Corriere della Sera 8.5.08
«Gli amori di Saffo? Diversi da quelli omosessuali di oggi»
di Eva Cantarella
Attide, Gongila, Anactoria, le fanciulle oggetto di quell'«amore che squassa l'anima» come «vento sulle querce», nella poesia di Saffo sono presenze vive e sensuali, l'una «piccola e senza grazia», l'altra «circonfusa di desiderio» nella «tunica bianchissima». Questa concretezza e precisione nel dire il sentimento autorizzano più di tante analisi a credere che la poetessa e le sue allieve fossero legate da rapporti d'amore, comunanza di ideali ma anche «eros che scioglie le membra».
Professoressa Eva Cantarella, Saffo era lesbica?
«Prima occorre precisare: il termine "lesbismo", che oggi denota l'omosessualità femminile, deriva dalla fama della quale godevano nell'antichità le donne dell'isola di Lesbo, mentre si ricorreva al verbo "lesbiazein" per indicare la pratica del sesso orale. Quanto all'amore gay come noi lo intendiamo, il concetto era del tutto estraneo alla cultura greca. In particolare il mondo dei tiasoi, le comunità femminili di carattere religioso-iniziatico dove le ragazze ricevevano un'educazione in vista del matrimonio, appartiene a una società precivica che ancora ammette l'amore tra donne, come quello che senz'altro esisteva tra Saffo e le sue allieve. Sarà la polis a bandirlo».
E l'amore tra uomini?
«Sopravviverà, anche alla polis».
«Gli amori di Saffo? Diversi da quelli omosessuali di oggi»
di Eva Cantarella
Attide, Gongila, Anactoria, le fanciulle oggetto di quell'«amore che squassa l'anima» come «vento sulle querce», nella poesia di Saffo sono presenze vive e sensuali, l'una «piccola e senza grazia», l'altra «circonfusa di desiderio» nella «tunica bianchissima». Questa concretezza e precisione nel dire il sentimento autorizzano più di tante analisi a credere che la poetessa e le sue allieve fossero legate da rapporti d'amore, comunanza di ideali ma anche «eros che scioglie le membra».
Professoressa Eva Cantarella, Saffo era lesbica?
«Prima occorre precisare: il termine "lesbismo", che oggi denota l'omosessualità femminile, deriva dalla fama della quale godevano nell'antichità le donne dell'isola di Lesbo, mentre si ricorreva al verbo "lesbiazein" per indicare la pratica del sesso orale. Quanto all'amore gay come noi lo intendiamo, il concetto era del tutto estraneo alla cultura greca. In particolare il mondo dei tiasoi, le comunità femminili di carattere religioso-iniziatico dove le ragazze ricevevano un'educazione in vista del matrimonio, appartiene a una società precivica che ancora ammette l'amore tra donne, come quello che senz'altro esisteva tra Saffo e le sue allieve. Sarà la polis a bandirlo».
E l'amore tra uomini?
«Sopravviverà, anche alla polis».