"Quei coloni dell'isola di Pasqua"
I primi abitanti dell’isola di Pasqua, famosa per le enormi statue di pietra, sono arrivati più tardi di quanto si pensasse, intorno al 1200 d.C. A suggerirlo è uno studio pubblicato su Science dei ricercatori dellaUniversity of Hawai’i-Manoa di Honolulu e della California State University di Long Beach (Usa).
L’isola è da molti anni al centro di numerosi studi sui cambiamenti ambientali indotti dalla presenza dell’essere umano. Fino a poco tempo fa si pensava che i primi polinesiani a colonizzare l’isola intorno fossero arrivati intorno al 400-1000 d.C. e che, quasi immediatamente, avessero iniziato a costruire le statue che la caratterizzano, determinando l’inaridimento del terreno e la scomparsa di numerose specie di uccelli. Lo studio suggerisce che la data va spostata in avanti di 400-800 anni, in base a nuove analisi al radiocarbonio di campioni di suolo prelevati dal più antico sito archeologico conosciuto sull’isola e alla revisione degli studi precedenti.
La ricerca aggiunge un contributo importante alla revisione della cronologia del Pacifico, da cui emerge un grande divario tra la colonizzazione della Polinesia occidentale e le aree della Polinesia orientale e meridionale. I ricercatori suggeriscono, inoltre, che il disboscamento irreversibile sia iniziato poco dopo l’arrivo dei polinesiani nel 1200 d.C e che continuò per secoli. Quando i marinai olandesi arrivarono sull’isola nel 1722, si trovarono di fronte ad un paesaggio arido, popolato dalle gigantesche statue di pietra e con una popolazione che moriva di fame. (e.m.)