Friday, January 11, 2008

HENRY R. HAGGARD E IL CULTO DELLA GRANDE MADRE

HENRY R. HAGGARD E IL CULTO DELLA GRANDE MADRE

di Piero Trevisan

Lo scrittore inglese sir Henry Rider Haggard (1856-1925) ha scritto una bilogia fantastica in cui ha presentato una figura mitica di donna, Ayesha (pron. Assha), la cui vicenda rivela un particolare interesse dell'autore per il culto della Grande Madre.

Nel primo romanzo, dal titolo Lei, la vicenda viene narrata da Horace Holly, un uomo tanto brutto nell'aspetto quanto colto e sensibile, al quale viene affidato l'ultimo discendente di un'antichissima famiglia, il giovane Leo Vincey.

motissimo, doveUna volta diventato maggiorenne, Leo ed il suo tutore scoprono che i Vincey hanno un'origine straordinaria: discendono da una principessa egizia di nome Amenartas e da un sacerdote greco-egiziano di Iside, di nome Callicrate, vissuti ai tempi del regno dei Tolomei.

Callicrate aveva rotto i voti ad Iside per unirsi ad Amenartas, con la quale era fuggito nel cuore dell'Africa nera, dove avevano incontrato la misteriosa Ayesha, dotata di bellezza divina e di altrettanto divini poteri, oltre che di una vita lunghissima.

Ayesha s'innamora di Callicrate, ma lui la respinge e Lei, infuriata, lo uccide, per poi far riportare Amenartas in Egitto, con in grembo il figlio di Callicrate. D'allora in poi, tutti i discendenti maschi del sacerdote, per pi� di duemila anni, erano partiti alla ricerca della Donna Eterna, invano. Anche Leo, obbediente a questa tradizione, decide di partire alla ricerca, seguito dall'amico Horace. Giunti in Africa, incontrano la regina-maga ancora giovane e bellissima, che governa un popolo di selvaggi fra le rovine di una citt� antichissima, nel cratere di un vulcano spento.

Sia Leo che Horace s'innamorano di Lei, la quale riconosce in Leo la reincarnazione di Callicrate, il cui ritorno aveva sempre atteso con convinzione assoluta.

Ayesha offre per la seconda volta il dono della longevit�, assieme alla promessa di un amore eterno, al suo amato, il quale non li rifiuta, e Lei lo porta con s� nel grembo della Terra assieme ad Horace. Prima di questa discesa nel grembo della Grande Madre, per�, Ayesha mostra ai due la divinit� che avevano adorato gli abitanti della citt� morta: la statua di una Dea velata e alata, come alate erano state le Dee egiziane. � la Dea Verit�, di cui tutti vogliono vedere il vero volto senza poterci riuscire.

Nel sottosuolo, Ayesha conduce i due uomini in una caverna luminosa, dove brucia inestinguibile una grande colonna rotante di fuoco: � il centro vitale del pianeta, il punto da cui scaturisce l'energia vitale pura che nutre la vita sulla Terra, il cuore di Gaia, potremmo dire. Se un essere vivente vi entra, ne esce caricato al massimo di forza vitale, in grado di vivere quasi per sempre. Ayesha, per incoraggiare Leo, s'immerge prima di lui nella fiamma d'energia, ma una volta uscita invecchia improvvisamente - non sapeva nemmeno Lei che non ci si pu� immergere due volte nella colonna di fiamma - e muore, almeno apparentemente. Ma prima di morire promette a Leo che torner� tra gli uomini prima o poi, proprio come anche lui � tornato: � una legge di natura a cui nessuno sfugge.

Leo e Horace, sconvolti, non vogliono pi� bagnarsi nella colonna di fiamma, e tornano in Inghilterra vivendo poi nel ricordo ossessivo di Lei.

Nel secondo romanzo, Il ritorno di Ayesha, si rivela almeno in parte il mistero di Lei, il suo senso metafisico, potremmo dire. Il tono del secondo romanzo ha toni molto pi� mistici del primo, un misticismo che per� va inteso in senso pagano.

In questo secondo romanzo Leo, ormai giunto alla disperazione, sogna Ayesha che lo conduce sulle montagne del Tibet, dove gli appare un vulcano attivo, sconosciuto al mondo civile, sulla cui cima fiammeggiante si erge un'enorme croce ansata, l'Ankh egiziano, il simbolo della vita eterna, che, come si sa, deriva poi dal simbolo della Grande Madre mediterranea.

Leo si convince che in qualche modo Ayesha si � reincarnata su quella montagna, e parte ancora una volta assieme a Horace. Dopo sedici anni di ricerche nel Tibet, i due amici giungono in un monastero buddista, dove un lama, Kou-en, narra loro una strana vicenda, un ricordo che lui ha di un'esistenza precedente, in cui era gi� vissuto come monaco nello stesso monastero. In questa esistenza, Kou-en aveva visto arrivare dei soldati macedoni, reduci della campagna di Alessandro Magno in India, capeggiati da una sacerdotessa egizia di nome Hes, che affermava di essere l'incarnazione stessa di Iside, di cui voleva diffondere il culto nel Tibet.

Leo e Horace seguono le tracce di quell'antico esercito e giungono nel regno di Kaloon, dove incontrano la Khania di Kaloon, discendente del capo dell'esercito macedone. Atene, la Khania, s'innamora di Leo, sentendo di averlo gi� amato in una precedente esistenza, ma lui sente che non si tratta di Ayesha. I due amici vengono a sapere che accanto al regno di Kaloon esiste il regno della Montagna di Fuoco, la stessa vista in sogno da Leo, dove regna la Hesea, sacerdotessa di Hes, l'avversaria della Khania.

Contro la volont� della Khania, i due amici si recano sulla Montagna, dove trovano il Santuario di Hes o Iside, rappresentata da una statua di donna alata, con in grembo un bambino. La Hesea � una donna vecchissima, avvolta da bende e veli, pi� simile ad un'orrenda mummia che a una donna vivente, ma comunque Leo e Horace vi riconoscono la bellissima Ayesha, e Leo respinge definitivamente Atene, accettando Ayesha cos� com'�.

Allora Ayesha formula una preghiera a Hes-Iside rivolta verso il cratere ardente del vulcano, da cui esce una fiamma a forma di ali che la avvolge e la ritrasforma nella donna divina che era prima. Ayesha rivela allora la verit�: il suo spirito era tornato nel corpo della precedente Hesea, che era morta di vecchiaia, rianimandolo; inoltre, � lei stessa la reincarnazione di Hes, sacerdotessa di Iside, prima di diventare Ayesha, cos� come Atene � la reincarnazione di Amenartas.

Nella Montagna di Fuoco viene celebrato il matrimonio di Ayesha e di Leo, con rito egizio: in cui gli sposi vengono identificati con Iside e Osiride, la Grande Madre e il Dio che muore e risorge. Tuttavia il matrimonio non pu� ancora essere consumato perch� Leo deve prima immergersi nella colonna di fiamma vitale in Africa, altrimenti il contatto fisico con Ayesha lo ucciderebbe. Ma Leo non vuole aspettare, e non vuole diventare un Dio. Solo a questo punto risulta chiaro il senso metafisico e teologico della vicenda. Ayesha, che porta il titolo di Stella caduta dal Cielo, � la manifestazione terrena di Iside, o meglio dello Spirito della Natura, come si autodefinisce Lei stessa. Callicrate era destinato da sempre ad essere l'amante della Dea, ma aveva commesso infedelt�, rompendo i propri voti sacerdotali e preferendo la donna terrena a quella divina, per venire poi punito con la morte per tale infedelt�.

Per questo Callicrate doveva poi redimersi ripetendo la prova, senza alcuna assicurazione di essere ricompensato. Leo, il nuovo Callicrate, ha rifiutato Atene, la nuova Amenartas, la regina mortale, rinunciando al potere e alla felicit� temporali che lei poteva offrirgli, per tornare alla regina immortale, sacrale, che dona un amore eterno e una vita altrettanto eterna. Ma anche Ayesha sembra scontare una qualche colpa, un suo rifiuto nascosto di voler vivere pienamente la sua divinit� per lasciarsi condizionare da aspirazioni puramente umane.

perch� Gaia steArriva infatti l'ultima prova per tutti quanti i protagonisti del dramma: Atene fa rapire Leo con un inganno, Ayesha-Hes muove guerra a Kaloon, scatenando su di essa i suoi poteri divini e distruggendone l'esercito. Atene, vedendosi sconfitta, si suicida, ma anche Leo muore, dopo aver costretto Ayesha a baciarlo per la prima volta, uccidendolo all'istante. Ayesha porta il corpo di Leo sull'orlo del vulcano attivo, nomina una nuova Hesea, e saluta i suoi fedeli, promettendo loro di tornare ancora. Inoltre consegna un sistro a forma di Ankh a Horace, dicendogli di suonarlo quando sentir� la morte avvicinarsi. Infine, Ayesha invoca Hes-Iside, la quale giunge di nuovo sotto forma di ali di fuoco, facendo sparire sia Lei che il corpo di Leo.

Un anno dopo, Horace, tornato a casa sua in Inghilterra, sente avvicinarsi la fine e si reca ad un tempio monolitico che si trova nelle vicinanze, dove era stato praticato il culto di Iside ai tempi della dominazione romana. L� suona il sistro di cristallo, e compare una figura fiammeggiante di donna, di fronte alla quale muore improvvisamente.

Nel ricco simbolismo della vicenda si possono trovare molti significati. L'immagine della Grande Madre che viene espressa attraverso l'immagine di Ayesha-Hes non � solo quella di Iside, ma anche quello della Fenice che muore e risorge nella fiamma, e inoltre somiglia a Hestia, la Dea del focolare, che per gli antichi stoici era la Terra stessa, che, contenendo il fuoco nel suo grembo, era come un focolare o un forno.

Assomiglia anche alla Dea polinesiana del fuoco e dei vulcani, Pele, che don� il fuoco agli uomini, come un Prometeo al femminile, cos� come invece Ayesha vorrebbe poter essere il Prometeo del futuro, donando all'umanit� il fuoco della sua conoscenza sterminata.

Ayesha � lo Spirito della Natura incarnato, � l'energia della Terra, della vita organica, che si contrappone alle religioni monoteistiche e spiritualistiche: pi� volte nei due romanzi Lei dileggia il Cristianesimo ed il Buddismo, ritenendoli vuoti ed astratti, per affermare la dottrina dell'Amore e della Vita, che devono imporsi a volte anche con la violenza.

Ma Ayesha non si sente completa in se stessa, ricerca un completamento in qualcosa di diverso da Lei, un'immagine maschile a cui si contrappone, che guarda qualcosa al di l� di Lei, verso la vita dell'oltretomba. Leo-Callicrate � l'immagine di Osiride, Dio dell'oltretomba.

Ma il fine ultimo della vicenda terrena di Ayesha, del suo amore ossessivo per un unico uomo, rimane un mistero fino alla fine, un mistero svelabile solo oltre la vita terrena oppure in una prossima reincarnazione dei protagonisti. Ognuno pu� trarre l'interpretazione che vuole da questa bilogia, io preferisco annoverarla fra le numerose opere del fantastico che si pongono, magari con incoerenze e ambiguit�, alla ricerca di una religiosit� pagana, e che possono essere fonte di riflessione per il lettore che � anch'esso alla ricerca di questa religiosità.