… il Pagano
conservava da sua dignità in tutta la vita, sia in quella dell’esperienza che
in quella della conoscenza, mentre egli aveva la forza di mantenere la distanza
e il mondo era quindi per lui reale e plastico nel senso più vivo, il Cristiano
invece non fa che meditare sulla sua indegnità e si fa un onore — e l’unico —
di riconoscere quest’indegnità. Con l’incapacità umana di mantenere la
distanza, il mondo è diventato un’ombra; la sua valutazione dipende solo dagli
apprezzamenti di un animo malato. Per la stessa ragione non può esserci un
rapporto dignitoso verso la divinità, ma solo le forme più sfacciate della
rinunzia contrita o di un’esaltata unione amorosa, forme che risalgono
fondamentalmente alla medesima mancanza di superiorità. Dove la dignità e la
distanza sono andate perdute è finita naturalmente anche la libertà spirituale.
È arrivata l’epoca della rivelazione stampata. Ogni nozione viene ad essere
legata al libro, le cui parole debbono sempre essere decisive, perché si vuole
che esso garantisca la beatitudine. Così il mondo è diventato vuoto, la realtà
un’ombra. Vi è rimasto solo lui, il povero indegno, con le sue miserie e le sue
nostalgie.
Walter
Friedrich Otto
Spirito
Classico e mondo cristiano
La nuova italia Editrice, 1973, Firenze