Le stesse innumerevoli colpe che lordano la lotta gentile e cristiana, non deviano più che da gelosia di parola e di sapienza, gelosia co’ tempi inasprita dalla ambizione e dall’amor del potere. In Alessandria si contrastava l’impero Teofilo e Ipazia, quegli cristiano e vescovo, questa pagana regina de’ cuori e delle menti. Bellissima e saggia, Ipazia persuade i giovani colla poesia, colle grazie e con canto, affascina i vecchi con pensata filosofia e con modesta prudenza. Tutti accorrono ad ascoltarla; tutti ragionan di lei; la cattedra d’Ipazia usurpa le moltitudini all’omelie di Teofilo. Il quale ne sente amarissima gelosia, accende contro di lei la rabbia religiosa; e la vergine Ipazia, non compiuti i vent’anni, muore trucidata dal popolo cristiano.
Filippo de Boni
Del papato studi storici, Volume 1,
Capolago, Tipografia elvetica, 1851