Spetta a tutti voi, giudici, vendicare quegli uomini, così come a ciascuno di noi. In punto di morte essi hanno raccomandato a noi e a tutti i loro amici di far vendetta per loro su quest’uomo, Agorato, come assassino, e di fargli, in breve, tutto il male che ognuno può. … Assolvere Agorato per voi non sarebbe certamente conforme né alla legge divina né a quella umana. Allora, Ateniesi, poiché al tempo in cui quegli uomini sono morti non potevate aiutarli per la difficile situazione politica, ora che ne avete la possibilità punite il loro assassino! Badate, Ateniesi, di non commettere l’azione più sciagurata di tutte. Assolvere Agorato, infatti, non significa solo questo: con lo stesso voto, condannate a morte quegli uomini, di cui pure riconoscete la lealtà alla democrazia; lasciando andare l’uomo che è responsabile della loro morte non fate altro che riconoscere che sono morti giustamente per mano sua. E così essi patirebbero l’affronto più terribile, se proprio le persone a cui essi hanno affidato il compito di far vendetta a loro nome, considerandole amiche, esprimeranno contro di loro lo stesso voto dei Trenta. Per gli dei dell’Olimpo, giudici, non lasciatevi trascinare in nessun modo a condannare a morte quegli uomini che sono periti per mano dei Trenta e di Agorato proprio per aver reso a voi molti buoni servigi! Ricordandovi di tutte le terribili vicende, quelle pubbliche della città e le vostre private, che sono toccate a ciascuno dopo la morte di quegli uomini, fate vendetta sull’uomo che ne è stato la causa. … Dunque, se voterete in modo opposto ai Trenta, per prima cosa il vostro voto non sarà uguale a quello dei vostri peggiori nemici; inoltre avrete vendicato i vostri amici e infine tutti penseranno che avete dato un giudizio giusto e conforme alle leggi sacre.