I primi britannici
Scoperte le più antiche tracce della presenza umana a nord delle Alpi
Alcuni antichi utensili trovati in Gran Bretagna suggeriscono che gli esseri umani potrebbero aver vissuto nell'Europa del nord 200.000 anni prima di quanto si pensava finora, in un periodo in cui il clima era talmente caldo che anche leoni, elefanti e tigri dai denti a sciabola vagavano fino all'attuale Inghilterra.
Secondo il paleontologo Chris Stringer del Museo di Storia Naturale di Londra e colleghi, che hanno annunciato la scoperta in una conferenza stampa a Londra, i trentadue artefatti di selce nera trovati in sedimenti fluviali presso Pakefield, nell'Inghilterra orientale, risalgono a 700.000 anni fa e rappresentano la più antica prova inequivocabile della presenza umana a nord delle Alpi.
Finora gli scienziati supponevano che gli esseri umani fossero migrati dai climi relativamente caldi delle regioni mediterranee verso nord non prima di mezzo milione di anni fa. La scoperta è stata presentata sulla rivista 'Nature'.
Wil Roebrecks dell'Università di Leiden, che non ha partecipato allo studio, ritiene che le prove della presenza di attività umana a Pakefield siano solide. Altri esperti, però, come l'antropologo Alison Brooks della George Washington University, esibiscono maggior cautela. "In questi casi, - spiega Brooks - bisogna mantenersi scettici. In passato, altre segnalazioni di presenze umane nel nord Europa hanno manifestato gravi problemi di datazione o di autenticità degli artefatti trovati". Fonte: "Le Scienze" del 16-12-2005