BOLOGNA - Amico Aspertini - Riaffiorano gli affreschi degli dei
PAOLA NALDI
VENERDÌ, 11 LUGLIO 2008 LA REPUBBLICA Bologna
Da una stanza di Rocca Isolani a Minerbio dopo quattro secoli tornano alla luce figure allegoriche, ancora da interpretare, del grande pittore
Gli storici dell´arte lo sapevano e in particolare Daniela Scaglietti Kelescian fin dai suoi primi studi giovanili ci credeva: dietro a quello strato di intonaco nella stanza della Rocca Isolani di Minerbio ci dovevano essere altre tracce del genio di Amico Aspertini, l´artista che operò tra ‘400 e ‘500 a cui sarà dedicata la prima grande mostra monografica il prossimo settembre in Pinacoteca, promossa da Comune di Bologna e Soprintendenza. Ed eccoli quindi gli affreschi, tornati alla luce dopo quattro secoli di buio, riscoperti grazie a lavori di restauro, avviati proprio in occasione dell´evento. Un´intera stanza decorata con toni monocromi di figure allegoriche, disposte su un doppio piano di altezza: in basso un gruppo appoggiato a tavoli, da cui pendono lenzuola o forse tovaglie; sopra, incuneate nelle lunette, altri personaggi rilassati, quasi fossero addormentati.
Andrea Emiliani, curatore della mostra insieme a Daniela Scaglietti, nel presentare la scoperta lo ha sottolineato: «la storia dell´arte con questa esposizione crescerà e gli affreschi e i dipinti di Aspertini si preparano a raccontarci delle cose nuove». A testimonianza della volontà di costruire non un evento clamoroso ma effimero quanto piuttosto una mostra che lasci traccia nella memoria e nel territorio. I lavori di restauro sono partiti lo scorso autunno con saggi di indagine, iniziati proprio in corrispondenza del volto di una delle figure più importanti, «Bacco», con la brocca in mano, una delle poche riconoscibili iconograficamente. Per il resto capire chi sono e cosa fanno questi personaggi rimane un mistero. La stanza si chiama «di Marte» perchè nel soffitto, visibile da sempre nella sua bellezza, compare appunto il dio-guerriero. Ma quale storia raccontino le nuove figure ancora non si sa: oltre a Bacco compare la figura della «purezza» con a fianco un unicorno; altri uomini sono armati; altri personaggi invece sono ancora anonimi.
Un piccolo-grande enigma della storia dell´arte che si spera risolvere in tempo utile per l´inaugurazione della mostra perchè il percorso espositivo, oltre alle stanze della Pinacoteca, avrà appendici appunto a Minerbio e in altre località della provincia e fuori regione. Ma le decorazioni ritrovate hanno un´altra particolarità: sono l´unico esempio rimasto degli affreschi che l´artista eseguì sulle facciate di molte dimore nobili bolognesi: «Aspertini aveva grande fama di frescante tra le famiglie bolognesi per le quali decorava con grande velocità e destrezza le facciate esterne - commenta appunto Daniela Scaglietti - probabilmente ancora con queste figure incombenti, di grande impatto che si richiamano agli esempi di Giulio Romano a Mantova». E in effetti entrando nella piccola stanza a Minerbio si prova una sensazione quasi di oppressione. Un gusto, «quasi una follia», che probabilmente ad un certo punto di piace più e per questo gli affreschi sono stati coperti o sono stati distrutti.
I restauri, condotti da Adele Pompili, sono stati realizzati grazie al contributo di aziende del territorio (Credibo, Coprob, Rfm, Viabizzuno) e all´impegno del Comune di Minerbio e dei proprietari Gualtiero e Francesco Cavazza Isolani.
PAOLA NALDI
VENERDÌ, 11 LUGLIO 2008 LA REPUBBLICA Bologna
Da una stanza di Rocca Isolani a Minerbio dopo quattro secoli tornano alla luce figure allegoriche, ancora da interpretare, del grande pittore
Gli storici dell´arte lo sapevano e in particolare Daniela Scaglietti Kelescian fin dai suoi primi studi giovanili ci credeva: dietro a quello strato di intonaco nella stanza della Rocca Isolani di Minerbio ci dovevano essere altre tracce del genio di Amico Aspertini, l´artista che operò tra ‘400 e ‘500 a cui sarà dedicata la prima grande mostra monografica il prossimo settembre in Pinacoteca, promossa da Comune di Bologna e Soprintendenza. Ed eccoli quindi gli affreschi, tornati alla luce dopo quattro secoli di buio, riscoperti grazie a lavori di restauro, avviati proprio in occasione dell´evento. Un´intera stanza decorata con toni monocromi di figure allegoriche, disposte su un doppio piano di altezza: in basso un gruppo appoggiato a tavoli, da cui pendono lenzuola o forse tovaglie; sopra, incuneate nelle lunette, altri personaggi rilassati, quasi fossero addormentati.
Andrea Emiliani, curatore della mostra insieme a Daniela Scaglietti, nel presentare la scoperta lo ha sottolineato: «la storia dell´arte con questa esposizione crescerà e gli affreschi e i dipinti di Aspertini si preparano a raccontarci delle cose nuove». A testimonianza della volontà di costruire non un evento clamoroso ma effimero quanto piuttosto una mostra che lasci traccia nella memoria e nel territorio. I lavori di restauro sono partiti lo scorso autunno con saggi di indagine, iniziati proprio in corrispondenza del volto di una delle figure più importanti, «Bacco», con la brocca in mano, una delle poche riconoscibili iconograficamente. Per il resto capire chi sono e cosa fanno questi personaggi rimane un mistero. La stanza si chiama «di Marte» perchè nel soffitto, visibile da sempre nella sua bellezza, compare appunto il dio-guerriero. Ma quale storia raccontino le nuove figure ancora non si sa: oltre a Bacco compare la figura della «purezza» con a fianco un unicorno; altri uomini sono armati; altri personaggi invece sono ancora anonimi.
Un piccolo-grande enigma della storia dell´arte che si spera risolvere in tempo utile per l´inaugurazione della mostra perchè il percorso espositivo, oltre alle stanze della Pinacoteca, avrà appendici appunto a Minerbio e in altre località della provincia e fuori regione. Ma le decorazioni ritrovate hanno un´altra particolarità: sono l´unico esempio rimasto degli affreschi che l´artista eseguì sulle facciate di molte dimore nobili bolognesi: «Aspertini aveva grande fama di frescante tra le famiglie bolognesi per le quali decorava con grande velocità e destrezza le facciate esterne - commenta appunto Daniela Scaglietti - probabilmente ancora con queste figure incombenti, di grande impatto che si richiamano agli esempi di Giulio Romano a Mantova». E in effetti entrando nella piccola stanza a Minerbio si prova una sensazione quasi di oppressione. Un gusto, «quasi una follia», che probabilmente ad un certo punto di piace più e per questo gli affreschi sono stati coperti o sono stati distrutti.
I restauri, condotti da Adele Pompili, sono stati realizzati grazie al contributo di aziende del territorio (Credibo, Coprob, Rfm, Viabizzuno) e all´impegno del Comune di Minerbio e dei proprietari Gualtiero e Francesco Cavazza Isolani.