Hathor
A motivo del sincretismo, la dea Hathor ha assommato in sé a poco a poco una grande quantità di divinità locali, il che fa sì che essa ci appaia sotto forme diverse, come signora di molti santuari e protettrice di numerosi distretti . All'origine essa doveva probabilmente essere una dea del cielo, rappresentata non come Nut , ma come una mucca dal pelame stellato. Nel ciclo di Ra ella appare come l'occhio del sole, che sotto la forma di una leonessa distrugge gli uomini (questo compito viene anche talvolta devoluto alla dea Sekhmet ); ancora sotto le spoglie di una leonessa, Hathor è assimilata alla dea lontana (Tefnut). Sotto questi aspetti ella diviene allora la "fiammeggiante", che divora con la forza del fuoco; ma è più ancora la "Fiamma d'oro", il fuoco divorante dell'amore, la dea della gioia e dei piaceri. Ella è allora la " mucca d'oro", l'amata di Horus, colei che Ra ama; è " la Dorata che è negli stagni pieni di uccelli, nei luoghi del suo piacere". Dea feconda, ella abita gli alberi ed è la "Signora del sicomoro del sud", a Menti; ma è anche la "Signora dell'occidente", ossia la signora del regno dei morti. Non si sa per qual motivo gli Egizi ne abbiano fatto anche la signora del paese Punt , del Sinai e di Byblos; senza dubbio Hathor si identificò in questi luoghi con qualche divinità autoctona; il suo dominio ci appare immenso, soprattutto quando i canti ci dicono che la sua " fama è giunta fino alle isole che stanno in mezzo al mare (l'Egeo)".
Sotto la forma di una giovenca, di una donna dalla testa di giovenca, oppure di una donna, ella aveva come sacro il sistro, e il suo simulacro presiedeva ai banchetti: "vieni o Dorata, che gioisci delle canzoni , che desideri la danza nel tuo cuore, che sei risplendente durante le ore del piacere, che gioisci delle danze notturne..."; così canta un poeta, che prosegue poi glorificando la potenza universale della dea.
A motivo del sincretismo, la dea Hathor ha assommato in sé a poco a poco una grande quantità di divinità locali, il che fa sì che essa ci appaia sotto forme diverse, come signora di molti santuari e protettrice di numerosi distretti . All'origine essa doveva probabilmente essere una dea del cielo, rappresentata non come Nut , ma come una mucca dal pelame stellato. Nel ciclo di Ra ella appare come l'occhio del sole, che sotto la forma di una leonessa distrugge gli uomini (questo compito viene anche talvolta devoluto alla dea Sekhmet ); ancora sotto le spoglie di una leonessa, Hathor è assimilata alla dea lontana (Tefnut). Sotto questi aspetti ella diviene allora la "fiammeggiante", che divora con la forza del fuoco; ma è più ancora la "Fiamma d'oro", il fuoco divorante dell'amore, la dea della gioia e dei piaceri. Ella è allora la " mucca d'oro", l'amata di Horus, colei che Ra ama; è " la Dorata che è negli stagni pieni di uccelli, nei luoghi del suo piacere". Dea feconda, ella abita gli alberi ed è la "Signora del sicomoro del sud", a Menti; ma è anche la "Signora dell'occidente", ossia la signora del regno dei morti. Non si sa per qual motivo gli Egizi ne abbiano fatto anche la signora del paese Punt , del Sinai e di Byblos; senza dubbio Hathor si identificò in questi luoghi con qualche divinità autoctona; il suo dominio ci appare immenso, soprattutto quando i canti ci dicono che la sua " fama è giunta fino alle isole che stanno in mezzo al mare (l'Egeo)".
Sotto la forma di una giovenca, di una donna dalla testa di giovenca, oppure di una donna, ella aveva come sacro il sistro, e il suo simulacro presiedeva ai banchetti: "vieni o Dorata, che gioisci delle canzoni , che desideri la danza nel tuo cuore, che sei risplendente durante le ore del piacere, che gioisci delle danze notturne..."; così canta un poeta, che prosegue poi glorificando la potenza universale della dea.