Repubblica 27.12.07
Un libro di Barbara Strauch e le ricerche di Jay Giedd
Nella testa di un ragazzo
di Massimo Ammaniti
Nel cervello degli adolescenti, dicono i nuovi studi, avviene una sorta di potatura neuronale dovuta alla crescita
Ma che ci avrai in quella testa?»: si tratta di una domanda che ogni genitore di un ragazzo o di una ragazza adolescente rivolge frequentemente al figlio di fronte ai suoi comportamenti incomprensibili. A questa domanda la psicoanalisi ha già cercato di rispondere, tuttavia si aprono nuove prospettive con la ricerca neurobiologica che ha iniziato a studiare il cervello degli adolescenti con le più moderne tecniche di visualizzazione cerebrale, come ad esempio la risonanza magnetica funzionale.
L´interesse per le nuove scoperte sul cervello degli adolescenti è grande, come viene raccontato nel libro divulgativo The primal teen (pubblicato in Italia da Mondadori col titolo Capire un adolescente, pagg. 237, euro 8) scritto dalla giornalista del New York Times Barbara Strauch, che ha raccolto in modo sistematico le ricerche più significative, intervistando i protagonisti di questa vera rivoluzione scientifica. Infatti fino a qualche anno fa si riteneva fra i ricercatori nel campo dello sviluppo umano che la maturazione cerebrale avvenisse fondamentalmente nei primi tre anni di vita, quando ad esempio le connessioni cerebrali aumentano solo nel primo mese di circa 1000 miliardi in coincidenza delle forti stimolazioni ambientali. Come spesso succede in campo scientifico l´introduzione di nuove tecniche di studio apre nuovi mondi sconosciuti, come è avvenuto col cervello degli adolescenti.
Una delle scoperte più interessanti è stata fatta da Jay Giedd, direttore di uno dei laboratori più prestigiosi negli Stati Uniti . Con le sue ricerche Giedd ha scoperto che negli anni immediatamente prima dell´adolescenza si verifica un fenomeno imprevisto, ossia un ispessimento della sostanza grigia cerebrale provocato da una moltiplicazione delle ramificazioni dei neuroni, per cui la rete dei circuiti cerebrali diventa ancora più fitta.
Durante l´adolescenza questo fitto bosco cerebrale va incontro ad un processo di potatura: non sopravvivono tutti i circuiti ma solo quelli che veramente servono. Questa osservazione confermerebbe il concetto di darwinismo neurale sostenuto dal Premio Nobel Gerald Edelman, secondo cui si verifica a livello cerebrale la selezione competitiva dei gruppi neuronali che favorisce quelli maggiormente in grado di adattarsi alle condizioni ambientali. In altri termini Giedd spiega questo stesso fenomeno in adolescenza col principio «se non lo usi lo perdi» per cui solo i circuiti più utili nel corso dello sviluppo sopravvivono diventando più rapidi, efficienti e direzionati.
Anche altre importanti trasformazioni avvengono provocate dagli ormoni sessuali della pubertà che attivano fortemente il sistema limbico, che interviene nella regolazione delle emozioni. Non a caso gli adolescenti presentano alti e bassi di umore, in alcuni momenti sono pieni di entusiasmo e di allegria mentre in altri momenti sono depressi, annoiati o risentiti, una sorta di tempesta emotiva che è stata descritta da studiosi come Stanley Hall o come Anna Freud.
Ma altre aree cerebrali giocano un ruolo particolare, ossia quelle connesse alla dopamina, il magico neuromodulatore che ci dà un senso di benessere e di soddisfazione. Negli adolescenti l´accumulo di dopamina va incontro ad una rapido esaurimento, provocando un senso di vuoto e di malessere. Questo può contribuire a spiegare alcuni comportamenti tipici degli adolescenti, che sembrano ricercare forti stimolazioni nel proprio ambiente. Ad esempio correre dei rischi, come guidare il motorino in modo spericolato, fa sentire bene l´adolescente favorendo la secrezione di dopamina. Altri comportamenti tipici di questa età sono la ricerca di sensazioni come anche delle novità, che danno luogo a stimolazioni nuove ed eccitanti. Naturalmente questi meccanismi cerebrali si intrecciano con le dinamiche psicologiche che caratterizzano l´adolescenza, al punto che può essere difficile distinguere il mondo fisico da quello mentale.
Prendiamo ad esempio la ricerca di novità che, se da una parte attiva la produzione di dopamina, dall´altra contribuisce al processo di distacco dell´adolescente dalla famiglia spingendolo ad esplorare nuovi ambienti e a ricercare nuove relazioni. Questi sviluppi più recenti della ricerca ci fanno vedere che il dualismo fra corpo e mente, come d´altra parte quello fra genetica ed ambiente, è un retaggio del passato mentre possiamo riconoscere una continuità organizzativa fra il piano biologico e quello psichico.
Le implicazioni di queste ricerche sull´adolescenza sono molte.
Infatti la forte attivazione del cervello emozionale, in assenza di un´adeguata maturazione dei lobi frontali e prefrontali, che si verifica solo nella tarda adolescenza, spiega il perché gli adolescenti agiscano impulsivamente senza valutare adeguatamente le conseguenze delle proprie azioni. Tali capacità vengono acquisite solo con la maturazioni dei lobi prefrontali e frontali che diventano la vera bussola del comportamento. Credo che tutto questo debba essere considerato nel rapporto con gli adolescenti di modo che gli adulti siano in grado, se necessario, di frenarli, di indirizzarli ed eventualmente di mettere dei limiti definiti, naturalmente in un clima di comprensione.
Un libro di Barbara Strauch e le ricerche di Jay Giedd
Nella testa di un ragazzo
di Massimo Ammaniti
Nel cervello degli adolescenti, dicono i nuovi studi, avviene una sorta di potatura neuronale dovuta alla crescita
Ma che ci avrai in quella testa?»: si tratta di una domanda che ogni genitore di un ragazzo o di una ragazza adolescente rivolge frequentemente al figlio di fronte ai suoi comportamenti incomprensibili. A questa domanda la psicoanalisi ha già cercato di rispondere, tuttavia si aprono nuove prospettive con la ricerca neurobiologica che ha iniziato a studiare il cervello degli adolescenti con le più moderne tecniche di visualizzazione cerebrale, come ad esempio la risonanza magnetica funzionale.
L´interesse per le nuove scoperte sul cervello degli adolescenti è grande, come viene raccontato nel libro divulgativo The primal teen (pubblicato in Italia da Mondadori col titolo Capire un adolescente, pagg. 237, euro 8) scritto dalla giornalista del New York Times Barbara Strauch, che ha raccolto in modo sistematico le ricerche più significative, intervistando i protagonisti di questa vera rivoluzione scientifica. Infatti fino a qualche anno fa si riteneva fra i ricercatori nel campo dello sviluppo umano che la maturazione cerebrale avvenisse fondamentalmente nei primi tre anni di vita, quando ad esempio le connessioni cerebrali aumentano solo nel primo mese di circa 1000 miliardi in coincidenza delle forti stimolazioni ambientali. Come spesso succede in campo scientifico l´introduzione di nuove tecniche di studio apre nuovi mondi sconosciuti, come è avvenuto col cervello degli adolescenti.
Una delle scoperte più interessanti è stata fatta da Jay Giedd, direttore di uno dei laboratori più prestigiosi negli Stati Uniti . Con le sue ricerche Giedd ha scoperto che negli anni immediatamente prima dell´adolescenza si verifica un fenomeno imprevisto, ossia un ispessimento della sostanza grigia cerebrale provocato da una moltiplicazione delle ramificazioni dei neuroni, per cui la rete dei circuiti cerebrali diventa ancora più fitta.
Durante l´adolescenza questo fitto bosco cerebrale va incontro ad un processo di potatura: non sopravvivono tutti i circuiti ma solo quelli che veramente servono. Questa osservazione confermerebbe il concetto di darwinismo neurale sostenuto dal Premio Nobel Gerald Edelman, secondo cui si verifica a livello cerebrale la selezione competitiva dei gruppi neuronali che favorisce quelli maggiormente in grado di adattarsi alle condizioni ambientali. In altri termini Giedd spiega questo stesso fenomeno in adolescenza col principio «se non lo usi lo perdi» per cui solo i circuiti più utili nel corso dello sviluppo sopravvivono diventando più rapidi, efficienti e direzionati.
Anche altre importanti trasformazioni avvengono provocate dagli ormoni sessuali della pubertà che attivano fortemente il sistema limbico, che interviene nella regolazione delle emozioni. Non a caso gli adolescenti presentano alti e bassi di umore, in alcuni momenti sono pieni di entusiasmo e di allegria mentre in altri momenti sono depressi, annoiati o risentiti, una sorta di tempesta emotiva che è stata descritta da studiosi come Stanley Hall o come Anna Freud.
Ma altre aree cerebrali giocano un ruolo particolare, ossia quelle connesse alla dopamina, il magico neuromodulatore che ci dà un senso di benessere e di soddisfazione. Negli adolescenti l´accumulo di dopamina va incontro ad una rapido esaurimento, provocando un senso di vuoto e di malessere. Questo può contribuire a spiegare alcuni comportamenti tipici degli adolescenti, che sembrano ricercare forti stimolazioni nel proprio ambiente. Ad esempio correre dei rischi, come guidare il motorino in modo spericolato, fa sentire bene l´adolescente favorendo la secrezione di dopamina. Altri comportamenti tipici di questa età sono la ricerca di sensazioni come anche delle novità, che danno luogo a stimolazioni nuove ed eccitanti. Naturalmente questi meccanismi cerebrali si intrecciano con le dinamiche psicologiche che caratterizzano l´adolescenza, al punto che può essere difficile distinguere il mondo fisico da quello mentale.
Prendiamo ad esempio la ricerca di novità che, se da una parte attiva la produzione di dopamina, dall´altra contribuisce al processo di distacco dell´adolescente dalla famiglia spingendolo ad esplorare nuovi ambienti e a ricercare nuove relazioni. Questi sviluppi più recenti della ricerca ci fanno vedere che il dualismo fra corpo e mente, come d´altra parte quello fra genetica ed ambiente, è un retaggio del passato mentre possiamo riconoscere una continuità organizzativa fra il piano biologico e quello psichico.
Le implicazioni di queste ricerche sull´adolescenza sono molte.
Infatti la forte attivazione del cervello emozionale, in assenza di un´adeguata maturazione dei lobi frontali e prefrontali, che si verifica solo nella tarda adolescenza, spiega il perché gli adolescenti agiscano impulsivamente senza valutare adeguatamente le conseguenze delle proprie azioni. Tali capacità vengono acquisite solo con la maturazioni dei lobi prefrontali e frontali che diventano la vera bussola del comportamento. Credo che tutto questo debba essere considerato nel rapporto con gli adolescenti di modo che gli adulti siano in grado, se necessario, di frenarli, di indirizzarli ed eventualmente di mettere dei limiti definiti, naturalmente in un clima di comprensione.