Wednesday, April 12, 2023

esecuzione del rituale

L'analisi dettagliata delle dinamiche di sepoltura dei resti di una casa colpita da un fulmine a Pompei ha permesso di riflettere sulle modalità di esecuzione del rituale romano di sepoltura dei fulmini (fulgur conditum). Lo scavo ha rivelato un quadro generale per la costituzione del bidentale che era ben padroneggiato e derivato dalla tradizione scritta, ma è stato anche possibile dimostrare che lo specialista, forse un aruspice, definiva e costruiva da sé il contenuto del rituale sulla base degli elementi colpiti dal fulmine (in questo caso, gli elementi del tetto di una casa). Ciò significa che il rituale di sepoltura da fulmine non solo veniva eseguito e reinventato, ma veniva instancabilmente ricostruito, ogni volta come un nuovo oggetto, come se il significato risiedesse in questa costruzione unica e non solo nella ripetizione di uno schema generale. Sono quindi fondamentali l'interpretazione e l'attuazione, affidate a uno specialista con riconosciuta autorità religiosa e quindi giudicato capace di costruire il rito, di metterlo in atto. Questa semplice constatazione, di una grande autonomia del rito, dà un valore aggiunto ai resti materiali consegnati dall'archeologia. Ciò è subordinato a una condizione essenziale e fondamentale, ossia la registrazione rigorosa dei resti e del loro contesto stratigrafico, cosa che è ben lungi dall'avvenire per un certo numero di siti mediterranei scarsamente documentati o pubblicati in modo incompleto.


Gli elenchi dei materiali rinvenuti nei luoghi di culto vengono trattati con la preoccupazione che non è quella di riconoscere le pratiche religiose, ma di caratterizzare gli oggetti coinvolti nelle diverse sequenze del luogo di culto, dalla sua costruzione alla sua frequentazione e abbandono. In questo campo, i contesti stratigrafici dei manufatti sono ovviamente essenziali; sappiamo che il materiale di riporto, onnipresente nei siti romani, spesso pone più problemi di quanti ne risolva. Sappiamo anche che gli spazi dei santuari erano accuratamente mantenuti e puliti, per cui i soli oggetti sparsi o dispersi negli strati rimaneggiati non rendono bene l'idea delle attività svolte nel santuario. Nonostante queste insidie, la grande varietà di manufatti rinvenuti negli scavi dei luoghi di culto testimonia un fatto essenziale, ossia che gli antichi santuari erano frequentati in molti modi: Le persone partecipavano certamente a cerimonie collettive o private - questo è ciò che viene generalmente studiato - ma facevano anche molte altre cose che non erano legate alla pietas, ma all'allestimento del luogo, alla sua manutenzione quotidiana e sicuramente a transazioni di cui probabilmente non abbiamo idea, quando ad esempio i visitatori si affollavano nelle terme o nel teatro, strutture regolarmente associate al tempio. Questa osservazione dimostra che la varietà degli arredi incontrati costituisce una meravigliosa opportunità per ricostruire le molteplici modalità di frequentazione e organizzazione di un luogo di culto. Così, i chiodi, gli utensili, gli ornamenti metallici, alcuni elementi in ceramica o in osso e forse molti altri oggetti sarebbero la conferma che le offerte che cerchiamo sistematicamente sono in realtà molto spesso in minoranza, tanto più che esistevano procedure che permettevano di utilizzarle, trasformarle o venderle a beneficio del luogo di culto. Nel caso di manufatti come fibule, monete o oggetti personali, dobbiamo essere cauti sugli usi di questi oggetti, perché se alcuni erano effettivamente donati ritualmente, altri potevano avere un'altra funzione legata alla vita del santuario, e altri ancora sono stati persi dai visitatori. Per quanto riguarda gli oggetti offerti come ex-voto agli dei, alcuni erano indubbiamente votivi, nel senso che erano stati offerti in adempimento di un voto fatto alla divinità, sia che si trattasse di una replica dell'altare del santuario (altari votivi) sia che si trattasse di una copia in miniatura della statua di culto (da qui la presenza di statuette regolarmente menzionate). Altri oggetti riflettono riti di passaggio (nascita, passaggio all'età adulta, emancipazione) celebrati sotto il patrocinio divino, ovvero la ricchezza dei riti celebrati nei luoghi di culto che davano ritmo alla vita degli individui.


il contesto religioso dei ritrovamenti conferisce un'aura particolare ai frammenti di oggetti, si tratta soprattutto di caratterizzare gli usi e i contesti di ciascun manufatto per ogni luogo di culto, al fine di comprendere meglio le attività svolte nei santuari, che ovviamente andavano oltre la sola sfera religiosa.