Sunday, December 23, 2007

Noi, orfani di Afrodite

Noi, orfani di Afrodite
L'architetto che ha scritto con lui �L'anima dei luoghi� racconta temi e miti del grande psicanalista

IL MATTINO 8 settembre 2007

C'è un'immensa verità, un significato altamente generativo, in una affermazione di Carl Gustav Jung ripresa da James Hillman: �Una volta c'erano gli dei, ora ci sono le malattie�. Fu uno dei motivi dell'incontro che ebbi con lui e un pretesto per ritrovare l'anima dei luoghi e la bellezza: un dialogo nato in un luogo speciale come Siracusa, in occasione di un convegno sul recupero dell'isola di Ortigia e poi proseguito in varie occasioni, anche private, soprattutto a Mantova, dove al �Festivaletteratura� Hillman tenne una relazione su �Bellezza e guerra�. Da quei colloqui, arricchiti poi da una fitta corrispondenza, nacque il libro di Hillman L'anima dei luoghi. Conversazioni con Carlo Truppi, pubblicato da Adelphi nel 2004.
Oggi alle 18 James Hillman sar� a Capri per parlare nella Certosa di San Giacomo delle �Parole di VenereAphrodite�, penultimo appuntamento (l'ultimo ci sar� il 14 con Eva Cantarella ed Ernesto Franco) della rassegna organizzata dall'associazione culturale �La Conchiglia� su �Capri. I luoghi delle parole. Le parole degli dei�. Tema molto hlllmaniano, per la verit�, che pare addirittura suggerito dalle pagine di quello che viene considerato tra i maggiori psicanalisti contemporanei, americano di nascita ed europeo di formazione, diventato una sorta di guru di questi tempi in cerca di una profondit� e soprattutto di qualcuno che sia capace di indagarla.
Penso a quanto lui disse nella seconda giornata del nostro colloquio, a proposito del malessere del monoteismo: �Il monoteismo porta nella direzione sbagliata. E importante mantenere la diversit�. Riporto un esempio. Nella commedia greca "Ippolito", questi afferma: "Non avr� niente a che fare con Afrodite. Sono un uomo e seguo Artemisia. Vado a caccia con Artemisia e non avr� niente a che fare con l'amore e la bellezza e Afrodite. Non fanno per me". Egli � un monoteista di Artemisia e tutta la commedia parla della sua rovina e della sua morte, perch� Afrodite si vendica. Quando si escludono gli altri, questi tornano come sintomi. Gli dei rimossi diventano malattie. Le malattie di cui soffriamo sono il ritorno del represso, gli dei dimenticati nei nostri monoteismi�.
Chiss� se oggi a Capri James Hillman avr� voglia di rispondere alla domanda su Afrodite: la mitica e indimenticabile dea della bellezza c'� ancora? Forse si � concessa una vacanza, o una pausa. Oppure se ne � andata lontano, da qualche altra parte, perch� grazie alla sua assenza ne apprezzassimo la natura e ne conservassimo il ricordo. Certo � che si vede poco. Volgendo lo sguardo intorno e vengono in soccorso soltanto il suo ricordo e il suo desiderio: lei scelse Marte, e Marte, il dio della guerra, con lei era pacificato. I moli si sono invertiti. La donna sembra sia diventata un guerriero, la sua bellezza si � un tantino appannata, quindi anche la sua capacit� di sedurre e di metter pace, almeno nei modelli dominanti, quelli alla moda.
Come spieg� Hillman, l'assenza di Afrodite � oggi una delle nostre malattie: la pacificazione mancata. L'uomo si sente non accolto, quindi confligge o evade, e la donna non realizza la sua natura. E vero che per approdare alla bellezza bisogna attraversare il tremendo, ma i punti di approdo sembrano oggi sporadici e lontani.
Il terreno del confronto avuto con Hillman, che port� a L'anima dei luoghi, fu l'architettura. Il senso della riflessione fu archetipico, naturalmente, e in questo modo i pensieri di allora s'intrecciano ancora con quelli che possono riguardare Afrodite e il mito.
Afrodite � il riparo sublime. Nasce dal mare, � la barca su cui seguiamo il flusso dellavita, il riparo che ci protegge dalle onde degli avvenimenti, dalle turbolenze, e ci fa godere della serenit�. Offre a Marte la gioia e lo tiene lontano dalla guerra. E il suo riparo. Questa forma rimanda allo spazio relazionale, a un riparo di ordine ideale. Alla casa. Come dire che questo � il significato del costruire: avere la capacit� di offrire un riparo, rispondere alla necessit� di accogliere prendere l'uomo nel proprio grembo ' una necessit� arcaica e viscerale che rende il costruire simile al raccontare. Il quale � un altro modo di comprendere, di prendere con s�, quindi di accogliere.
In ci� l'architettura si distingue dalle altre attivit� umane. Le citt� appartengono all'intuizione, come la musica, e all'immaginazione dei poeti. Nascono dal concorso di queste intelligenze e di questi sogni, non soltanto da necessit� di tipo materiale. La casa, la celluna primaria della citt�, � lo spazio di una relazione primordiale, alla quale se ne aggregano altre fino a creare la comunit�. Ma la casa, la citt� diventano il luogo di Afrodite solo se il loro stile si fonda su radici autentiche, con una propria identit�, riconoscibile e autonoma rispetto, per esempio. al diffuso e piatto segno internazionale: se acquisisce una sua peculiarit�. Cio�, se rivendica ed espone la sua anima che respira insieme all'anima del mondo.


Carlo Truppi