Di questi tempi si parla con insistenza sempre crescente della distruzione dei boschi e delle foreste del pianeta e dei suoi effetti a lungo termine sull'insieme degli esseri viventi.
Ma troppo spesso si dimentica che con gli alberi scompare anche un prezioso patrimonio dell'umanità. Perché è esistita un'epoca in cui le piante venivano considerate la manifestazione più concreta e manifesta della divinità .
Alle piante gli uomini si rivolgevano per chiedere protezione e conforto ,intorno ad esse fiorivano miti straordinari ,che toccavano i cuori e rasserenavano gli animi.
E a ciascuna specie , a ogni albero venivano attribuite caratteristiche particolari, perché in ciascuno di essi il mistero della Natura e quello del divino trovavano un diverso equilibrio.
Il frassino Yggdrasill
Le piante furono molto prima , e tutti gli altri esseri viventi poterono svilupparsi solo grazie ad esse, molto spesso in simbiosi.
Esse parteciparono all'evoluzione ed influenzarono in modo determinante usi e costumi delle altre specie.
Il destino della specie umana è stato fin da principio legato a quello degli alberi,che erano considerati sacri in quasi tutte le civiltà del passato.
Nei culti a loro dedicati uno in particolare ne veniva venerato,questo era l'Albero Cosmico.
Egli rappresentava il pilastro centrale, l'asse intorno al quale si organizzava l'universo,naturale e sovrannaturale ,fisico e metafisico.
In questa mitologia molto arcaica, gli alberi sono gli agenti privilegiati della comunicazione fra i tre mondi: gli Abissi Inferi,la Superficie della Terra ed il Cielo,oltre a costituire per eccellenza le manifestazioni della presenza divina.
I poeti Scandinavi ci hanno fornito il ricordo più grandioso e suggestivo dell'Albero Mitico,trascritto dai testi tradizionali di mitologia germanica.
Questa descrizione coagula intorno a sé tutto un pulviscolo di tradizioni e miti sacri, raccolti e inventariati sistematicamente nell' "Edda" da Snorri Sturluson, scrittore islandese (1178-1241). ....."Nel più lontano passato, molto prima che l'uomo facesse la sua comparsa sulla terra, un albero gigantesco s'innalzava fino al cielo. Asse dell'universo , attraversava i tre mondi" .
Le sue radici affondavano fin negli abissi sotterranei, i suoi rami arrivavano all'empireo. L'acqua attinta dalla terra diventava la sua linfa , dai raggi del sole nascevano le sue foglie , i suoi fiori , i suoi frutti.
Attraverso di lui, il fuoco scendeva dal cielo, e la sua cima, raccogliendo le nubi faceva cadere le piogge fecondatrici.
Con la sua verticalità , l'albero assicurava il nesso tra l'universo uraniano e i baratri ctoni."
In lui il cosmo si rigenerava in perpetuo. Fonte di ogni vita, l'albero dava riparo e nutrimento a migliaia di esseri.
Tra le sue radici strisciavano i serpenti, gli uccelli si posavano sui suoi rami. Anche gli dei lo sceglievano per soggiornarvi. Ritroviamo quest'albero cosmico in quasi tutte le tradizioni,da un capo all'altro del pianeta,ed è lecito supporre che sia esistito dappertutto, anche laddove la sua immagine si è cancellata.
Yggdrasill è il più grande e il migliore di tutti gli alberi.
I suoi rami si stendono al di sopra di tutti i mondi,e raggiungono il cielo.Tre radici lo tengono eretto,tutte straordinariamente larghe.
Una procede da Aesir, il mondo inferiore degli Asi,gli dei; la seconda dai " Thursi di brina", i giganti di ghiaccio che precedettero la specie umana; la terza arriva a Niflheim Niflhel, la dimora dei morti.
Presso quest'ultima radice scaturisce la fontana Hvergelmir, fonte di " tutti i fiumi mormoranti che irrigano la terra" e la rendono abitabile agli umani.L'acqua sotterranea,da cui ha origine ogni vita, proviene dunque dalla dimora dei morti: e' questo un motivo ricorrente nelle credenze popolari, dove si trovano esempi di donne fecondate per il semplice fatto di essersi immerse in un corso d'acqua sacro.. A coloro che vi bagnano le labbra, da' scienza e saggezza, ma l'accesso ad essa e' proibito dal suo possessore, il cui nome significa Meditazione, a sua volta colmo egli stesso del profondo sapere che attinge quotidianamente dalle sue acque.
Sotto la prima radice,che, secondo la tradizione, arriverebbe sia nella sfera sotterranea degli dei sia nella loro residenza celeste- d'altronde unite da Bifrost, l'arcobaleno - esiste una terza fonte, la piu' sacra di tutte: il pozzo sul quale veglia Urdhr, la piu' vecchia delle Norne.
Depositarie delle leggi e dei costumi arcaici, le Norne sono le sole capaci di determinare il destino, non soltanto degli uomini ma degli dei, i quali non sono eterni e non possono sfuggire alla sorte comune. Originariamente Urdhr, il cui nome significa destino, con ogni probabilita' era sola.
E' possibile che, nella versione giunta a noi, le leggende che si riferiscono alle Norne, le quali sono in numero di tre e vengono rappresentate come filatrici, abbiano subito l'influenza delle Moire ( personificazione del destino) e delle Parche delle mitologie greca e latina.
Al pari delle Parche, esse rappresentano anche le tre fasi della luna - crescente, piena e calante - che ritmano la vita della natura e corrispondono altresi' alle tre eta' della vita umana: giovinezza, maturita' e vecchiaia. Le Norne attingono quotidianamente l' acqua alla fonte di Urdhr , con il limo che la circonda , e ne aspergono il frassino , affinché i rami dell' albero non secchino e non marciscano.
Tutto ciò che cade nella fonte diventa bianco come la membrana che si trova nel guscio dell' uovo , cioè ritorna alla purezza primigenia , all' origine prenatale .
Di questo candore assoluto è ammantata la coppia di cigni che abita la fonte e da cui discende "la specie di uccelli che porta quel nome". La fonte di Urdhr è quindi una fontana dell' eterna giovinezza.
Vicino a lei si radunano gli dei per tenere consiglio , risolvere i conflitti e rendere giustizia. Questo pozzo del Destino rappresenta il mondo delle potenzialita', delle sementi, dei germi, un mondo di acque e di humus notturni,nei quali sono foggiati tutti gli esseri viventi. Mentre, grazie alle sue radici,Yggdrasill consente che emergano alla superifie terrestre i tre settori ctoni sovrapposti, quello degli dei ,quello dei giganti preistorici e quello degli antenati umani, il tronco attraversa il piano medio situato tra cielo e terra, il Midhgardh, in cui vivono gli uomini, e la cima si innalza fino ad Asgardh, dimora celeste degli dei.
Per quanto potente,l'Albero cosmico e' soggetto a continue minacce. Il gigantesco serpente Nioggrh rode subdolamente la terza radice, ma a sua volta e' aggredito ogni giorno dall'aquila che abita tra i rami piu' alti. Quattro cervi vanno e vengono nella sua chioma, brucando i giovani germogli via via che spuntano.
Il fogliame di Yggdrasill ospita altri animali, benefici questi: la capra Heidhrun che nutre con il suo latte i guerrieri di Odino, lo scoiattolo Ratatosk che sale e scende per trasmettere le reciproche sfide che si rivolgonoil serpente e l'aquila. Quest'ultima, che "sa' molte cose", dalla sua alta postazione sorveglia l'orizzonte, per avvertire gli dei quando i loro nemici di sempre, i giganti, si prepareranno ad assalirli.
In talune versioni, in cima all'albero si trova un gallo d'oro preposto alla stessa funzione.
Non potrebbe esserci modo piu' immaginoso per comunicare che il mondo e' la posta di una lotta continua tra le forze della vita e le potenze della distruzione.
con la collaborazione di Paolo Pagano
tratto da:
Mitologia degli alberi.Jaques di Brosse ed. Rizzoli
Florario .di Alfredo Cattabiani ed, Mondadori
dal sito:
http://www.incendi-boschivi.org/docum/varie/mitologia/yggdrasil.htm
Ma troppo spesso si dimentica che con gli alberi scompare anche un prezioso patrimonio dell'umanità. Perché è esistita un'epoca in cui le piante venivano considerate la manifestazione più concreta e manifesta della divinità .
Alle piante gli uomini si rivolgevano per chiedere protezione e conforto ,intorno ad esse fiorivano miti straordinari ,che toccavano i cuori e rasserenavano gli animi.
E a ciascuna specie , a ogni albero venivano attribuite caratteristiche particolari, perché in ciascuno di essi il mistero della Natura e quello del divino trovavano un diverso equilibrio.
Il frassino Yggdrasill
Le piante furono molto prima , e tutti gli altri esseri viventi poterono svilupparsi solo grazie ad esse, molto spesso in simbiosi.
Esse parteciparono all'evoluzione ed influenzarono in modo determinante usi e costumi delle altre specie.
Il destino della specie umana è stato fin da principio legato a quello degli alberi,che erano considerati sacri in quasi tutte le civiltà del passato.
Nei culti a loro dedicati uno in particolare ne veniva venerato,questo era l'Albero Cosmico.
Egli rappresentava il pilastro centrale, l'asse intorno al quale si organizzava l'universo,naturale e sovrannaturale ,fisico e metafisico.
In questa mitologia molto arcaica, gli alberi sono gli agenti privilegiati della comunicazione fra i tre mondi: gli Abissi Inferi,la Superficie della Terra ed il Cielo,oltre a costituire per eccellenza le manifestazioni della presenza divina.
I poeti Scandinavi ci hanno fornito il ricordo più grandioso e suggestivo dell'Albero Mitico,trascritto dai testi tradizionali di mitologia germanica.
Questa descrizione coagula intorno a sé tutto un pulviscolo di tradizioni e miti sacri, raccolti e inventariati sistematicamente nell' "Edda" da Snorri Sturluson, scrittore islandese (1178-1241). ....."Nel più lontano passato, molto prima che l'uomo facesse la sua comparsa sulla terra, un albero gigantesco s'innalzava fino al cielo. Asse dell'universo , attraversava i tre mondi" .
Le sue radici affondavano fin negli abissi sotterranei, i suoi rami arrivavano all'empireo. L'acqua attinta dalla terra diventava la sua linfa , dai raggi del sole nascevano le sue foglie , i suoi fiori , i suoi frutti.
Attraverso di lui, il fuoco scendeva dal cielo, e la sua cima, raccogliendo le nubi faceva cadere le piogge fecondatrici.
Con la sua verticalità , l'albero assicurava il nesso tra l'universo uraniano e i baratri ctoni."
In lui il cosmo si rigenerava in perpetuo. Fonte di ogni vita, l'albero dava riparo e nutrimento a migliaia di esseri.
Tra le sue radici strisciavano i serpenti, gli uccelli si posavano sui suoi rami. Anche gli dei lo sceglievano per soggiornarvi. Ritroviamo quest'albero cosmico in quasi tutte le tradizioni,da un capo all'altro del pianeta,ed è lecito supporre che sia esistito dappertutto, anche laddove la sua immagine si è cancellata.
Yggdrasill è il più grande e il migliore di tutti gli alberi.
I suoi rami si stendono al di sopra di tutti i mondi,e raggiungono il cielo.Tre radici lo tengono eretto,tutte straordinariamente larghe.
Una procede da Aesir, il mondo inferiore degli Asi,gli dei; la seconda dai " Thursi di brina", i giganti di ghiaccio che precedettero la specie umana; la terza arriva a Niflheim Niflhel, la dimora dei morti.
Presso quest'ultima radice scaturisce la fontana Hvergelmir, fonte di " tutti i fiumi mormoranti che irrigano la terra" e la rendono abitabile agli umani.L'acqua sotterranea,da cui ha origine ogni vita, proviene dunque dalla dimora dei morti: e' questo un motivo ricorrente nelle credenze popolari, dove si trovano esempi di donne fecondate per il semplice fatto di essersi immerse in un corso d'acqua sacro.. A coloro che vi bagnano le labbra, da' scienza e saggezza, ma l'accesso ad essa e' proibito dal suo possessore, il cui nome significa Meditazione, a sua volta colmo egli stesso del profondo sapere che attinge quotidianamente dalle sue acque.
Sotto la prima radice,che, secondo la tradizione, arriverebbe sia nella sfera sotterranea degli dei sia nella loro residenza celeste- d'altronde unite da Bifrost, l'arcobaleno - esiste una terza fonte, la piu' sacra di tutte: il pozzo sul quale veglia Urdhr, la piu' vecchia delle Norne.
Depositarie delle leggi e dei costumi arcaici, le Norne sono le sole capaci di determinare il destino, non soltanto degli uomini ma degli dei, i quali non sono eterni e non possono sfuggire alla sorte comune. Originariamente Urdhr, il cui nome significa destino, con ogni probabilita' era sola.
E' possibile che, nella versione giunta a noi, le leggende che si riferiscono alle Norne, le quali sono in numero di tre e vengono rappresentate come filatrici, abbiano subito l'influenza delle Moire ( personificazione del destino) e delle Parche delle mitologie greca e latina.
Al pari delle Parche, esse rappresentano anche le tre fasi della luna - crescente, piena e calante - che ritmano la vita della natura e corrispondono altresi' alle tre eta' della vita umana: giovinezza, maturita' e vecchiaia. Le Norne attingono quotidianamente l' acqua alla fonte di Urdhr , con il limo che la circonda , e ne aspergono il frassino , affinché i rami dell' albero non secchino e non marciscano.
Tutto ciò che cade nella fonte diventa bianco come la membrana che si trova nel guscio dell' uovo , cioè ritorna alla purezza primigenia , all' origine prenatale .
Di questo candore assoluto è ammantata la coppia di cigni che abita la fonte e da cui discende "la specie di uccelli che porta quel nome". La fonte di Urdhr è quindi una fontana dell' eterna giovinezza.
Vicino a lei si radunano gli dei per tenere consiglio , risolvere i conflitti e rendere giustizia. Questo pozzo del Destino rappresenta il mondo delle potenzialita', delle sementi, dei germi, un mondo di acque e di humus notturni,nei quali sono foggiati tutti gli esseri viventi. Mentre, grazie alle sue radici,Yggdrasill consente che emergano alla superifie terrestre i tre settori ctoni sovrapposti, quello degli dei ,quello dei giganti preistorici e quello degli antenati umani, il tronco attraversa il piano medio situato tra cielo e terra, il Midhgardh, in cui vivono gli uomini, e la cima si innalza fino ad Asgardh, dimora celeste degli dei.
Per quanto potente,l'Albero cosmico e' soggetto a continue minacce. Il gigantesco serpente Nioggrh rode subdolamente la terza radice, ma a sua volta e' aggredito ogni giorno dall'aquila che abita tra i rami piu' alti. Quattro cervi vanno e vengono nella sua chioma, brucando i giovani germogli via via che spuntano.
Il fogliame di Yggdrasill ospita altri animali, benefici questi: la capra Heidhrun che nutre con il suo latte i guerrieri di Odino, lo scoiattolo Ratatosk che sale e scende per trasmettere le reciproche sfide che si rivolgonoil serpente e l'aquila. Quest'ultima, che "sa' molte cose", dalla sua alta postazione sorveglia l'orizzonte, per avvertire gli dei quando i loro nemici di sempre, i giganti, si prepareranno ad assalirli.
In talune versioni, in cima all'albero si trova un gallo d'oro preposto alla stessa funzione.
Non potrebbe esserci modo piu' immaginoso per comunicare che il mondo e' la posta di una lotta continua tra le forze della vita e le potenze della distruzione.
con la collaborazione di Paolo Pagano
tratto da:
Mitologia degli alberi.Jaques di Brosse ed. Rizzoli
Florario .di Alfredo Cattabiani ed, Mondadori
dal sito:
http://www.incendi-boschivi.org/docum/varie/mitologia/yggdrasil.htm