Saturday, February 28, 2009

Come si parla? Il cervello lo sa già

Corriere della Sera 28.2.09
Gli studi di un team del San Raffaele: la prova viene da simboli senza significato che attivano l'area di Broca
Come si parla? Il cervello lo sa già
Il linguaggio è innato: conosciamo la sintassi prima di costruire le frasi
di Edoardo Boncinelli

Nel nostro cervello c'è una regione capace di utilizzare la sintassi anche in assenza di parole. La sintassi, cioè la capacità di disporre le parole secondo una schema definito e significante, è ritenuta il nucleo concettuale fondamentale del linguaggio. Tale capacità appare innata nell'uomo, mentre è assente negli altri animali anche i più vicini a noi ed è codificata in una regione specifica della nostra corteccia cerebrale sinistra: è la famosa area di Broca, necessaria per poter parlare. Questo fatto è noto dall'Ottocento e la sua scoperta è merito del dottor Paul Broca appunto, che localizzò con maestria la lesione cerebrale di un paziente che pur avendo tutte le altre facoltà intatte, quando voleva parlare emetteva solo un monotono «Tantantan».
Funzione superiore
In anni recenti si è mostrato che tale area è coinvolta anche nella retta articolazione del linguaggio dei segni, quello usato dai sordomuti ad esempio, come pure in un particolare sistema di comunicazione, detto silbo gomero, a suon di brevi fischi, tipico dell'isola de La Gomera, una delle Canarie. L'area sovrintende quindi al controllo della corretta disposizione sintattica dei segni, al di là e al di sopra del linguaggio vero e proprio. Un gruppo di ricerca del San Raffaele di Milano ha mostrato adesso che la stessa area può controllare anche un mezzo di espressione astratto costituito di simboli visuospaziali inventati. Si tratta quindi di una vera e propria «sintassi senza parole», di una funzione superiore che si estrinseca soprattutto nel linguaggio, ma che si estende anche ad altri domini funzionali della nostra mente.
Nocciolo fondamentale
L'uomo si è sempre chiesto che cosa caratterizzi il suo linguaggio; che cosa faccia, in altre parole, del linguaggio il linguaggio. Molti ling uisti, sulla scia di Noam Chomsky, hanno indicato nella sintassi il nocciolo fondamentale di questa facoltà e localizzato nel-l'area di Broca la regione cruciale per il suo espletamento. Nelle lingue naturali esiste un'enorme varietà di regole sintattiche, ma non vi sono rappresentate tutte quelle pensabili. Esistono infatti regole che non si trovano in nessun linguaggio naturale. Sono regole per così dire «proibite» dalla nostra facoltà di linguaggio. Un lavoro precedente del gruppo del San Raffaele che si avvale della consulenza linguistica di Andrea Moro, collaboratore di Chomsky, ha mostrato che un cervello che utilizza una regola sintattica «permessa», cioè che si può trovare in una lingua naturale, utilizza per farlo l'area di Broca, mentre quando maneggia regole sintattiche diverse, costruite artificialmente ma non presenti in nessuna lingua naturale, non la usa. Come dire che l'area di Broca può funzionare solamente seguendo certe regole, ma non certe altre. In altre parole, le regole della nostra sintassi sono scritte nel cervello, probabilmente dalla nascita.
Quello che riguarda la lingua sembra adesso vero anche per altri sistemi di combinazione dei segni. In un lavoro di Marco Tettamanti e collaboratori che uscirà sulla rivista
Cortex, il gruppo di ricerca che fa capo ad Andrea Moro per la parte linguistica e a Stefano Cappa per le metodiche di neurovisualizzazione delle aree cerebrali ha mostrato come tale distinzione vale anche per una composizione visuospaziale di pura invenzione.
Prerequisito essenziale
Si tratta di mettere in fila simboli visivi astratti che non hanno alcun significato, ma lo si deve fare rispettando certe regole dettate dallo sperimentatore. Ebbene, quando queste regole corrispondono a quelle che sarebbero permesse in un linguaggio naturale, nel cervello di chi lo fa si attiva l'area di Broca, mentre quando non corrispondono, questa area non si attiva e se ne attivano altre. Come dire che per il nostro cervello la sintassi viene prima del linguaggio e ne costituisce il prerequisito essenziale. Parlare vuol dire scegliere vocaboli, metterli in un ordine locale grammaticale e in un ordine globale sintattico, secondo trame coesive e ricorrenti ma non rigide.

Friday, February 20, 2009

24 febbraio 2009 Il Sacro Fuoco Riaccenderemo insieme il fuoco di Vesta

24 febbraio 2009 Il Sacro Fuoco Riaccenderemo insieme il fuoco di Vesta

inizio: martedì 24 febbraio 2009 alle ore 21.30
Fine: mercoledì 25 febbraio 2009 alle ore 0.30
Luogo: Accademia Pentalpha
Indirizzo: Ruggero di Lauria, 22
Città/Paese: Rome, Italy

Telefono: 3386321181

24 Febbraio 391 d.C.

Questa è la data in cui, a seguito di un editto di Teodosio I, venne spento a Roma il Sacro Fuoco nel Tempio di Vesta, e fu solo il primo di molti altri fuochi sacri spenti in tutta Europa. Ferdinand Gregorovius descrive così la scena finale, all'ingresso di Teodosio in Roma:
« I cristiani di Roma trionfavano. La loro tracotanza arrivò al punto, lamenta Zosimo, che Serena, sposa di Stilicone, entrata nel tempio di Rea, prese dal collo della dea la preziosa collana e se la cinse. Assistendo a questa profanazione, l'ultima vestale versò lacrime disperate e lanciò su Serena e su tutta la sua discendenza una maledizione che non andò perduta. ».
Quel fuoco ardeva a Roma dalla fondazione della città, e ne rappresentava l'anima eterna. Il suo spegnimento è un segno della cecità di ogni tipo di intolleranza.
Per questo motivo noi proponiamo, al di là e nel rispetto di ogni personale convinzione religiosa, di riaccendere quel fuoco nello stesso giorno in cui è stato spento. Rianimiamo il cuore della nostra città e rendiamola di nuovo eterna.

Accademia Pentalpha

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Tuesday, February 17, 2009

21 Febbraio 2009 - Jesolo * Giorno Pagano della Memoria

21 Febbraio 2009 - Jesolo * Giorno Pagano della Memoria
Rito celebrativo
Giorno Pagano della Memoria
Giorno Pagano Europeo della Memoria

Ora e luogoData: sabato 21 febbraio 2009
Ora: 16.00 - 19.00
Luogo: Bosco Sacro in Jesolo Venezia
Indirizzo: Ca' gamba - settima traversa
Città/Paese: Jesolo, Italy

Telefoni:
claudio 3277862784
francesco 3497554994

Rito religioso per commemorare e ricordare i Martiri delle Antiche Religioni e tutti coloro che con la loro volontà ci portarono fuori dalla città di dio imposta col terrore dai cristiani. Dagli eroi del Rinascimento, a quelli dell'illuminismo, del positivismo e di tutti coloro che hanno limitato il potere dei cristiani e della chiesa cattolica in particolare.

su youtube numerosi filmati relativi alle precedenti celebrazioni.

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Sunday, February 01, 2009

Il mistero dell’antico affresco

Il mistero dell’antico affresco
Elena Canestri
DOMENICA, 01 FEBBRAIO 2009 IL TIRRENO - Grosseto

Albero della Fecondità, restauratori all’opera

Si conosceranno tra poco condizioni attuali e speranze di recupero del famoso “Albero della Fecondità” di Massa Marittima. L’antico affresco, dipinto sulle pareti delle Fonti dell’Abbondanza, sta lottando, da tempo, contro sali e umidità, per mantenere integre le proprie affascinanti forme e colorazioni.
A poco più di un anno dall’ultimo restauro, l’albero dalla ricca simbologia, da sempre attrazione per turisti e visitatori, ha rischiato infatti di scomparire, a causa delle incrostazioni che lo hanno ricoperto; proprio per questo il Comune, consultata un’equipe di esperti, decise di ricoprirlo con un impacco assorbente. In questi giorni, il manto protettivo verrà rimosso, e sul dipinto saranno svolte tutte le analisi chimico fisiche necessarie a valutarne lo stato di salute. Di particolare importanza, sarà la verifica dello stato di umidità della parete affrescata.
Il delicato intervento verrà curato da un equipe dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze, del Cnr e della Soprintendenza per i Beni artistici ed Etnoantropologici di Siena. Dalle parole dei responsabili del procedimento, pare che ci siano buone possibilità di poter effettuare un buon restauro sull’Albero, sempre che la situazione, sotto la pellicola pittorica, sia migliorata come si pensa.
Se l’affresco tornerà visibile nell’arco di non molto tempo, Massa Marittima, potrà ancora vantare un’opera di grande pregio, storico, artistico e pittorico; aspetto ancora più affascinante, si tornerà a studiare le simbologie evocate dall’albero da cui pendono organi riproduttivi maschili interpretato negli anni dagli studiosi del settore, alternativamente come: messaggio guelfo contro i ghibellini, celebrazione del buon governo ghibellino e gioioso simbolo di fecondità, avvolto nel contrasto delle streghe e delle aquile nere che lo circondano.

La pelle conosce segreti che il dormiveglia rivela. Il mondo interiore è scritto sul corpo

Corriere della Sera 28.1.09
La pelle conosce segreti che il dormiveglia rivela. Il mondo interiore è scritto sul corpo
Visioni di luci, geometrie o moti di oggetti, a seconda della zona stimolata prima del sonno
di Giuseppe Bonaviri

Alcuni anni or sono, ho pubblicato, con Mondadori un romanzo dal titolo Il dormiveglia. In appendice al romanzo, era presente un «trattato pseudoscientifico» sulle percezioni sensoriali che precedono la fase del sonno e che sono legate alle varie sollecitazioni cutanee cui siamo sottoposti. Bisogna almeno premettere che, secondo studi medici, dallo stesso foglietto del neo-embrione si formano sia la sfera celebrare che la cute. Quest' ultima - da certe mie ricerche fatte all' epoca della stesura del romanzo, avendo svolto la professione medica per cinquant' anni - ha una funzione «mini pensante» per cui possiamo relativamente stabilire una mappa cutanea dei pensieri che ci sopraggiungono nella fase del dormiveglia. Assai brevemente possiamo accennare al fatto che se una persona ha degli stimoli cutanei sul viso mentre sta per addormentarsi, vede delle luci, delle lampade accese, e tutto ciò che è legato alla luce, perché viene a essere stimolata una particolare area cerebrale visiva. Se tali stimoli, sotto varie forme, interessano le braccia, colui che sta per addormentarsi crede di vedere degli oggetti in movimento. Se i cosiddetti stimoli sensitivi partono dall' addome si ha una visione di alimenti diversi che, generalmente, partono dal pane e si articolano verso cibi ben più complessi e diversi. Quando lo stimolo, invece, parte dai piedi si visualizzano vie e strade sia terrestri che marine e, in rari casi, aeree; la gola genera visioni di alimenti che arrivano e scompaiono rapidamente. A mio avviso, però, la zona cutanea più strana e singolare è l' area inguinale dove è localizzata l' idea primordiale di un Dio che ci ha creato e ci ha lasciato dei segni «mini geometrici», così come diceva Platone: se, infatti, tale area è stimolata noi vediamo una successione di elementi geometrizzabili. Insomma, sulla nostra cute si riflette un mondo interiore che non emergerebbe, anche se solo in forma onirica, se non ci fossero tutte queste successioni di punti stimolati. La nostra sfera onirico-psichica è tuttora tutta da studiare e ci riserverà notevoli e meravigliose sorprese. Ci vorranno, secondo me, molti anni ancora perché si possa entrare nel mistero di un organismo e nel mistero di un Dio che si diffonde per miliardi di chilometri fra galassie e sistemi stellari, dei quali non comprendiamo quello che hanno significato nei secoli passati e significheranno nei secoli futuri. I nostri posteri sicuramente conosceranno e vedranno cose che per noi sono impensabili e completamente ignote.