Friday, January 18, 2008

GLI DEI ARTIFICIALI DI A.E. VAN VOGT

GLI DEI ARTIFICIALI DI A.E. VAN VOGT

Lo scrittore canadese A.E. Van Vogt si può dire, a tutti gli effetti, uno scrittore di fantascienza "classica", che cioè cerca di escludere fattori magici, soprannaturali o eccessivamente "irrazionali" nella narrazione. Tuttavia, troppo spesso tocca temi di tipo religioso e parapsicologico, e spesso ci si domanda se non ci si trovi di fronte a sconfinamenti in campi che vanno al di là della scienza.

Il tema della trasformazione dell'uomo in divinità è un suo tema ricorrente, a tal punto che quasi ne sembra ossessionato.

Nel suo romanzo Il libro di Ptath, si narra di un uomo del XX secolo, Peter Holroyd, un soldato americano morto durante la Seconda Guerra Mondiale, che risorge in un remotissimo futuro, lontano duecento milioni di anni, con un corpo e una mente che non sono i suoi, dotato di forza straordinaria e del dono dell'immortalità.

Ben presto, Holroyd scopre di non essere solo la reincarnazione di un uomo, ma addirittura di un Dio: il Dio-Re del continente di Gonwonlane (cioè l'antica Gondwanaland ricostruita dai casi della natura), Ptath. Il suo nome deriva chiaramente dal nome del Dio Creatore egiziano Ptah, e infatti la civiltà a cui appartiene assomiglia agli antichi regni dell'Egitto e della Mesopotamia. Holroyd scopre che il mondo del futuro ha creato una scienza parapsicologica che sconfina con la magia. L'invenzione dei bastoni da preghiera, oggetti rituali di metallo che vengono impiegati da miliardi e miliardi di fedeli di questo mondo sovraffollato, permette di concentrare la forza psichica della preghiera su determinati individui oggetti di adorazione, rendendoli veri e propri Dei.

Tale potere divino consiste, oltre che nell'immortalità e in una forza immensa, anche nella capacità di separare a volontà l'anima dal corpo, spingendo la prima ad occupare temporanei corpi umani o animali (che devono essere dello stesso sesso del possessore divino), assumendone il controllo. Inoltre, questi Dei artificiali hanno il potere di teletrasportarsi attraverso lo spazio ed il tempo.

In origine quindi Ptath era un sovrano mortale divinizzato come gli antichi Faraoni che era stato reso immortale dai suoi sudditi assieme alle due sue mogli: Ineznia e L'onee.

Ad un certo punto però Ptath si era accorto che la sua condizione divina rischiava di fargli perdere i suoi sentimenti umani, rendendolo crudele e spietato, così aveva deciso di viaggiare indietro nel tempo per vivere molte esistenze umane e conquistare la perfetta comprensione dell'umanità e delle sue sofferenze.

Ptath aveva lasciato le sue mogli divine a governare Gonwonlane, controllate da sette incantesimi (in realtà pure suggestioni postipnotiche), che dovevano impedir loro di ribellarsi a lui.

Ineznia non è altro che la reinterpretazione fantascientifica della sumerica Inanna, la Ishtar degli Assiro-Babilonesi, la Dea dell'amore e della guerra, e infatti si dimostra anch'essa legata alla passione erotica e ai grandi conflitti fra nazioni. Infatti ella usa i suoi poteri per entrare nei corpi di tutte le belle donne e fare l'amore con tutti gli uomini che le piacciono. Inoltre, dopo aver imprigionato l'altra moglie di Ptath, prepara la sconfitta di suo marito e una nuova Guerra Mondiale che dovrà unificare l'intero pianeta sotto il suo dominio.

Dopodiché richiama suo marito Ptath dal passato, con dentro la personalità di Peter Holroyd, in modo che Ptath sia troppo confuso per contrastare la terribile Dea.

Quando ritorna nel suo tempo, Ptath scopre di non poter disporre che di un residuo della sua antica potenza, perché astutamente Ineznia ha proibito alle donne del suo impero di pregare con i bastoni di preghiera. Infatti il potere della preghiera è legato al sesso: gli Dei artificiali del futuro ricevono potere solo dalle preghiere dei fedeli di sesso opposto. L'intuizione del legame fra adorazione divina e pulsione sessuale è tipica della cultura psicoanalitica, e certamente Van Vogt l'ha tratta da questo fronte, non certo dalla stessa cultura pagana, dove non c'è bisogno di "intuizioni" di nessun tipo dato che il legame fra sesso e religione nel Paganesimo è sempre stato esplicito ed evidente.

Infatti Van Vogt non approfondisce il tema, e anzi si dimostra piuttosto ingenuo, dato che non si pone minimamente il problema di dove vanno le preghiere dei numerosi maschi omosessuali che esistono a questo mondo e che, in teoria, avrebbero dovuto dare anch'esse potere a Ptath, e non a Ineznia. Ptath-Holroyd dovrà intraprendere una lunga e dura battaglia contro la sua malvagia moglie per riconquistare il trono e liberare la seconda moglie, ma alla fine vincerà e incatenerà Ineznia, ormai impotente, nelle segrete del suo palazzo.

Il romanzo, che apparentemente sembra una sorta di rivalutazione del politeismo, trasformato in religione "scientifica", è in realtà religiosamente "reazionario" per diversi aspetti. Esso rappresenta il conflitto fra le religioni monoteistiche patriarcali e sessualmente repressive, le religioni del Dio Padre, contro le più antiche religioni pagane matriarcali e sessualmente tolleranti, le religioni della Dea Madre, e la vittoria delle prime sulle seconde.

Da un punto di vista morale e ideologico il romanzo è misogino e maschilista, ma il suo valore è nell'idea completamente nuova della religione. L'idea che fossero gli uomini a creare gli Dei e non viceversa non è nuova, ma chi precedentemente aveva affermato questa tesi, voleva intendere che gli Dei sono puramente illusori. Van Vogt invece va più in là e si domanda se, dato che le invenzioni degli uomini, come gli aerei e i computer, sono qualcosa di ben reale e potente, non lo possano essere anche le invenzioni credute "immaginarie". Il politeismo, in pratica, trova il suo possibile collegamento con le scienze parapsicologiche. É un tema che la moderna parapsicologia potrebbe cercare di sviluppare. Può la fede creare materialmente ciò che prima non c'era, e che poi vive e respira, anche se in una dimensione "altra" da quella in cui viviamo?

Questo concetto è essenzialmente magico, e ha una sua tradizione nelle pratiche magiche più arcaiche. Van Vogt non ha fatto altro che razionalizzarlo e universalizzarlo, dandogli una veste quasi "scientifica".

Van Vogt ha inotre scritto un ciclo di romanzi, chiamato Le armi di Isher, che ha alcune somiglianze con Il libro di Ptath.

Gli Isher sono una dinastia imperiale che governa la Terra e tutto il Sistema Solare da quarantotto secoli, e sul cui trono siede una giovane imperatrice, Innelda, la quale sposa un misterioso personaggio, Robert Hedrock, dotato di conoscenze e capacità illimitate, e di origini sconosciute.

Hedrock si rivelerà essere un immortale, reso tale da un esperimento scientifico avvenuto nel XXI secolo. Non solo: in realtà sarebbe lui il primo imperatore di Isher, scomparso misteriosamente prima che venisse scoperta la sua immortalità e ricomparendo poi ad intervalli regolari per combinare i matrimoni dei suoi discendenti maschi e sposando le discendenti femmine che ereditavano il trono, nella speranza di generare altri immortali. Innelda, tredicesima imperatrice e moglie di Hedrock, genera appunto questo figlio immortale, Isher di Isher, il quale si dimostra superiore al padre, perché cresce ad una velocità impressionante, ed inoltre, causa uno strano incidente, si trova ad essere caricato di una parte della misteriosa energia temporale che ha creato il nostro cosmo, trasportata attraverso il tempo da un viaggiatore del XX secolo. Quando il cosmo intero verrà minacciato da una spaventosa esplosione a catena che si propaga fra le galassie, Isher di Isher salverà tutti quanti con un gesto, usando la sua energia cosmica per trasformare in ghiaccio le fiamme dell'esplosione. Solo un Dio potrebbe fare una cosa del genere, e infatti Isher di Isher, da buona divinità che è, si preoccupa della ricostruzione del cosmo parzialmente distrutto dall'esplosione, aiutato dai Kleyai, esseri anch'essi immortali ed evolutissimi, superiori agli esseri umani e unicamente volti al Bene, i quali rivelano che esistono esseri superiori anche a loro, i Demiurghi, i veri costruttori del cosmo, i quali hanno creato delle pietre che contengono delle micro-galassie che sono i modelli perfetti e microscopici di tutte le galassie del nostro cosmo. Con un viaggio nel tempo Isher di Isher riesce a ricuperare la pietra che riproduce la Via Lattea, con la quale i Kleyai potranno cominciare il loro lavoro.

La vicenda s'imterrompe qui, e perciò rimane incomclusa, dato che non si sa quale destino seguirà il giovane Dio-imperatore.

C'è stato chi ha voluto vedere nelle opere di Van Vogt un'influenza dei dogmi cristiani. Hedrock e Holroyd-Ptath somiglierebbero al Cristo, all'Uomo-Dio, in versione fantascientifica. L'idea è discutibile, e anzi direi decisamente errata, perché, come nel caso del personaggio di Gandalf in Tolkien, non tiene conto di troppi fattori.

Per simili interpretazioni, ogni essere umano-divino somiglierebbe a Cristo. Il fatto è che praticamente in ogni religione esistono esseri umani-divini, e allora da qui dovremmo dedurne che ogni religione assomiglia al Cristianesimo? Innanzitutto, bisogna tenere conto che, mentre nel Cristianesimo è il Dio che diventa uomo, nelle due opere di Van Vogt è l'uomo che diventa Dio. La vera concezione religiosa che scaturisce dai romanzi vanvogtiani è l'antropoteismo, l'Uomo come portatore di natura divina che è nascosta in lui, ma che può scaturire ed evolversi tramite la conoscenza scientifica, cioè, in pratica, una forma di Gnosi in forma scientifica.

Avviene un processo esattamente contrario a quello della vicenda del Cristo. Questi passa dalla forza alla debolezza, e all'esaltazione della debolezza e dell'umiltà, mentre invece nei personaggi di Van Vogt si passa dalla debolezza naturale dell'uomo alla forza imbattibile e salvatrice del Superuomo. L'uomo si salva perché non è più uomo, ma diventa Dio, e lo fa da solo.

Ptath è il frutto del potere creatore della mente dell'umanità intera, e Isher di Isher è il risultato di un'esperimento di ingegneria genetica, non c'è nessun intervento soprannaturale: l'uomo ha creato da solo i suoi Dei e li ha resi garanti della sua salvezza fisica e morale, ma non ultraterrena.

Ciò che muove le immaginazioni di Van Vogt è l'ideologia della signoria assoluta dell'universo da parte dell'umanità tramite la scienza, non certo il Cristianesimo. E gli Dei di Van Vogt sono destinati a vivere in questo mondo in compagnia degli uomini, non certo in un'altra dimensione.

Piero Trevisan