di Giuliano Corà - 04/11/2007
dal sito di: Movimentozero
Affilano le armi tutto l’anno: teste di cuoio del cattolicesimo ecclesiastico, razionalisti d’assalto, neoilluministi fanatici. E quando arriva si scatenano. Paradossalmente, l’aspetto più divertente ed interessante di Halloween sono proprio le loro invettive, le scomuniche, le mortificanti assurdità. Ce n’è per tutti, di tutte le specie. Così, pochi giorni fa, il vescovo di Genova e segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone ha tuonato contro il “risorgente paganesimo” (magari, Eminenza, magari!). La Liguria dev’essere una terra particolarmente fertile, quanti a furori antipagani: già nel 2005 il cardinal Bertone aveva ampiamente tuonato contro questo “evento insensato”, ma la Chiesa quasi tutta è ormai da molti anni in prima fila in questa nuova crociata per la difesa della ‘vera fede’. Dico quasi perché alcuni preti, più ‘illuminati’ degli altri, hanno pensato che può invece essere utile sdoganarla, trasformandola in una specie di carnevale da effettuare – ça va sans dire – sotto il controllo e magari nei locali stessi delle parrocchie, in una versione furbastra e pelosa dell’evangelico “lasciate che i bambini vengano a me”. Su questa linea, per esempio, si colloca l’iniziativa di Famiglia Cristiana, che nell’ultimo numero de Il Giornalino, il suo magazine destinato all’infanzia, ha dedicato quattordici pagine – un terzo dell’intera pubblicazione – all’organizzazione della festa. Per il resto, comunque, è guerra aperta, nella quale scendono in campo anche grossi calibri. Per esempio il filosofo cattolico Damien Le Guay (oddio, proprio ‘grossi’ calibri forse è eccessivo: non è che si tratti di una celebrità della filosofia contemporanea…), il quale, nel suo libro ”La faccia nascosta di Halloween” (Elledici Leumann, 2004), parla di una festa “estranea a tutte le nostre tradizioni”, che favorisce il ritorno di “vecchie credenze pagane” (ma è un’ossessione!): “i simboli che questa festa veicola, gli elementi e i riferimenti che tollera, i rituali che consacra, danno di nascosto al paganesimo tutta la legittimità di cui ha bisogno per crescere”. Ma i laici non sono da meno. Mercoledì 31 ottobre, su RadioTre, durante la trasmissione Fahrenheit, Simona Cigliana, studiosa di spiritismo, ha esposto una sua teoria tanto improbabile quanto denigratoria, su una fantomatica derivazione della festa di Halloween dalla moda positivista dello spiritismo (?!), mentre il suo interlocutore, Marino Sinibaldi, irrideva a questo ritorno di un banale e sciocco occultismo. Andando indietro di qualche anno, vale la pena di leggere l’anatema lanciato da Michele Serra sull’Unità del 1 novembre 1998 contro questo “culto insensato (…) monopolio degli americani”, contro i bambini che festeggiano “come piccoli solerti colonizzati. A questa stregua, perché non (…) riesumare i riti della fienagione?” (di nuovo: magari!). E’ evidente che nessuno di questi ‘defensores fidei’ (che sia in Gesù o nella dea Ragione non fa molta differenza) dice la verità: non quella di una qualche altra ‘fede’, ma quella che sta nei testi di antropologia. Nei quali si può trovare che prima di essere Halloween (e, con buona pace dei vari cardinali, molto prima di essere Ognissanti) la notte tra il 31 ottobre e il primo dicembre era la notte di Samain, in cui, da migliaia di anni, le popolazioni europee celebravano la fine della ‘stagione chiara’ e l’inizio della ‘stagione scura’. In quanto momento di passaggio, essa costituiva ‘un tempo fuori dal tempo’, in cui tutto può accadere: soprattutto, allora, si aprivano le porte tra i mondi, e gli spiriti degli Antenati si mescolavano ai viventi. Poiché era espressione di un mondo eminentemente agricolo, non a caso la celebrazione della fine della ‘stagione chiara’ coincideva con la celebrazione di culti manici (dei defunti e degli antenati): i morti stanno sotto terra, e a seconda che i vivi manifestino o meno rispetto verso di loro, essi possono favorire o danneggiare i futuri raccolti. Tutto ciò che oggi, arricciando illuministicamente il naso, bolliamo come occultismo, stregoneria, superstizione eccetera, era in passato, ancora una volta, l’espressione di culti agricoli e contadini, i cui adepti, dopo l’Editto di Tessalonica – che nel 380 d.C. dichiarò il cristianesimo unica religione di stato, iniziando le persecuzioni contro la religione dei padri – si rifugiarono nei cantoni più isolati dell’Impero (i ‘pagi’, da cui, appunto, ‘pagani’), ‘occultando’ gli antichi simboli sotto riti apparentemente nuovi. Questi riti sono stati celebrati per millenni nelle campagne europee ed italiane, fino agli anni Cinquanta addirittura, prima che il cosiddetto Progresso distruggesse tutto regalandoci gli ipermercati. E, per finire, la zucca era, in questi riti, un antichissimo simbolo di vita e di resurrezione: per la forma e il colore, che ricordano quelli del Sole, e perché è colma di semi, fonte di nuova vita. Se poi davvero il porporato vaticano vuol combattere la scristianizzazione della società, allora doveva andare a farsi un giro nei non-luoghi che circondano le nostre città. Perché un centro commerciale che esponga addobbi di Natale a metà ottobre costituisce, prima che al buon senso, un’offesa a Dio.
Affilano le armi tutto l’anno: teste di cuoio del cattolicesimo ecclesiastico, razionalisti d’assalto, neoilluministi fanatici. E quando arriva si scatenano. Paradossalmente, l’aspetto più divertente ed interessante di Halloween sono proprio le loro invettive, le scomuniche, le mortificanti assurdità. Ce n’è per tutti, di tutte le specie. Così, pochi giorni fa, il vescovo di Genova e segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone ha tuonato contro il “risorgente paganesimo” (magari, Eminenza, magari!). La Liguria dev’essere una terra particolarmente fertile, quanti a furori antipagani: già nel 2005 il cardinal Bertone aveva ampiamente tuonato contro questo “evento insensato”, ma la Chiesa quasi tutta è ormai da molti anni in prima fila in questa nuova crociata per la difesa della ‘vera fede’. Dico quasi perché alcuni preti, più ‘illuminati’ degli altri, hanno pensato che può invece essere utile sdoganarla, trasformandola in una specie di carnevale da effettuare – ça va sans dire – sotto il controllo e magari nei locali stessi delle parrocchie, in una versione furbastra e pelosa dell’evangelico “lasciate che i bambini vengano a me”. Su questa linea, per esempio, si colloca l’iniziativa di Famiglia Cristiana, che nell’ultimo numero de Il Giornalino, il suo magazine destinato all’infanzia, ha dedicato quattordici pagine – un terzo dell’intera pubblicazione – all’organizzazione della festa. Per il resto, comunque, è guerra aperta, nella quale scendono in campo anche grossi calibri. Per esempio il filosofo cattolico Damien Le Guay (oddio, proprio ‘grossi’ calibri forse è eccessivo: non è che si tratti di una celebrità della filosofia contemporanea…), il quale, nel suo libro ”La faccia nascosta di Halloween” (Elledici Leumann, 2004), parla di una festa “estranea a tutte le nostre tradizioni”, che favorisce il ritorno di “vecchie credenze pagane” (ma è un’ossessione!): “i simboli che questa festa veicola, gli elementi e i riferimenti che tollera, i rituali che consacra, danno di nascosto al paganesimo tutta la legittimità di cui ha bisogno per crescere”. Ma i laici non sono da meno. Mercoledì 31 ottobre, su RadioTre, durante la trasmissione Fahrenheit, Simona Cigliana, studiosa di spiritismo, ha esposto una sua teoria tanto improbabile quanto denigratoria, su una fantomatica derivazione della festa di Halloween dalla moda positivista dello spiritismo (?!), mentre il suo interlocutore, Marino Sinibaldi, irrideva a questo ritorno di un banale e sciocco occultismo. Andando indietro di qualche anno, vale la pena di leggere l’anatema lanciato da Michele Serra sull’Unità del 1 novembre 1998 contro questo “culto insensato (…) monopolio degli americani”, contro i bambini che festeggiano “come piccoli solerti colonizzati. A questa stregua, perché non (…) riesumare i riti della fienagione?” (di nuovo: magari!). E’ evidente che nessuno di questi ‘defensores fidei’ (che sia in Gesù o nella dea Ragione non fa molta differenza) dice la verità: non quella di una qualche altra ‘fede’, ma quella che sta nei testi di antropologia. Nei quali si può trovare che prima di essere Halloween (e, con buona pace dei vari cardinali, molto prima di essere Ognissanti) la notte tra il 31 ottobre e il primo dicembre era la notte di Samain, in cui, da migliaia di anni, le popolazioni europee celebravano la fine della ‘stagione chiara’ e l’inizio della ‘stagione scura’. In quanto momento di passaggio, essa costituiva ‘un tempo fuori dal tempo’, in cui tutto può accadere: soprattutto, allora, si aprivano le porte tra i mondi, e gli spiriti degli Antenati si mescolavano ai viventi. Poiché era espressione di un mondo eminentemente agricolo, non a caso la celebrazione della fine della ‘stagione chiara’ coincideva con la celebrazione di culti manici (dei defunti e degli antenati): i morti stanno sotto terra, e a seconda che i vivi manifestino o meno rispetto verso di loro, essi possono favorire o danneggiare i futuri raccolti. Tutto ciò che oggi, arricciando illuministicamente il naso, bolliamo come occultismo, stregoneria, superstizione eccetera, era in passato, ancora una volta, l’espressione di culti agricoli e contadini, i cui adepti, dopo l’Editto di Tessalonica – che nel 380 d.C. dichiarò il cristianesimo unica religione di stato, iniziando le persecuzioni contro la religione dei padri – si rifugiarono nei cantoni più isolati dell’Impero (i ‘pagi’, da cui, appunto, ‘pagani’), ‘occultando’ gli antichi simboli sotto riti apparentemente nuovi. Questi riti sono stati celebrati per millenni nelle campagne europee ed italiane, fino agli anni Cinquanta addirittura, prima che il cosiddetto Progresso distruggesse tutto regalandoci gli ipermercati. E, per finire, la zucca era, in questi riti, un antichissimo simbolo di vita e di resurrezione: per la forma e il colore, che ricordano quelli del Sole, e perché è colma di semi, fonte di nuova vita. Se poi davvero il porporato vaticano vuol combattere la scristianizzazione della società, allora doveva andare a farsi un giro nei non-luoghi che circondano le nostre città. Perché un centro commerciale che esponga addobbi di Natale a metà ottobre costituisce, prima che al buon senso, un’offesa a Dio.
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commento:
L'articolo è sostanzialmente buono. Non trovo che abbia senso la frase:
"Perché un centro commerciale che esponga addobbi di Natale a metà ottobre costituisce, prima che al buon senso, un’offesa a Dio.", non vedo perchè un dio si debba sentire offeso dal commercio. Nel paganesimo anche il commercio ha un suo dio: Ermes.
Non esistono attività sacre e attività profane.
Francesco Scanagatta