Sunday, December 16, 2007

L'altare di Moctezuma

L'altare di Moctezuma

Scavi archeologici a Città del Messico riportano alla luce due esemplari unici"

Per il Messico è una scoperta senza precedenti”, hanno dichiarato gli archeologi che si sono trovati di fronte all’altare preispanico e alla scultura monumentale, venuti alla luce durante gli scavi in via Guatemala, nel Conjunto Ajaracas, di fronte al Museo del Templo Mayor di Città del Messico, dove sorgerà il Centro delle Arti dei popoli indigeni.

di Stella Spinelli

L'altare. Alvaro Barrera, dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (Inah) e responsabile del Programma di archeologia urbana di Città del Messico, ha raccontato che si tratta di un altare azteco unico nel suo tipo. È finemente intarsiato alla base, con due fregi che rappresentano uno il dio Tlaloc, dio della pioggia, e l’altro una divinità legata all’agricoltura, che corrisponde al periodo della IV tappa della costruzione del centro cerimoniale azteco, al tempo dell’imperatore Moctezuma I (1440-1469). La zona della scoperta era il cuore della Gran Tenochtitlan, la città degli aztechi conquistata dagli spagnoli nel 1521, al tempo di Moctezuma II.
È la prima volta che un’opera simile viene ritrovata nel centro cerimoniale ed è la prima volta che gli archeologi si trovano davanti a questo tipo di sculture. “Sono opere di buona qualità – spiega Barrera – molto ben fatte con tutti gli attributi ben intagliati”. Ai piedi dell’altare sono state riscontrate resti di offerte, fra cui conchiglie, lumache e residui di coppale

Il monolite. La scultura invece “è poco più di 3 metri e mezzo di larghezza”, spiega Barrera, “in pietra rosa delle Ande”, la stessa usata per la dea della luna. Potrebbe anche aver avuto forma rotonda o rettangolare, ma dato che gli studiosi sono tuttora impegnati nei tentativi di riesumarla, è ancora impossibile saperne di più. Sembra che la parte alta sia riccamente lavorata, mentre quella inferiore contiene una zona incavata, molto probabilmente utile a deporre le offerte.
A prima vista, gli archeologi l’hanno collegata al dio della pioggia, alla stregua del vicino altare e hanno dedotto che possa corrispondere al periodo fra il 1505 e il 1521.
Solo fra un po’ di giorni, compiuti i lavori di estrazione, ne sapremo di più. Ma la soddisfazione è tanta.

Città sepolta. Unanime la considerazione che si tratti di scoperte importantissime. Gli scopritori le hanno definite addirittura “senza precedenti”, mentre altri studiosi si limitano a dire che sono le più significative almeno da 29 anni a questa parte, quando venne trovato il monolite della dea Coyolxauqui.
Il ritrovamento rientra nei lavori di scavo iniziati nel 2000 per mettere l’aria condizionata al Museo, che hanno già portato alla luce veri e propri gioielli archeologici, ma mai di questo calibro.

Fonte: www.peacereporter.net del 04-10-2006