La Repubblica 6.5.08
La rivista "Archeo" rivela la scoperta in Turchia
Un santuario nell’era paleolitica
di Giuseppe M. Della Fina
La collinetta Göbekli Tepe nascondeva un complesso sacro con grandi stele scolpite: impresa finora ritenuta impossibile per quel livello di sviluppo
Göbekli Tepe è il nome di una collinetta situata nella Turchia sud - orientale a pochi chilometri dalla città di Urfa conosciuto ancora da un numero limitato di persone, ma è destinato a divenire presto molto noto al pari dei maggiori siti archeologici del mondo. Archeologi tedeschi dell´Università di Heidelberg, guidati da Klaus Schmidt, vi hanno rinvenuto infatti un complesso monumentale, con ogni probabilità un santuario, databile agli inizi del Neolitico vale a dire circa seimila anni prima della costruzione delle piramidi in Egitto.
Gli straordinari risultati sono presentati in anteprima per l´Italia nel numero di maggio della rivista Archeo. Gli archeologi hanno riportato alla luce quattro strutture circolari delimitate da muri, realizzati in fango essiccato e frammenti di pietra, alti sino a 3 metri. I circoli raggiungono un diametro tra i 10 e i 20 metri e sono datati alla fase più antica del sito denominata Göbekli Tepe 3 (9500-8500 a. C.). Nei muri risultano inserite grandi stele monolitiche a forma di T, alte dai 3 ai 7 metri e con un peso che può raggiungere le 5 tonnellate. Sinora ne sono state individuate 44 e appaiono decorate da immagini di animali reali resi con un tratto naturalistico: cinghiali, leoni, volpi, tori, gazzelle, asini selvatici, anitre, avvoltoi, serpenti, ragni, scorpioni. Vi sono raffigurati anche esseri umani con teste di animali che potrebbero – a giudizio degli scavatori – rappresentare degli sciamani.
Klaus Schmidt nel 1995 giunse per la prima volta sul posto e si rese conto subito che la collina non era un´altura naturale, ma doveva nascondere un tesoro archeologico. Si trovava dunque «in presenza di un sito che risaliva alla prima fase del Neolitico, detta aceramica o preceramica». La scoperta era già considerevole, ma riservava ancora le sorprese maggiori. Negli anni successivi, agli occhi stupefatti degli archeologi sono apparsi i resti della prima stele, delle altre e i frammenti di una scultura animale.
Ora sappiamo che una comunità di cacciatori e raccoglitori era riuscita in un´impresa ritenuta sinora impossibile per il loro livello di sviluppo, vale a dire la costruzione di un complesso monumentale caratterizzato da grandi stele scolpite. Un risultato in grado di cambiare in profondità il giudizio sull´età paleolitica e di sconvolgere consolidati primati in fatto di architettura e scultura.
Siamo sicuri di trovarci di fronte a un santuario? Lo scopritore ne è certo: «si tratta di veri e propri recinti sacri, spazi separati dal mondo destinati a pratiche religiose, cultuali», dove dovrebbe essere stato praticato il culto totemico degli antenati, rappresentati dalle stele-pilastro, e quello dei morti incentrato su sepolture rituali.
Lo scavo ha interessato al momento soltanto una parte dell´area archeologica, forse soltanto il 5% dell´insediamento, e le indagini geofisiche hanno segnalato l´esistenza di altri 20 circoli da riportare alla luce. Una stima avanzata dagli scavatori prevede che le stele da scoprire siano ancora almeno 150. Una delle maggiori avventure dell´archeologia ha mosso i suoi passi iniziali.
La rivista "Archeo" rivela la scoperta in Turchia
Un santuario nell’era paleolitica
di Giuseppe M. Della Fina
La collinetta Göbekli Tepe nascondeva un complesso sacro con grandi stele scolpite: impresa finora ritenuta impossibile per quel livello di sviluppo
Göbekli Tepe è il nome di una collinetta situata nella Turchia sud - orientale a pochi chilometri dalla città di Urfa conosciuto ancora da un numero limitato di persone, ma è destinato a divenire presto molto noto al pari dei maggiori siti archeologici del mondo. Archeologi tedeschi dell´Università di Heidelberg, guidati da Klaus Schmidt, vi hanno rinvenuto infatti un complesso monumentale, con ogni probabilità un santuario, databile agli inizi del Neolitico vale a dire circa seimila anni prima della costruzione delle piramidi in Egitto.
Gli straordinari risultati sono presentati in anteprima per l´Italia nel numero di maggio della rivista Archeo. Gli archeologi hanno riportato alla luce quattro strutture circolari delimitate da muri, realizzati in fango essiccato e frammenti di pietra, alti sino a 3 metri. I circoli raggiungono un diametro tra i 10 e i 20 metri e sono datati alla fase più antica del sito denominata Göbekli Tepe 3 (9500-8500 a. C.). Nei muri risultano inserite grandi stele monolitiche a forma di T, alte dai 3 ai 7 metri e con un peso che può raggiungere le 5 tonnellate. Sinora ne sono state individuate 44 e appaiono decorate da immagini di animali reali resi con un tratto naturalistico: cinghiali, leoni, volpi, tori, gazzelle, asini selvatici, anitre, avvoltoi, serpenti, ragni, scorpioni. Vi sono raffigurati anche esseri umani con teste di animali che potrebbero – a giudizio degli scavatori – rappresentare degli sciamani.
Klaus Schmidt nel 1995 giunse per la prima volta sul posto e si rese conto subito che la collina non era un´altura naturale, ma doveva nascondere un tesoro archeologico. Si trovava dunque «in presenza di un sito che risaliva alla prima fase del Neolitico, detta aceramica o preceramica». La scoperta era già considerevole, ma riservava ancora le sorprese maggiori. Negli anni successivi, agli occhi stupefatti degli archeologi sono apparsi i resti della prima stele, delle altre e i frammenti di una scultura animale.
Ora sappiamo che una comunità di cacciatori e raccoglitori era riuscita in un´impresa ritenuta sinora impossibile per il loro livello di sviluppo, vale a dire la costruzione di un complesso monumentale caratterizzato da grandi stele scolpite. Un risultato in grado di cambiare in profondità il giudizio sull´età paleolitica e di sconvolgere consolidati primati in fatto di architettura e scultura.
Siamo sicuri di trovarci di fronte a un santuario? Lo scopritore ne è certo: «si tratta di veri e propri recinti sacri, spazi separati dal mondo destinati a pratiche religiose, cultuali», dove dovrebbe essere stato praticato il culto totemico degli antenati, rappresentati dalle stele-pilastro, e quello dei morti incentrato su sepolture rituali.
Lo scavo ha interessato al momento soltanto una parte dell´area archeologica, forse soltanto il 5% dell´insediamento, e le indagini geofisiche hanno segnalato l´esistenza di altri 20 circoli da riportare alla luce. Una stima avanzata dagli scavatori prevede che le stele da scoprire siano ancora almeno 150. Una delle maggiori avventure dell´archeologia ha mosso i suoi passi iniziali.