"Bye bye Ippocrate"
Culture | STORIA DELLA MEDICINA
Bye bye Ippocrate
Alcuni papiri del 1500 a.C. mostrano che le radici della moderna farmacologia non vanno cercate nell’antica Grecia, bensì in Egitto
Certamente Ippocrate se ne avrà a male. Ma i ricercatori del Centro Knh di egittologia biomedica dell’Università inglese di Manchester non hanno dubbi: le radici della medicina moderna vanno cercate sulle sponde del Nilo, e non nell’antica Grecia. Lo dimostrerebbero alcuni papiri risalenti al 1500 avanti Cristo, precedenti dunque di un migliaio di anni alla nascita del padre della medicina occidentale. “La nostra scoperta mostra che gli antichi egizi praticavano una forma del tutto ragionevole di farmacologia assai prima dei Greci”, sostiene il coordinatore della ricerca Jackie Campbell. “Quando abbiamo decifrato i documenti – scoperti vero la metà dell’Ottocento - abbiamo visto che non solo quegli antichi rimedi avevano un certo merito terapeutico, ma che spesso erano perfettamente paragonabili alle terapie attuali”, continua il ricercatore.
Le ferite, per esempio, venivano trattate con miele, resina e metalli dalle proprietà antibatteriche. Un diffuso rimedio contro la stitichezza era invece rappresentato dall’olio di ricino e colloquintide, ma anche da estratti di fico e dall’immancabile crusca. Le coliche erano invece curate con iosciamina (un alcaloide della belladonna), usata ancora oggi per l’ulcera e gli spasmi viscerali, mentre cumino e coriandolo servivano per ridurre la produzione di gas intestinali. I problemi muscoloscheletrici venivano trattati con vasodilatatori per migliorare l’afflusso di sangue alla parte dolente, e con impiastri di vario tipo per portarvi calore. Per i reumatismi erano disponibili sedano e zafferano – sostanze cui la ricerca farmaceutica sta dedicando una certa attenzione – mentre la melagrana era usata per combattere il verme solitario (un rimedio, questo, in auge fino a cinquant’anni fa). Infine, acacia contro la tosse e aloe per dermatiti di varia natura.
Il lavoro di ricerca – dicono gli studiosi inglesi – proseguirà ora con il confronto genetico e chimico tra le piante tipiche dell’antico Egitto e le specie moderne. Prossima tappa: trovare le somiglianze e le differenze tra la medicina tradizionale delle popolazioni nordafricane e i rimedi usati dai loro progenitori 3500 anni fa. (e.m.)