SAN VALENTINO: LA FESTA VOLUTA DA UN PAPA CONTRO LE ORGE PAGANE
(AGI) - Roma, 13 feb. - E’ la festa degli innamorati, fatta di romanticismo, cuoricini, cioccolatini e rinnovate promesse d’amore. Ma San Valentino non nasce dal nulla, e non ricorre il 14 febbraio per caso: lo stesso giorno, per secoli, gli antichi romani celebravano una delle loro feste piu’ sentite, i Lupercali. Una festa della fertilita’, collegata probabilmente al mito della lupa che allatto’ Romolo e Remo, che si tingeva di forti connotazioni erotiche, e spesso scivolava in veri e propri momenti orgiastici. I luperci, sacerdoti del dio luperco che proteggeva le greggi, coperti solo di uno straccio di pelle ai fianchi, correvano alle pendici del Campidoglio percuotendo i passanti con brani di pelle degli animali sacrificati, e garantendo cosi’ loro la fertilita’. Le donne, in particolare, offrivano il ventre nudo ai colpi, per rimanere presto incinte. Il clima che si creava era spesso ad alto tasso di erotismo, tanto piu’ che, secondo la tradizione, quel giorno le ragazze vergini potevano essere iniziate da qualunque pellegrino. Festa della fertilita’ e del sesso, dunque, che resistette anche dopo l’avvento del cristianesimo: ancora nel 496, quando ormai da oltre un secolo e mezzo i riti pagani erano stati banditi, i Lupercali si celebravano a Roma. Proprio quell’anno papa Gelasio I decide di chiudere per sempre con una tradizione cosi’ marcatamente pagana e dionisiaca, rimpiazzandola con una piu’ “inoffensiva” ricorrenza dedicata a un santo martire, Valentino, decapitato nel 269. Tuttavia l’associazione specifica tra San Valentino e l’amore romantico e gli innamorati e’ quasi certamente posteriore, e la questione della sua origine e’ controversa. Una delle tesi piu’ note e’ che l’interpretazione di San Valentino come festa degli innamorati si debba ricondurre al circolo di Geoffrey Chaucer, che nel Parlamento degli Uccelli associa la ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra e Anna di Boemia. La piu’ antica “valentina” di cui sia rimasta traccia risale al XV secolo, e fu scritta da Carlo d’Orleans, all’epoca detenuto nella Torre di Londra. L’uso di spedire “valentine” nel mondo anglosassone risale almeno al XIX secolo. Gia’ alla meta’ del secolo negli Stati Uniti alcuni imprenditori iniziarono a produrre biglietti di San Valentino su scala industriale. Fu proprio la produzione su vasta scala di biglietti d’auguri a dare impulso alla commercializzazione della ricorrenza e, al contempo, alla sua penetrazione nella cultura popolare. Il processo di commercializzazione continuo’ nella seconda meta’ del XX secolo, soprattutto a partire dagli Stati Uniti. Finche’ la tradizione dei biglietti amorosi inizio’ a diventare secondaria rispetto allo scambio di regali come scatole di cioccolatini, mazzi di fiori, o gioielli. E alla fine, forse, per buona parte degli innamorati il 14 febbraio e’ tornato ad essere una festa pagana. (AGI)
(AGI) - Roma, 13 feb. - E’ la festa degli innamorati, fatta di romanticismo, cuoricini, cioccolatini e rinnovate promesse d’amore. Ma San Valentino non nasce dal nulla, e non ricorre il 14 febbraio per caso: lo stesso giorno, per secoli, gli antichi romani celebravano una delle loro feste piu’ sentite, i Lupercali. Una festa della fertilita’, collegata probabilmente al mito della lupa che allatto’ Romolo e Remo, che si tingeva di forti connotazioni erotiche, e spesso scivolava in veri e propri momenti orgiastici. I luperci, sacerdoti del dio luperco che proteggeva le greggi, coperti solo di uno straccio di pelle ai fianchi, correvano alle pendici del Campidoglio percuotendo i passanti con brani di pelle degli animali sacrificati, e garantendo cosi’ loro la fertilita’. Le donne, in particolare, offrivano il ventre nudo ai colpi, per rimanere presto incinte. Il clima che si creava era spesso ad alto tasso di erotismo, tanto piu’ che, secondo la tradizione, quel giorno le ragazze vergini potevano essere iniziate da qualunque pellegrino. Festa della fertilita’ e del sesso, dunque, che resistette anche dopo l’avvento del cristianesimo: ancora nel 496, quando ormai da oltre un secolo e mezzo i riti pagani erano stati banditi, i Lupercali si celebravano a Roma. Proprio quell’anno papa Gelasio I decide di chiudere per sempre con una tradizione cosi’ marcatamente pagana e dionisiaca, rimpiazzandola con una piu’ “inoffensiva” ricorrenza dedicata a un santo martire, Valentino, decapitato nel 269. Tuttavia l’associazione specifica tra San Valentino e l’amore romantico e gli innamorati e’ quasi certamente posteriore, e la questione della sua origine e’ controversa. Una delle tesi piu’ note e’ che l’interpretazione di San Valentino come festa degli innamorati si debba ricondurre al circolo di Geoffrey Chaucer, che nel Parlamento degli Uccelli associa la ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra e Anna di Boemia. La piu’ antica “valentina” di cui sia rimasta traccia risale al XV secolo, e fu scritta da Carlo d’Orleans, all’epoca detenuto nella Torre di Londra. L’uso di spedire “valentine” nel mondo anglosassone risale almeno al XIX secolo. Gia’ alla meta’ del secolo negli Stati Uniti alcuni imprenditori iniziarono a produrre biglietti di San Valentino su scala industriale. Fu proprio la produzione su vasta scala di biglietti d’auguri a dare impulso alla commercializzazione della ricorrenza e, al contempo, alla sua penetrazione nella cultura popolare. Il processo di commercializzazione continuo’ nella seconda meta’ del XX secolo, soprattutto a partire dagli Stati Uniti. Finche’ la tradizione dei biglietti amorosi inizio’ a diventare secondaria rispetto allo scambio di regali come scatole di cioccolatini, mazzi di fiori, o gioielli. E alla fine, forse, per buona parte degli innamorati il 14 febbraio e’ tornato ad essere una festa pagana. (AGI)