Monday, June 12, 2006

libro << i legionari di cristo>>

libro "i legionari di cristo"
salve,
l’editore fazi ha pubblicato il libro: << I legionari
di Cristo, Abusi di potere nel papato di Giovanni
Paolo II>>. il libro è opera di due scrittori
cattolici che ci offrono un panorama dall’interno di
questa associazione cosi’ cara ed amata dal Vaticano.
qualcuno ancora avrà il coraggio di dire che noi
pagani esageriamo quando parliamo degli abusi e della
pedofilia in ambito cristiano.
il “venerdì’ de la reppublica scrive nell’articolo sui
“legionari di cristo”: <<L’università Regina
Apostolorum. una sede di grande prestigio attrezzata
con le più moderne tecnologie>>. vi dice niente
questo nome? vale la pena ricordare che questo
università’ ha organizzato un corso intitolato:
<<Esorcismo e preghiera di liberazione>> questo corso
viene cosi’ descritto su una pagina internet
“scomparsa”, la potete sempre recuperare tramite la
copia cache di google,: << Scopo di questo corso è
offrire ai sacerdoti un approccio teorico e pratico al
ministero dell´esorcistato>>. una delle docenti del
corso era Cecilia Gatto Trocchi, la famosa e discussa
cacciatrice di sette, morta per suicidio…. poco prima
di iniziare la seconda parte del corso sull’esorcismo.
sul suicidio della Gatto-trocchi pochissimo è
trapelato. molti sono ancora a chiedersi il perché di
questo silenzio.
la gatto-trocchi nel suo programma per il corso di
esorcismo aveva inserito anche questa voce: <<
Satanismo e occultismo nel mondo giovanile d´oggi:
musica rock, riviste per ragazzi, fumetti,
videogiochi, giochi di ruolo, Internet>>.
sempre sul “venerdì” di repubblica leggiamo in una
didascalia di una foto: <<giovani legionari a un corso
“contro il maligno” nell’università
dell’Ordine…>>.sempre nell’articolo leggiamo: <<. Un
numero crescente di ex giovani seminaristi, «scelti da
Maciel in base alla loro grazia e bellezza», ricordano
gli accusatori, rivela i metodi di seduzione del
fondatore. Sono immagini forti e terribili,
soprattutto per la profonda arroganza che
denunciano.>>
sui pochi quotidiani che hanno pubblicato la notizia
della morte per suicidio della gatto trocchi possiamo
leggere: <<(…) ed aveva piu' volte tentato il
suicidio, soprattutto da quando circa due anni fa le
era morto il figlio.>>.
la lettura di qualche testo di psicologia sarebbe
interessante, e forse potrebbe offrire qualche ipotesi
sulla misteriosa morte della gatto trocchi.

su una pagina internet scomparsa, esiste sempre la
copia cache di google, leggiamo: ""RELAZIONE
INTRODUTTIVA AL CONVEGNO:“Nuovi culti, famiglia e
società” (…) ROMA, 12 NOVEMBRE 1999 (…)
Tra l’altro voglio esprimere tutta la mia solidarietà
alla Prof. Gatto Trocchi, che è anche oggetto continuo
di minacce. Chi affronta questi temi sa benissimo che
va a sollevare un coperchio davvero pericoloso, ma non
per questo bisogna fermarsi. >>
a quali minacce si riferisce questa relazione? perché
le autorità non hanno indagato? da chi venivano queste
minacce?

durante la trasmissione “magia, stregoneria,
paganesimo” io e l’amico claudio simeoni ci chiediamo
spesso: perché negli stati uniti le indagini e le
condanne sugli abusi sessuali e la pedofilia praticata
dai cristiani sono centinaia, e in italia sono cosi’
poche?

su questo libro vi invio quanto pubblicato sul
“venerdi de la repubblica” e una recensione prelevata
dal sito dell’editore.
saluti
francesco scanagatta

da “il venerdi” del 2 giugno 2006
L’accusa degli ex legionari: Nuestro Padre, uomo di
satana
di Attilio Giordano

ROMA. José Barba-Martin e Arturo Jurado sono ormai due
uomini anziani, prossimi ai settant'anni. Ex
professori universitari, parlano correntemente diverse
lingue – inglese, francese, italiano – sanno persino
esprimersi in un colloquiale latino che sbalordisce.
Hanno l'aria distratta degli intellettuali, i
pantaloni stretti e corti che sembrano suggerire una
vocazione a librarsi da terra. Hanno, in comune, anche
uno sguardo velato di malinconia, che diventa un irato
pudore quando rievocano la violenza subita.
Barba-Martin, con quel disagio ha convissuto a lungo
prima di potersene liberare, almeno parzialmente,
dichiarandolo. Più di mezzo secolo, un tempo infinito,
che cristallizza ogni personale orrore: «Documentare
ciò che abbiamo subito dal fondatore dei Legionari di
Cristo, Marcial Maciel Dellogado, è stato doloroso e
difficile, poiché per lungo tempo, in qualche modo, lo
abbiamo nascosto anche a noi stessi. Lui non è un
santo, è un uomo del Male» dice.

Sono a Roma, insieme al giornalista americano Jason
Berry, per girare un documentario sulla Legione. Berry
è autore, con il collega Gerard Renner, di un
libro-inchiesta sulla potente congregazione cattolica
(I legionari di Cristo: l'abuso di potere nel papato
di Giovanni Paolo 2) che arriva in libreria, tradotto
in italiano dall'editore Fazi, proprio in questi
giorni. Sono gli ultimi testimoni di decenni bui
vissuti in quella che descrivono come un'istituzione
totale, chiusa, che sommava ai tre voti di ogni ordine
(castità, povertà, obbedienza) un «quarto voto»
anomalo: il giuramento sacro di non rivelare mai nulla
che potesse nuocere alla Legione e al suo fondatore.
Quel voto, molti decenni dopo i torti che dichiarano
di aver subito, è stato violato.

A partire dalla fine degli anni Novanta, questi
uomini, un gruppo di una decina, cominciò a denunciare
chiedendo giustizia al Vaticano. «Scoprimmo, allora»
ricorda Barba-Martin «che non eravamo stati i primi,
che già dagli anni Sessanta e Settanta c'erano state
denunce simili alle nostre ma che, incredibilmente, a
Roma non si era svolto alcun processo per stabilire la
verità». Un paio di settimane fa il nuovo Papa,
Benedetto XVI, che da cardinale Ratzinger conosceva
perfettamente la vicenda, ha fatto sapere —a sorpresa
— che Marcial Maciel, Nuestro Padre per i Legionari,
ormai ottentaseienne, è stato invitato a ritirarsi a
vita «completamente privata, rinunciando ad ogni
ministero pubblico». Il Vaticano ha fatto sapere anche
che, data l'età del Padre e la salute cagionevole, si
sarebbe deciso di «rinunciare ad un processo
canonico», invitando Maciel ad una futura vita di
preghiera e penitenza. «Un modo ambiguo di concludere
una vicenda che non vedrà processo, nonostante la
estrema gravità delle nostre accuse e che, pur
riconoscendo di fatto una responsabilità di padre
Maciel, non la formalizza. Anzi, un modo di salvare
l'istituzione mettendo da parte il fondatore e
sostenendo che, quale che siano le responsabilità
dell'albero, rami e frutti non sono da considerarsi
compromessi. Il che è un'assurdità logica, e persino
botanica: poiché non c'è albero malato che possa
generare rami e frutti sani».La Legione, dicono gli
accusatori, è perversa. Che riesce a crescere
enormemente sotto il lungo pontificato di Karol
Wojtyla grazie ad una sorta di equivoco ideologico. Il
papa, segnato dalla battaglia contro il comunismo
realizzato, vede in chi è stato perseguitato dalla
stessa ideologia, comunque, un fratello da tutelare. E
i legionari (così come, in qualche modo, l'Opus Dei in
Spagna) nascono all'insegna delle persecuzioni ateiste
e rivoluzionarie.

La famiglia del fondatore, a cavallo tra Ottocento e
Novecento, aveva conosciuto in Messico questa
persecuzione. Nel 1936, Marcial Maciel, sedicenne,
aderisce alla resistenza dei cristeros in nome della
fede. «In realtà» dice Jason Berry che ha cercato di
documentare ogni angolo nascosto della vita di nuestro
Padre, «questo periodo eroico non trova conferme, e
sembra piuttosto la tessera di un'operazione di
costruzione del personaggio, già indirizzata alla
beatificazione e alla santità future». Le storie della
Legione lo dipingono come un Francesco d'Assisi, nato
ricco e divenuto povero per scelta, «con le scarpe
avvolte nei pantaloni come cuscino». Certo è un
organizzatore, fin da giovane. Costituisce gruppi
quasi militari, dalla disciplina intransigente, è un
ammiratore di Francisco Franco, che è un faro per le
élite conservatrici sudamericane.

Modella la sua organizzazione su quella dei Gesuiti,
«ma soprattutto getta le basi per il culto della sua
personalità», dice Berry. Il 3 gennaio del 1941 fonda
la Legione, finanziato dai grandi capitalisti
messicani, industriali tessili, latifondisti.
Stabilisce un rapporto stretto con la Spagna che sarà
la seconda patria dei suoi proventi. All'inizio il suo
ordine vuol battezzarsi «Legionari del Papa», ma
qualcuno lo sconsiglia, intravedendo un peccato di
orgoglio. Saranno dunque Legionari di Cristo, al quale
ci si può rivolgere con minor imbarazzo. Pio XII lo
incoraggia e lo sostiene, ma il segreto del successo,
e dell'espansione, è proprio nella capacità di trovare
generosi benefattori, i cui rampolli, spesso, vanno ad
ingrossare le fila della Legione, dove le questioni
della disciplina, dell'obbedienza e dei valori sono
garantite. E nel costituire un cespite importante per
tutta la Chiesa.

Le storie che giungono ìn Vaticano come corollario dì
questo modo di procedere dovrebbero essere considerate
molto scandalose. Si somigliano tutte. Un numero
crescente di ex giovani seminaristi, «scelti da Maciel
in base alla loro grazia e bellezza», ricordano gli
accusatori, rivela i metodi di seduzione del
fondatore. Sono immagini forti e terribili,
soprattutto per la profonda arroganza che denunciano.
«Il padre giaceva nudo nel suo letto e convocava
qualcuno di noi. Gli chiedeva di massaggiargli lo
stomaco lamentando i consueti terribili dolori». I
massaggi diventano atti sessuali veri e propri, che
lasciano stupefatti e turbati i ragazzi. I quali,
tuttavia, vengono «assolti», con un distratto segno di
croce, dal padre stesso appena soddisfatto e divenuto
confessore. A Barba-Martin, Maciel assicura
addirittura di avere «un permesso speciale del Papa
Pio XII, che consente ai seminaristi rapporti sessuali
con lui». Molti – dodicenni, quattordicenni – neppure
sembrano capire bene che cosa accade, non all'inizio.
Arturo Jurado, il professore che ha studiato ad
Harvard, racconta di essere stato costretto a giacere
con Maciel molte volte, «almeno quaranta», ha
calcolato. La sua resistenza, ventenne, ad atti
sessuali completi con il padre, gli vale un
trasferimento punitivo in Spagna.

Già negli anni Sessanta le voci su queste ignominie
raggiungono la gerarchia ecclesiastica. In particolare
i Gesuiti – che forse hanno anche un'avversione per I
Legionari alimentata dallo spirito di concorrenza –
«si mostrano sospettosi sulle attività sessuali di
Maclel», scrivono i due giornalisti americani che
hanno documentato anche quel remoto periodo. Tra il
1956 e il '58 il Vaticano ordina una serie di
indagini molto stringenti. Tra legionari quel periodo
è chiamato «la Guerra», o «la Grande benedizione» (che
li metterebbe alla prova). Secondo la versione
ufficiale l'inchiesta riguardava solo l'eventuale uso
di narcotici che avrebbe fatto Maciel. Uso che non
viene negato, ma collegato alle «terribili sofferenze»
che il padre pativa per ragioni di salute. In realtà,
gli ex seminaristi ora affermano che l'indagine
riguardava anche le attività sessuali. I giovani,
interrogati, in quell'occasione negano: «In quanto
figli di famiglia cristiana, in quanto messicani, ci
era stato insegnato che al padre dovevamo obbedire.
Lasciare il seminario significava la dannazione
eterna, Dio era vendicativo».

La Legione è profondamente anticonciliare: si dice
Messa in latino, si praticano i vecchi riti, si
sottolinea l'aspetto più antico e punitivo della
religione. Ma sono conservatori anche i più
determinati accusatori dell'ordine.

Che si scandalizzano proprio per la distanza tra le
dichiarazioni e la prassi. Non chiedono denaro,per il
danno subito, ma solo giustizia. Sembrano combattere
per una loro, personale, redenzione dal peccato di
omertà, pretendono sia ufficializzato l'immenso torto.
Questi uomini divenuti ormai anziani, si incontrano,
si confrontano, si liberano dei fantasmi di
un'esistenza. Denunciano Maciel al Vaticano, ma
scoprono che, semplicemente, non succede nulla.

Anzi, Giovanni Paolo II continua a dar segno di
profonda amicizia per Maciel. Forse non sa, forse non
crede, forse la Corte è più realista dí lui. Ma
Ratzinger sa di certo, poiché del caso si è occupato
in veste di massima autorità della Congregazione per
la dottrina della fede. E, divenuto Papa, fa quello
che, forse, prima non avrebbe potuto fare. «Secondo
noi però» dice Barba-Martin «non ha voluto fugare
davvero dubbi e fantasmi, non ha voluto concederci
giustizia formale. Ed ha, con la sua formula ambigua,
creato un precedente grave, poiché di fatto ha
condannato un uomo che non è stato processato. Eppure
Cristo diceva: "Sia il vostro parlare sì sì o no no".
Non si è seguito il suo insegnamento».

Nuestro Padre diceva ai suoi fedelissimi di non
iniziare le pratiche per la sua beatificazione prima
dei trent'anni dalla sua morte. Forse temeva
l'attualità, i testimoni. Temeva i vivi.

Attilio Giordano

recensione al sito: www.fazieditore.it
Jason Berry, Gerald Renner

I legionari di Cristo
Abusi di potere nel papato di Giovanni Paolo II
Un'inquietante inchiesta sulla Legione di Cristo,
l'organizzazione religiosa venuta alla ribalta delle
cronache per i legami con la famiglia di Antonio
Fazio, e sui suoi strettissimi rapporti con il
Vaticano di Wojtyla, Ratzinger, Sodano.

A partire dall'allarmante realtà degli abusi sessuali
compiuti da preti, due giornalisti cattolici
americani, Jason Berry e Gerald Renner, hanno condotto
la prima inchiesta sulla misteriosa Legione di Cristo,
organizzazione ultraconservatrice fondata nel 1941 dal
messicano Marcial Maciel Degollado, che ancora la
guida. Maciel ha diffuso in oltre venti paesi la
potente struttura, che dispone di preti e operatori
laici, di scuole medie e superiori per i figli delle
élite e controlla numerose università, intrecciando
una fitta rete di rapporti con le massime gerarchie
ecclesiastiche. Sotto Wojtyla, varie inchieste,
avviate dopo le numerose accuse di abusi sessuali a
carico di Maciel, vennero insabbiate dal Vaticano. Nel
2004, Giovanni Paolo II arrivò a elogiare
pubblicamente Maciel durante una solenne cerimonia;
Ratzinger, allora a capo della Congregazione per la
Dottrina della Fede, eluse ogni richiesta di mettere
il prete messicano sotto processo; e il segretario di
Stato Sodano si impegnò strenuamente per difenderlo.
L'inchiesta vaticana è brevemente avanzata dopo la
morte di Wojtyla; ma l'annuncio del Segretariato di
Stato (20 maggio 2005) che Maciel non avrebbe dovuto
affrontare un processo canonico solleva gravi
interrogativi sul nuovo papato. Ancora in settembre,
Sodano ha invitato Maciel a Lucca come ospite
ufficiale di una prestigiosa conferenza; e a tutt'oggi
papa Benedetto XVI non ha intrapreso alcuna azione
pubblica nei confronti di un prete su cui gravano una
ventina di accuse per abuso sessuale su minori.
Un'inchiesta seria e sconvolgente, durata sei anni e
condotta mediante centinaia di interviste, che mette a
nudo un intollerabile scandalo nel cuore della Chiesa.

GLI AUTORI Jason Berry, giornalista investigativo,
produttore di documentari e storico del jazz, ha
scritto cinque libri, fra cui Lead Us Not Into
Tempation (1992), il primo ad affrontare direttamente
direttamente la questione degli abusi sessuali
perpetrati dal clero americano. Vive a New Orleans.

Gerald Renner giornalista, è stato ufficio stampa
della Conferenza Episcopale statunitense e poi
direttore del Religion News Service, agenzia di stampa
specializzata di New York. Vive nel Connecticut. Ha
vinto vari premi per il giornalismo investigativo.