L’uomo antico che va incontro alla divinità si trova di fronte a un mondo di dèi. Questo non è un altro mondo, bensì quello stesso in cui egli vive e che gli mostra, nelle figure divine, il proprio aspetto mitologico. Il senso di realtà potrebbe accompagnare anche le figure di un mondo divino frutto della proiezione dell’uomo e privo di un fondamento esterno all’uomo stesso; ma la certezza che determinate figure riappariranno in determinati momenti si nutre sempre della percezione dei movimenti cosmici. La religione antica non riposa sulla fede nella verità dei racconti mitologici con tutte le loro contraddittorie variazioni (la questione della verità non ha alcuna rilevanza), ma principalmente sulla certezza che il cosmo quale fondamento e sfondo coerente – completo e durevole – di quel che nella mitologia mostra il suo volto umano, esiste.
Karl KerényiFriday, May 20, 2022
Friday, May 13, 2022
La religione antica
La religione antica in quanto fenomeno storico è spiritualmente così vicina a noi occidentali che possiamo comprenderne immediatamente la struttura: essa non è una religione che si volge all’aldilà; i suoi dèi sono gli dèi di questo mondo e dell’esistenza umana. Essi sono trascendenti solo in quanto la nostra esistenza non li contiene; sono essi, piuttosto, a contenerla.
Karl KerényiFriday, May 06, 2022
Non serve fede per gli Dei
Non serve fede per gli Dei
Ma quando un dio particolare è in modo speciale l’unico e solo Dio supremo, trascendente, Imperscrutabile nella sua essenza, innominabile e tuttavia scritto a lettere maiuscole, il contatto con questo essere supremo onnipotente dipende dalla sua grazia generosa, dalle sue rivelazioni epifaniche in miracoli, dono delle lingue e visioni, cioè in ultima analisi dipende dalla tua incrollabile fede assoluta. Ovvero, secondariamente, dall’intercessione di una istituzione, di un libro, di un culto, di un profeta o di una incarnazione intesa come emanazione letterale dell’essere originale, trascendente e nascosto.
La
trascendenza di questo unico Dio supremo significa che non ci sono dèi alle
porte della città, come nell’antica Roma, non ci sono dèi nei giardini, nella
dispensa delle case. Non ci sono presenze udibili degli dèi: il chiurlo della
civetta non è più la voce di Atena, le raffiche del vento del Nord non sono la
voce di Borea, nelle tempeste marine e nei vortici non parla Poseidone, nel
bruciore improvviso della passione erotica non si avverte la freccia di Eros
che trafigge la carne. Poiché, dove la vita è vissuta nei miti, gli dèi sono
così palesemente presenti nell’animazione della vita, non hanno bisogno della
nostra fede.
James
Hillman, un terribile amore per la guerra