche Zeitung" (21/7), il portavoce della
Conferenza episcopale, Rudolf Hammerschmidt, i vescovi
prenderanno in esame l'ipotesi di partecipare al
risarcimento nel corso della loro prossima riunione,
che avrà luogo alla fine di agosto.
>>

http://www.rom.diplo.de/it/Nachrichten__09__05/01__09__seite.html
La Chiesa Cattolica risarcisce circa 590 ex lavoratori
forzati
A 60 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale la
Chiesa Cattolica ha risarcito circa 590 ex lavoratori
forzati con 1,49 milioni di euro.
Il Presidente della Conferenza Episcopale tedesca, il
Cardinale Karl Lehmann, ha comunicato ieri che
ciascuno ha ricevuto 2556 euro. Si tratta di un gesto
di scusa e riconciliazione che riveste grande
importanza per tutti gli interessati.
Lehmann ha definito il quinquennio di lavoro condotto
dalle varie istituzioni religiose per individuare i
circa 5000 ex lavoratori forzati che durante la
Seconda Guerra furono impiegati in strutture religiose
“l'impresa più impegnativa della ricerca storiografica
religiosa”. Oltre al fondo per il risarcimento la
Chiesa nel 2000 aveva istituito anche un fondo per i
progetti di riconciliazione del valore di 5 milioni di
euro che sono serviti a finanziare ben 175 iniziative.
La maggior parte dei 594 risarcimenti effettuati è
stata assegnata in Polonia (289). 150 sono stati i
casi risarciti in Ucraina. Negli archivi sono elencati
4519 nominativi ma le ricerche ne hanno segnalati
4951. Molti di questi non sono più stati reperibili e
dei 1417 individuati, 823 erano già deceduti.
La Conferenza Episcopale cattolica, a differenza della
Chiesa Evangelica, non ha partecipato alla Fondazione
dell’Economia Tedesca per il risarcimento degli ex
lavoratori forzati e il Cardinale Lehmann ha così
spiegato questa via: “per adempiere più celermente
alla responsabilità specificatamente religiosa per
aver impiegato lavoratori nelle istituzioni cattoliche
di allora.”
(Fonte: dpa, 01.09.2005)

http://diocesi.perugia.it/raccordo/archivio/180292000.htm
Con lettera del 14 dicembre 2000, S.E. Mons. Karl
Lehmann, Presidente della Conferenza Episcopale
Tedesca ha comunicato la decisione di quella
Conferenza Episcopale di costituire un fondo di
indennizzo a beneficio di persone costrette ai lavori
forzati al tempo del nazismo in strutture collegate
con la Chiesa Cattolica. Si tratta di un gesto assai
significativo, con cui la Chiesa tedesca esprime la
sua premura per la giustizia e la riconciliazione.

S.E. Mons. Lehmann chiede alla Conferenza Episcopale
Italiana che sia data la più ampia divulgazione a
questo gesto, cosi che si possano raggiungere
concretamente le finalità prefisse. Si è provveduto
pertanto a tradurre la lettera, con i relativi
allegati, e con la presente viene inviata a tutti i
Vescovi delle Diocesi italiane, con l'invito a
individuare le forme più adatte a diffondere presso i
possibili interessati la notizia della costituzione
del fondo e le modalità con cui mettersi in contatto
con l'apposito ufficio presso la Caritas Tedesca.



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