Alla Sapienza fronte anti-Ratzinger: "Nemico di Galileo, qui non parli"
segnalo la notizia dell'opposizione alla visita di ratzinger ad un'università romana.
Giustamente i docenti che si oppongono a questa visita hanno capito il pericolo che rappresentano le parole e le dichiarazioni dell'usurpatore del titolo di pontefice.
Le persone hanno sempre il diritto di esprimersi, ma il signor ratzinger non si presenta come cittadino, anzi è portatore di principi e di idee che stabiliscono delle differenze tra persone. Ratzinger, come tutti i monoteisti, si sente superiore agli altri. Come tutti i monoteisti divide le persone in fedeli e infedeli, in sottomessi e non sottomessi. I monoteisti hanno dimostrato quali sono i sistemi con cui sanno imporre la loro visione del mondo: violenza e distruzione.
Noi politeisti mediterranei abbiamo sempre come modello di discussione l'Agorà della antica Atene. il signor ratzinger è convinto di essere anche infallibile. Come si può discutere partendo da un simile principio!
E' giusto anche ricordare l'attegiamento assunto nei confronti di un predecessore di ratzinger: paolo di Tarso. Quando questo triste figuro si presentò sull'Areopago i presenti alzando le spalle se ne andarono dicendo: «Ti ascolteremo su questo un'altra volta».
Un ringraziamento a questi docenti che si oppongo alla visita di ratzinger, perchè il loro comportamento è stato da veri insegnanti. Essi hanno dimostrato con l'azione come si debbano difendere i valori di libertà.
Ricordiamoci del nostro grande imperatore Giuliano, che ben comprendendo la nocività dell'insegnamento cristiano, rimosse dalle scuole gli insegnanti cristiani. E fece questo non per una forma di discriminazione religiosa, ma perchè i cristiani con la follia della fede apportavano ignoranza, e perciò impedivano lo sviluppo dell'intelligenza dei bambini.
Come politeista e pagano voglio evidenziare un fatto simbolico di notevole importanza, nell'articolo si scrive: " un sit-in antipapalino all'ombra delle Minerva". Su questo aspetto, dell'università "La Sapienza", su Wikipedia leggiamo: "La prospettiva è sviluppata in modo tale da far emergere la figura della Minerva, uno dei simboli principali della Sapienza, raffigurata da una statua bronzea eretta su una vasca d'acqua posta di fronte al Palazzo del Rettorato.".
Due parole per ricordare la Dea Minerva: "Alla nascita, armata di tutto punto, con elmo, asta e scudo, si presentò già adulta al padre, pronta a mostrargli come fosse disposta ad aiutarlo, sia con le armi, sia con la saggezza che le era propria. Pur col suo armamentario guerriero, era soprattutto la dea della sapienza, della vita tranquilla e operosa, la protettrice dell'intelligenza e di tutte le arti."
L'ennesima dimostrazione che basta anche solo la presenza architettonica di una divinità per richiamare determinati archetipi. Se la presenza dominante fosse stata quella di un crocefisso, bel altri nefasti e tristi risultati si sarebbero ottenuti.
Un particolare di non poco conto. Sul finire del 2006 dal Logo di questa Università è sparita la raffigurazione della Dea Minerva.
Come a dire una volta che si abbandonano gli Dei...
Francesco Scanagatta
da: repubblica.it
Dopo l'appello dei fisici gli studenti preparano la contestazione
Giovedì il Papa terrà un discorso di inaugurazione
dell'anno accademico
Alla Sapienza fronte anti-Ratzinger
"Nemico di Galileo, qui non parli"
Il rettore: al di là delle opinioni, viene tra noi come messagero di pace
di ANNA MARIA LIGUORI
Alla Sapienza fronte anti-Ratzinger
"Nemico di Galileo, qui non parli"
Papa Benedetto XVI
ROMA - "Benedetto XVI non deve entrare all'Università La Sapienza". Il vade retro viene da un nutrito gruppo di docenti e studenti dell'ateneo più antico d'Europa e apre un nuovo fronte laici-cattolici. Il rischio è che giovedì prossimo, quando è in programma un discorso del Papa - terzo pontefice in visita all'ateneo - vada in scena una clamorosa contestazione, un sit-in antipapalino all'ombra delle Minerva. La parola d'ordine è: "Non vogliamo Ratzinger nel tempio della conoscenza perché è troppo reazionario".
L'alzata di scudi laica era stata preannunciata giovedì da una lettera ai vertici dell'università che hanno invitato, il 17 gennaio, papa Ratzinger ad inaugurare l'anno accademico 2007-08, il 705° dalla fondazione. Sessantasette docenti, tra cui tutti i più noti fisici dell'ateneo, hanno firmato un appello (pubblicato scorso su Repubblica) perché "quell'invito sconcertante", così lo hanno definito, venga revocato.
Il messaggio anti Ratzinger è stato spedito direttamente al rettore Renato Guarini: "Il 15 marzo
1990, ancora cardinale, in un discorso a Parma, Joseph Ratzinger ha rilanciato un'intollerabile affermazione di Feyerabend: "Il processo della Chiesa contro Galileo fu ragionevole e giusto"". Una frase che ha fatto sobbalzare il gruppo di scienziati che ora fa la fronda alla visita di Benedetto XVI. E che si dicono "indignati in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze.
Quelle parole ci offendono e ci umiliano. E in nome della laicità della scienza auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato".
La risposta del rettore Guarini? Un invito alla tolleranza e nessuna marcia indietro. "Al di là delle divergenze di opinioni - dice - bisogna accogliere Benedetto XVI come un uomo di grande cultura e di profondo pensiero filosofico, come messaggero di pace e di quei valori etici che tutti condividiamo". Così la cerimonia è stata confermata, e sarà divisa in due parti: la lectio magistralis tenuta da Mario Caravale, docente di storia del diritto, che parlerà della pena di morte, poi gli interventi del ministro dell'Università Fabio Mussi e del sindaco di Roma Walter Veltroni. Poi il discorso di Benedetto XVI.
Alla fine, tutti in cappella.
Ma la vigilia potrebbe diventare "pesante". Dopo i professori anche gli studenti promettono che non resteranno a guardare. Annunciano che faranno un sit-in contro "l'oscurantismo" di Benedetto XVI, terzo papa in visita alla Sapienza dopo Paolo VI nel 1964 e Giovanni Paolo II nel 1991. "Non capiamo per quale motivo il Papa debba prendere parte alla cerimonia" sottolinea Michele Iannuzzi della Rete per l'Autoformazione. E centinaia di studenti delle università romane già fanno sapere che nei prossimi giorni si daranno appuntamento sotto la statua della Minerva, simbolo del sapere e della conoscenza. Già mercoledì organizzeranno cortei, campagne di comunicazione e daranno vita a "gesti eclatanti" per coinvolgere il maggior numero di studenti in quella che vuole essere "una vera e propria lotta contro l'ingerenza del pontefice nelle istituzioni italiane".
Clima di mobilitazione anche tra i docenti. Andrea Frova, docente di Fisica generale, è tra coloro che hanno partecipato alla stesura della lettera: "L'invito è una scelta inopportuna e vergognosa e non è sufficiente che il Papa non tenga più la lectio magistralis, come avevano deciso all'inizio. È solo un maquillage fatto anche piuttosto male. Si tratta di un capo di stato straniero ed inoltre il capo della Chiesa cattolica. E noi che abbiamo dedicato tutta la vita alla scienza non ci sentiamo di ascoltare, a casa nostra, una voce autorevole che condanna di nuovo Galileo". Un altro dei firmatari più attivi è Carlo Cosmelli, docente di Fisica: "Le accuse anti-scienza che il Papa ha lanciato da cardinale le ha ribadite anche nella sua ultima enciclica. Lui è convinto che, quando la verità scientifica entra in contrasto con la verità rivelata, la prima deve fermarsi. Una cosa del genere in una comunità scientifica non può essere accettata".
(12 gennaio 2008)
segnalo la notizia dell'opposizione alla visita di ratzinger ad un'università romana.
Giustamente i docenti che si oppongono a questa visita hanno capito il pericolo che rappresentano le parole e le dichiarazioni dell'usurpatore del titolo di pontefice.
Le persone hanno sempre il diritto di esprimersi, ma il signor ratzinger non si presenta come cittadino, anzi è portatore di principi e di idee che stabiliscono delle differenze tra persone. Ratzinger, come tutti i monoteisti, si sente superiore agli altri. Come tutti i monoteisti divide le persone in fedeli e infedeli, in sottomessi e non sottomessi. I monoteisti hanno dimostrato quali sono i sistemi con cui sanno imporre la loro visione del mondo: violenza e distruzione.
Noi politeisti mediterranei abbiamo sempre come modello di discussione l'Agorà della antica Atene. il signor ratzinger è convinto di essere anche infallibile. Come si può discutere partendo da un simile principio!
E' giusto anche ricordare l'attegiamento assunto nei confronti di un predecessore di ratzinger: paolo di Tarso. Quando questo triste figuro si presentò sull'Areopago i presenti alzando le spalle se ne andarono dicendo: «Ti ascolteremo su questo un'altra volta».
Un ringraziamento a questi docenti che si oppongo alla visita di ratzinger, perchè il loro comportamento è stato da veri insegnanti. Essi hanno dimostrato con l'azione come si debbano difendere i valori di libertà.
Ricordiamoci del nostro grande imperatore Giuliano, che ben comprendendo la nocività dell'insegnamento cristiano, rimosse dalle scuole gli insegnanti cristiani. E fece questo non per una forma di discriminazione religiosa, ma perchè i cristiani con la follia della fede apportavano ignoranza, e perciò impedivano lo sviluppo dell'intelligenza dei bambini.
Come politeista e pagano voglio evidenziare un fatto simbolico di notevole importanza, nell'articolo si scrive: " un sit-in antipapalino all'ombra delle Minerva". Su questo aspetto, dell'università "La Sapienza", su Wikipedia leggiamo: "La prospettiva è sviluppata in modo tale da far emergere la figura della Minerva, uno dei simboli principali della Sapienza, raffigurata da una statua bronzea eretta su una vasca d'acqua posta di fronte al Palazzo del Rettorato.".
Due parole per ricordare la Dea Minerva: "Alla nascita, armata di tutto punto, con elmo, asta e scudo, si presentò già adulta al padre, pronta a mostrargli come fosse disposta ad aiutarlo, sia con le armi, sia con la saggezza che le era propria. Pur col suo armamentario guerriero, era soprattutto la dea della sapienza, della vita tranquilla e operosa, la protettrice dell'intelligenza e di tutte le arti."
L'ennesima dimostrazione che basta anche solo la presenza architettonica di una divinità per richiamare determinati archetipi. Se la presenza dominante fosse stata quella di un crocefisso, bel altri nefasti e tristi risultati si sarebbero ottenuti.
Un particolare di non poco conto. Sul finire del 2006 dal Logo di questa Università è sparita la raffigurazione della Dea Minerva.
Come a dire una volta che si abbandonano gli Dei...
Francesco Scanagatta
da: repubblica.it
Dopo l'appello dei fisici gli studenti preparano la contestazione
Giovedì il Papa terrà un discorso di inaugurazione
dell'anno accademico
Alla Sapienza fronte anti-Ratzinger
"Nemico di Galileo, qui non parli"
Il rettore: al di là delle opinioni, viene tra noi come messagero di pace
di ANNA MARIA LIGUORI
Alla Sapienza fronte anti-Ratzinger
"Nemico di Galileo, qui non parli"
Papa Benedetto XVI
ROMA - "Benedetto XVI non deve entrare all'Università La Sapienza". Il vade retro viene da un nutrito gruppo di docenti e studenti dell'ateneo più antico d'Europa e apre un nuovo fronte laici-cattolici. Il rischio è che giovedì prossimo, quando è in programma un discorso del Papa - terzo pontefice in visita all'ateneo - vada in scena una clamorosa contestazione, un sit-in antipapalino all'ombra delle Minerva. La parola d'ordine è: "Non vogliamo Ratzinger nel tempio della conoscenza perché è troppo reazionario".
L'alzata di scudi laica era stata preannunciata giovedì da una lettera ai vertici dell'università che hanno invitato, il 17 gennaio, papa Ratzinger ad inaugurare l'anno accademico 2007-08, il 705° dalla fondazione. Sessantasette docenti, tra cui tutti i più noti fisici dell'ateneo, hanno firmato un appello (pubblicato scorso su Repubblica) perché "quell'invito sconcertante", così lo hanno definito, venga revocato.
Il messaggio anti Ratzinger è stato spedito direttamente al rettore Renato Guarini: "Il 15 marzo
1990, ancora cardinale, in un discorso a Parma, Joseph Ratzinger ha rilanciato un'intollerabile affermazione di Feyerabend: "Il processo della Chiesa contro Galileo fu ragionevole e giusto"". Una frase che ha fatto sobbalzare il gruppo di scienziati che ora fa la fronda alla visita di Benedetto XVI. E che si dicono "indignati in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze.
Quelle parole ci offendono e ci umiliano. E in nome della laicità della scienza auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato".
La risposta del rettore Guarini? Un invito alla tolleranza e nessuna marcia indietro. "Al di là delle divergenze di opinioni - dice - bisogna accogliere Benedetto XVI come un uomo di grande cultura e di profondo pensiero filosofico, come messaggero di pace e di quei valori etici che tutti condividiamo". Così la cerimonia è stata confermata, e sarà divisa in due parti: la lectio magistralis tenuta da Mario Caravale, docente di storia del diritto, che parlerà della pena di morte, poi gli interventi del ministro dell'Università Fabio Mussi e del sindaco di Roma Walter Veltroni. Poi il discorso di Benedetto XVI.
Alla fine, tutti in cappella.
Ma la vigilia potrebbe diventare "pesante". Dopo i professori anche gli studenti promettono che non resteranno a guardare. Annunciano che faranno un sit-in contro "l'oscurantismo" di Benedetto XVI, terzo papa in visita alla Sapienza dopo Paolo VI nel 1964 e Giovanni Paolo II nel 1991. "Non capiamo per quale motivo il Papa debba prendere parte alla cerimonia" sottolinea Michele Iannuzzi della Rete per l'Autoformazione. E centinaia di studenti delle università romane già fanno sapere che nei prossimi giorni si daranno appuntamento sotto la statua della Minerva, simbolo del sapere e della conoscenza. Già mercoledì organizzeranno cortei, campagne di comunicazione e daranno vita a "gesti eclatanti" per coinvolgere il maggior numero di studenti in quella che vuole essere "una vera e propria lotta contro l'ingerenza del pontefice nelle istituzioni italiane".
Clima di mobilitazione anche tra i docenti. Andrea Frova, docente di Fisica generale, è tra coloro che hanno partecipato alla stesura della lettera: "L'invito è una scelta inopportuna e vergognosa e non è sufficiente che il Papa non tenga più la lectio magistralis, come avevano deciso all'inizio. È solo un maquillage fatto anche piuttosto male. Si tratta di un capo di stato straniero ed inoltre il capo della Chiesa cattolica. E noi che abbiamo dedicato tutta la vita alla scienza non ci sentiamo di ascoltare, a casa nostra, una voce autorevole che condanna di nuovo Galileo". Un altro dei firmatari più attivi è Carlo Cosmelli, docente di Fisica: "Le accuse anti-scienza che il Papa ha lanciato da cardinale le ha ribadite anche nella sua ultima enciclica. Lui è convinto che, quando la verità scientifica entra in contrasto con la verità rivelata, la prima deve fermarsi. Una cosa del genere in una comunità scientifica non può essere accettata".
(12 gennaio 2008)