Saturday, March 15, 2008

PADOVA - Restauri al tempio della dea Concordia

PADOVA - Restauri al tempio della dea Concordia
Alfredo Pescante
15 MARZO 2008, il gazzettino online


Dalla Provincia 350 mila euro. L’importante area archeologica sarà visibile al pubblico

Grazie al recente stanziamento di 350 mila euro effettuato dalla Provincia di Padova, partiranno a breve i lavori di sistemazione e valorizzazione delle fondamenta del tempio della dea Concordia, emersi nel luglio del 2005 in uno spazio verde a ovest del parcheggio dell'Istituto Marconi che s'affaccia su via Manzoni, a seguito degli scavi per l'interramento d'una vasca antincendio.
Un intervento di salvaguardia fortemente voluto dall'assessore provinciale all'Edilizia scolastica Luciano Salvò che, all'indomani dell'interessante scoperta, aveva deciso di stanziare centomila euro per i primi lavori di sbancamento del materiale terroso, alto anche tre metri, che copriva i resti archeologici, e per le prime opere di catalogazione.

Lo scavo archelogico, affidato ad Alberto Vigoni e diretto dall'architetto Nicola Gennaro, ha consentito di segnare il limite massimo dell'espansione a nord dell'edificio a pianta rettangolare, quantificato in 24,30 per 12,40 metri, con asse est-ovest.

«Penso - afferma l'architetto Nicola Gennaro - che, dopo tale reperimento, dalle prime indagini definito strepitoso, anche perché si tratta del primo tempio romano finora emerso di Patavium, dovremo modificare le carte archeologiche della città. I dati infatti ne indicano con certezza l'espansione effettiva nel I secolo dopo Cristo. I resti del tempio ritrovato sono dotati di un "pronao" a settentrione, di un "porticus" con muro di fondo pieno a ovest e di un "colonnato" sul fronte nord. Tutto fa pensare a un grande efidicio sacro, adiacente alla città romana, che gli storici definiranno se dedicato alla dea Concordia o a qualche altro nume. Per ora accettiamo quanto sostiene lo storico Sertorio Orsato (1617-1679), condiviso anche da Claudio Bellinati, che definisce molto consistente la presenza dei "Concordiales" in Patavium».

Il progetto esecutivo dell'intervento è già stato approvato ed è stato aumentato sensibilmente il finanziamento previsto in via iniziale. Due le ditte che interverranno nell'importante recupero. Alla prima sono demandati i lavori sulle murature, che rivelano tre strati diversi e che potranno essere visibili solo nella parte superiore. La seconda effettuerà la valorizzazione del sito archeologico mediante una piattaforma dalla quale si potranno ammirare i resti del tempio e degli spazi annessi.

I lavori comprendono la creazione di alcune piazzole di sosta per osservare dall'alto il tutto e la messa in opera di adeguata cartellonistica con la planimetria della zona e la ricostruzione del tempio. L'area sarà protetta da un'adeguata recinzione.

«Non conosciamo ancora l'esatta tipologia del tempio - aggiunge Gennaro - per ora basata solo su nostre supposizioni, ma verrà individuata dagli archeologi che ne dovranno decidere anche la datazione: potrà essere definita grazie ai numerosi reperti ceramici rintracciati, attualmente ritenuti del primo secolo dopo Cristo».