Wednesday, December 26, 2007

Hillman: «Il dio business sta uccidendo l’ambiente»

Hillman: «Il dio business sta uccidendo l’ambiente»

dal nostro inviato PIETRO PIOVANI

Mantova
JAMES Hillman, il più famoso psicoanalista vivente, non esercita ormai da molti anni. Peccato, i suoi concittadini americani avrebbero bisogno del suo aiuto, se è vero - come sostiene una ricerca - che almeno 500 mila newyorkesi soffrono di disturbi da tensione post-traumatica dopo lo shock dell’11 settembre. Oggi Hillman fa lo scrittore perché, spiega, «la psicoanalisi si occupa soltanto dei rapporti tra le persone e questo non basta. Io ho scelto di fare la psicoterapia delle idee».
E’ ospite del Festivaletteratura, a Mantova, per presentare Il potere. Come usarlo con intelligenza. Un libro ripubblicato dalla Rizzoli (nel ’96 era uscito con un altro titolo per la Garzanti). Un saggio che rimette in discussione il concetto di potere. E invita la società occidentale a liberarsi dalla tirannia del grande padrone del nostro tempo: il business, gli affari.
Perché ha scelto di curare le idee anziché le persone?
«Se un paziente va dallo psicoanalista perché è in crisi matrimoniale, lo psicoanalista si preoccupa del rapporto tra la moglie e il marito. Ma in genere in questi casi il problema è che la moglie e il marito hanno un’idea del matrimonio completamente diversa ed è su quell’idea che bisognerebbe lavorare».
Quindi la psicoanalisi come terapia non funziona, è inutile?
«No, è certamente utile. Tutto è utile, anche un buon pranzo fa bene alla salute. Ma io oggi preferisco insegnare a pensare le idee. Ha detto Vaclav Havel (credo sia stato lui): “La stupidità è usare idee senza averle pensate"».
A un anno di distanza dall’11 settembre, come hanno reagito gli americani e in generale i cittadini occidentali a quel trauma?
«Sono andati nella direzione sbagliata».
Perché?
«Si è aggravata l’ossessione della sicurezza, un’ossessione peraltro presente ben prima dell’11 settembre. Vorremmo essere al sicuro da qualunque pericolo. Rafforziamo i controlli sui trasporti aerei per paura dei dirottatori, sulle spedizioni postali per paura dei virus, sui cibi per paura degli avvelenamenti. In America sono stati segretati milioni e milioni di documenti per ragioni di sicurezza: milioni di segreti, milioni di carte chiuse a chiave in un cassetto. E abbiamo chiuso a chiave in una cella più persone di qualunque altro paese».
La sicurezza non è una cosa positiva?
«La sicurezza assoluta non esiste, non è mai esistita. Nessuno è mai stato sicuro in questo mondo».
Dunque cosa bisognerebbe fare invece di rafforzare le misure di sicurezza?
«Dovremmo cambiare il nostro modo di pensare. E non dovremmo più pretendere di controllare il mondo, come abbiamo fatto finora. Nella nostra cultura prevale il concetto di potere come controllo. Il potere si incarna nel mito dell’eroe: Ercole, che sottomette il mondo con la sua forza. E anche Cristo, Christus Triumphator, il Cristo vincitore».
Il mito dell’eroe non si ritrova anche nell’Islam?
«Direi piuttosto che il mondo musulmano coltiva il mito del martire. E’ diverso».
Il concetto di potere come controllo, secondo lei, è una prerogativa della cultura cristiana?
«Finché il mito dell’eroe sarà alla base della nostra cultura avremo sempre paura di perdere il potere. Per questo dopo l’11 settembre le nostre idee vacillano. Ci rendiamo conto di aver perso il controllo del mondo. Basta una ragazza di 18 anni con una bomba sotto la maglietta a far saltare tutto in aria».
E il mondo occidentale non dovrebbe cercare di difendersi?
«La situazione del mondo viene sempre vista come un problema da risolvere. Invece andrebbe vista come una tragedia da soffrire. Abbiamo assistito al crollo delle Torri e abbiamo cercato di rimuovere quell’immagine, di negarla. Ce la siamo messa alle spalle. Ma in realtà le Torri non sono ancora crollate. O meglio, stanno ancora crollando. Non siamo ancora arrivati al Ground Zero, al livello zero».
Che cos’è il livello zero?
«Lo zero è non avere più risposte. In Occidente ci insegnano ad avere una risposta per ogni domanda. Ce lo insegnano già da bambini, a scuola. Quando non avremo più risposte, avremo raggiunto il livello zero. E da questo zero potrà scaturire qualcosa. Qualcosa che oggi non siamo in grado di prevedere. A questo zero ci stanno portando gli arabi. Proprio come furono gli arabi a portarci il concetto di zero, sconosciuto alla matematica romana».
Torniamo al potere e alle sue varie forme. Lei distingue fra il potere che viene dalla autorità, dall’autorevolezza di una persona, e il potere che viene dal suo ufficio, dalla carica che occupa.
«Vaclav Havel aveva un potere anche prima di diventare presidente della Repubblica Ceca. Nelson Mandela aveva potere anche quando era rinchiuso in carcere. Sono due esempi di autorità. Invece George W. Bush non ha alcuna autorità, il potere gli viene semplicemente dal fatto di avere un ufficio, una carica. Un’officina, per usare il termine latino. Che potere avrebbe Bush se non si trovasse nello Studio Ovale?».
Gli psicoanalisti, sia junghiani che freudiani, la guardano con sospetto. Perché?
«Perché ho cercato di introdurre nella psicoanalisi il concetto di anima, che gli psicoanalisti hanno sempre rifiutato nel tentativo di fare della psicoanalisi una scienza. Io credo che ci sia un’anima dappertutto. Non solo nelle persone, come sostiene Cartesio, ma anche negli animali, nelle piante, negli oggetti».
Davvero?
«Chiunque abbia un gatto sa benissimo che il suo gatto ha un’anima. E ognuno di noi sa che la sua pentola, quella che ha in cucina e con cui prepara il pranzo, ha più anima di una qualsiasi altra pentola. E’ una sensibilità che appartiene in particolare a voi italiani. Perlomeno a quei designer di Milano che danno agli oggetti una forma umana. Ecco, questi designer hanno capito che gli oggetti influenzano le persone. Dal punto di vista della Chiesa è una cosa molto pericolosa».
Perché?
«Perché è paganesimo puro. Infatti la Chiesa ha esercitato per secoli il suo controllo sulle immagini, avvertendo la minaccia di questa iconofilia. Anche gli animalisti e gli ecologisti sono pagani. Alcuni politici statunitensi hanno accusato gli ambientalisti di paganesimo: “Adorano le piante!". In questo senso la battaglia ecologista è una guerra di religione, combattuta contro la religione monoteistica del nostro tempo, cioè il business. L’economia capitalistica si ritiene libera di uccidere l’ambiente nel nome del profitto».