Wednesday, December 10, 2008

Le ultime streghe sono in Tanzania

il Riformista 10.12.08
Dramma silenzioso Dall'inizio dell'anno ne sono stati uccisi trentacinque
Caccia agli albini
Le ultime streghe sono in Tanzania
di Raffaele Cazzola Hofman

Magia e discriminazione. Rapiti, assassinati e fatti a pezzi: i loro arti vengono usati per riti magici utili ad allontanare la fatica e la sfortuna. Non solo un fenomeno di segregazione al contrario, ma una vera e propria persecuzione. Il governo dice di voler correre ai ripari. Una campagna internazionale dell'Independent.

Un dramma silenzioso si consuma da decenni nell'Africa orientale. Si tratta della spietata persecuzione a cui sono sottoposte, in molte aree della Tanzania, le persone albine che, a causa della carenza di melanina, hanno la pelle bianca, gli occhi chiarissimi e capelli più che biondi. L'albinismo crea anzitutto gravi problemi di salute. La melanina, infatti, è il pigmento che protegge la pelle e gli occhi dai raggi solari.
In Tanzania, però, essere albini è anzitutto un dramma umano. A causa di un perverso combinato di vecchie superstizioni tribali, presenti soprattutto a nord vicino ai confini con Kenya e Uganda, gli albini vengono perseguitati e assassinati. Pur se in modo meno evidente, la «caccia agli albini» è presente anche in altri Paesi africani come la Nigeria o il Malawi. Quanto questo dramma sia purtroppo attuale è confermato dalla scelta come tema dell'annuale campagna umanitaria lanciata dall'Independent. Le luci accese su questo fenomeno tanto sconosciuto dal quotidiano britannico - che in una sconvolgente inchiesta rivela come l'unica speranza di salvezza per molti albini sia la fuga a Ukewere, una remota isola nel mezzo del Lago Vittoria, una sorta di rifugio per questi perseguitati - sono un'ulteriore motivo di riflessione.
Nell'anno in corso, fino ad ora, gli albini uccisi in Tanzania sono stati trentacinque. Nel 2007 erano stati venticinque, ma si stima che il numero dei casi registrati sia ben al di sotto di quelli realmente accaduti.
In Africa non tutto ciò che avviene, soprattutto se a fare da scenario sono aree molto remote e isolate, può essere conosciuto. E bisogna pensare che i tanzaniani nati con l'albinismo sono molto numerosi. Si calcola che siano uno ogni quattromila persone con punte di uno ogni mille in alcune tribù. Una media incredibilmente più alta rispetto a quella nel resto del mondo, dove nasce un albino ogni ventimila.
In Tanzania gli albini sono conosciuti con un appellativo da brividi, «zeru zeru», che significa «fantasmi». In altre parole, gli albini sono considerati come incarnazioni di spiriti maligni che, usciti dai corpi dei morti, tornano sulla Terra per tormentare con i loro influssi negativi la vita del nostro mondo. Ma purtroppo c'è anche altro. Infatti è emerso come quasi sempre i corpi degli albini uccisi siano stati smembrati. I loro arti, i loro capelli e il loro sangue vengono usati da stregoni o, cosa ancora più raccapricciante, da medici regolari per preparare delle "pozioni magiche" destinate a due scopi: da una parte dare sollievo ai lavoratori delle miniere alle prese con dolori reumatici; dall'altra portare fortuna e ricchezza ai poveri che in Tanzania, uno degli ultimi dieci Paesi del mondo dal punto di vista economico, non mancano. Inoltre, come documentano ancora le drammatiche testimonianze registrate dall'Independent nel rifugio di Ukewere, sono stati scoperti molti casi in cui neonati albini finiscono venduti agli stregoni. In questo modo i loro genitori hanno la possibilità sia di guadagnare soldi, sia di liberarsi dai possibili influssi negativi di cui li credono portatori.
Il governo della Tanzania ha recentemente annunciato di voler attuare nuove misure a protezione degli albini. Il presidente, Jakaya Kikwete, ha ordinato che la polizia e le autorità giudiziarie lancino delle operazioni per bloccare gli assassini e arrestare i mercanti di braccia e gambe degli albini. In effetti quest'anno sono state arrestate circa 170 persone con svariate accuse. Ma poi è calato il silenzio. E alla fine, secondo un giornalista del Daily Mail che ha indagato sulla vicenda, nessuno dei fermati sarebbe stato rinviato a giudizio.
In questo contesto si spiega il pressing sul governo di Dar es Salaam da parte di numerose campagne per i diritti umani avviate sia all'estero che in Tanzania. Qui operano soprattutto due organizzazioni: la National Organization of Albinism and Hypopigmentation e la Tanzania Albino Society. Lo stesso presidente Kikwete ha inoltre lanciato un segnale politico nominando d'ufficio un'attivista albina, la signora Al-Shymaa Kway-Geer, a membro del Parlamento. Il racconto della sua infanzia, fatto in aprile dopo la notizia della nomina, è più eloquente di qualsiasi commento. «Nella scuola primaria i compagni mi deridevano ed evitavano di toccarmi dicendo che, se lo avessero fatto, sarebbero diventati anche loro bianchi. Una volte cresciuta, venivo maltrattata dalla gente in strada che mi picchiava gridandomi: "zeru zeru"».