Monday, August 11, 2008

La clessidra che ci cambia la vita

La Repubblica 7.8.08
Come siamo influenzati dallo scandire delle ore? Se lo sono domandati due ricercatori americani La risposta è stata sorprendente: la nostra percezione varia dall'età. E può farci fare scelte decisive
La clessidra che ci cambia la vita
di Vanna Vannuccini

Carriera, amicizie o matrimoni: tutto dipende dal modo in cui concepiamo le ore che passano

Insomma, la nostra esperienza personale del tempo è sempre un enigma, notava già Hans Castorp ne "La Montagna Incantata" di Thomas Mann: se viviamo qualcosa di affascinante, abbiamo l´impressione che il tempo voli. Possiamo fare in una giornata un viaggio da Siviglia a Cordova, visitare una nuova città, ascoltare un concerto, e in retrospettiva ci sembrerà che siano passati tre giorni, invece che dodici ore. Nel ricordo, il tempo che era volato via si estende. Quando invece ci capita di aspettare, all´aeroporto o nella sala d´aspetto del dentista, le ore non passano mai; ma alla fine la giornata è come se non ci fosse stata. Il tempo che ci era sembrato interminabile si è ristretto, perché non ha lasciato tracce.
Tutto questo per dire che il tempo è una materia prima piena di paradossi e di misteri, che resta impervio alla nostra volontà e non si fa ingannare, ma ci influenza molto più di quanto non ci rendiamo conto. Anzi, il nostro atteggiamento verso il tempo plasma tutti gli aspetti della vita scrive Philip Zimbardo, professore emerito a Stanford e autore del "The time paradox, Il paradosso del tempo, La nuova psicologia del tempo che cambierà la vostra vita". Zimbardo è famoso anche per un suo libro precedente, "L´Effetto Lucifero: capire perché i buoni diventano cattivi", nel quale dimostrava che è la forza delle circostanze a rendere la grande maggioranza di noi capaci di fare il male, (e solo pochi eroici). Su questa base aveva testimoniato come esperto in tribunale a favore di uno dei torturatori di Abu Ghraib.
La nostra percezione del tempo, afferma dunque Zimbardo, può mandare a monte una carriera o spronarci a raggiungere alte vette professionali, può favorire matrimoni e amicizie o farli fallire, senza che ne siamo consapevoli.
Un esempio: vi viene chiesto con chi preferireste passare mezz´ora. Potete rispondere: A) con un membro della vostra famiglia B) con una persona conosciuta di recente C) con l´autore di un libro che avete appena letto. Se avete una certa età, la risposta sarà sicuramente A. Se siete più giovani, sceglierete B o C. Ma immaginate che una nuova invenzione vi garantisca vent´anni sicuri di vita sana in più: le vostre risposte cambieranno? Sì, assicura Zimbardo, che insieme al suo assistente John Boyd, laureato a Stanford, ha condotto ricerche su questo tema nel corso di 30 anni su 10mila persone adulte. Quando il tempo del futuro è compresso, la persona anziana preferisce contatti con membri della famiglia per soddisfare i suoi bisogni emotivi. Ma le priorità cambiano se il senso del tempo che ha davanti a sé si espande. Altro esempio: se non abbiamo imparato fin da bambini ad avere una prospettiva temporale, e quindi a sapere rinviare le nostre gratificazioni, tutti i nostri buoni propositi di fine anno (voglio dimagrire, smettere di fumare, smettere di comprare troppe cose) saranno vani.
Nella loro ricerca, Zimbardo e Boyd hanno identificato sei prospettive con cui le persone guardano al tempo: positive o negative rispetto al passato, edonistiche o fataliste sul presente, fiduciose o trascendentali sul futuro. Senza dimenticare, naturalmente, che, si può passare da una prospettiva all´altra perché, come scrive Shakespeare, «one man in his time plays many parts» (un uomo nella propria vita recita molte parti).